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Attualità Stazione / Piazzale XXV Aprile

Chiuso locale in stazione. L'ad di 12Oz: «Nel piazzale serve presidio h24»

David Nathaniel: «A ben poco, se non a nulla, sono serviti gli sforzi per contribuire a combattere il fenomeno della criminalità. Saremmo rammaricati se, in mancanza di un più efficace e performante intervento, fossimo costretti ad abbandonare la città»

A seguito della sospensione per 30 giorni della licenza alla caffetteria 12Oz di Piazzale XXV Aprile, a Verona, l'amministratore delegato di 12Oz Coffee Joint David Nathaniel esprimere la posizione dell'azienda sui fatti alla base del provvedimento del questore Roberto Massucci.

«Un misto di sconcerto e delusione, così potremmo definire, in sintesi, il clima nel quale ci è stato notificato dalla questura di Verona il provvedimento che ha disposto la chiusura temporanea della nostra caffetteria di Piazzale XXV Aprile - ha scritto Nathaniel - A ben poco, se non a nulla, sono infatti serviti tutti gli sforzi profusi per contribuire a combattere il fenomeno della criminalità, sempre più diffusa nel piazzale antistante la stazione di Verona. Nel mese di maggio dello scorso anno, in occasione di un incontro con le autorità di polizia della città di Verona, venivano predisposte diverse misure di comune accordo di tutte le parti coinvolte. La nostra azienda si è subito impegnata ed ha posto in essere importanti interventi di adeguamento del locale, installando ulteriori telecamere di videosorveglianza, assumendo personale specializzato nell’attività di vigilanza, nonché formando i nostri collaboratori in materia di sicurezza e prevenzione dei reati e segnalando tempestivamente anche ogni minimo sospetto di attività illecita. Non tutte le misure però hanno potuto essere attuate. Un esempio su tutti: la proposta venutaci dalla questura di chiudere i bagni del locale per non renderli potenziali centri di spaccio, che si è rivelata impraticabile per non incorrere in violazione di leggi sanitarie ed esporci a reclami da parte delle associazioni di categoria. Consapevoli, tuttavia, della perdurante criticità della situazione, pur a fronte dell’impegno che abbiamo profuso, lo scorso febbraio abbiamo chiesto un nuovo incontro alla questura, venendo ricevuti non più di dieci giorni fa. Al termine dell’incontro dopo essere stati ripetutamente rassicurati dalle autorità in merito all’ottimo lavoro svolto da 12Oz e all’insussistenza di motivazioni per temere una prossima ed eventuale chiusura, continuavamo le nostre attività confidando nella corretta gestione delle politiche di ordine pubblico da parte delle stesse autorità, evidentemente, prive di risultati. Le nostre speranze, frutto dei tanti sforzi posti in essere con innumerevoli segnalazioni alle autorità pubbliche e con l’adozione di tutte le misure concordate, sono andate del tutto in fumo con la temporanea chiusura che ci è stata imposta. Ma siamo davvero sicuri che la sospensione di un’attività di pubblico esercizio sia la migliore o l’unica soluzione veramente praticabile per contrastare fenomeni criminogeni e criminali così radicati nella zona? Nello spirito di collaborazione che ha sempre contraddistinto i nostri rapporti, ci viene da pensare che fornire nel piazzale un presidio 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 ed istituire una linea di pronto intervento, rappresenterebbe un cambio di passo da parte dell’autorità verso una concreta attività dissuasiva senza penalizzare attività che costituiscono una sana risorsa economica per cittadini, lavoratori e turisti che la vivono quotidianamente. Saremmo davvero molto rammaricati se, in mancanza di un più efficace e performante intervento congiunto delle autorità competenti con l’ausilio delle forze di polizia, fossimo costretti ad abbandonare per sempre questa meravigliosa città. Opzione che ad oggi appare più che plausibile, a differenza di tutte le altre città e stazioni, dove operiamo con circa 30 punti vendita e impiegando oltre 140 persone (di cui 15 nella città di Verona) e dove le nostre attività si svolgono in una normale quotidianità».

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