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Vertenza sindacale dell'Iaa, il cda: «Noi portati in tribunale dai lavoratori»

Il contenzioso ruota attorno ai pagamenti che negli anni passati che per la nuova amministrazione della casa di riposo di Verona potrebbero essere stati illegittimi. «La richiesta di restituzione è un atto dovuto»

Mentre continuano le assemblee dei lavoratori ed i sindacati si preparano al presidio di sabato prossimo, 23 gennaio, il consiglio di amministrazione dell'Istituto Assistenza Anziani di Verona (Iaa) interviene sul contenzioso milionario in corso tra la casa di riposo e i suoi dipendenti. «Non è stato l'Iaa che ha portato in causa i lavoratori - ha precisato il cda - Sono stati, invece, circa 170 lavoratori coordinati da Fp Cgil, Cisl Fp e Csa che hanno deciso di portare in tribunale l'istituto, chiedendo di vedersi riconosciute, in media, somme per circa 8mila euro ciascuno».

Il dissidio tra vertici e lavoratori dell'istituto, finito davanti al giudice del tribunale del lavoro, ruota attorno ai pagamenti delle indennità e delle progressioni economiche orizzontali (Peo) inseriti nelle buste paga dei dipendenti negli anni passati. Pagamenti che per la nuova amministrazione dell'istituto potrebbero essere stati illegittimi a causa «dalla mancata sottoscrizione da parte dei sindacati e delle precedenti direzioni del contratto integrativo decentrato, adottato per la prima volta, ed invia unilaterale, da questo consiglio di amministrazione nel 2019», ha spiegato il cda. La conseguenza è che la richiesta della casa di riposo di restituire i soldi che in passato sarebbero stati pagati indebitamente. «Un atto dovuto - ha specificato il consiglio di amministrazione dell'ente - E non soggetto a discrezionalità. Abbiamo invitato le organizzazioni sindacali alla trattativa, onde verificare ipotesi di definizione senza prelevare somme ai lavoratori, ricevendo sempre risposta negativa. In ogni caso, fino all'ultimo lavoreremo per ricercare una soluzione bonaria della questione».

L'ex sindaco Flavio Tosi ed il Partito Democratico sono invece schierati dalla parte dei lavoratori dell'Iaa. «Nel momento più delicato della seconda ondata del coronavirus, i vertici dell’Iaa, anziché stringersi attorno agli operatori per dare il massimo sostegno possibile agli ospiti già decimati dalla pandemia, ingaggiano una insensata e inutile guerra sindacale con la minaccia di spoliare i dipendenti di tutte le progressioni economiche, le indennità e i premi riconosciuti ricevuti negli ultimi 10 anni - hanno commentato la consigliera regionale del PD Anna Maria Bigon ed i deputati Diego Zardini e Alessia Rotta - Riteniamo tale comportamento inaccettabile e indegno di un Paese civile, in primo luogo perché l'azione intentata è iniqua e chiaramente intimidatoria nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici, e in secondo luogo perché la guerra sindacale in atto non potrà non avere riflessi negativi sulla qualità del servizio. Prendersi cura degli anziani nelle strutture protette o assistite significa anche e soprattutto creare le condizioni nelle quali la vita degli ospiti e il lavoro degli operatori possano svolgersi nella dovuta serenità, soprattutto in una situazione di emergenza come l’attuale che ha già visto troppi lutti tra gli anziani».
«I soldi che l'Iaa chiede di restituire sono soldi che spettano di diritto ai lavoratori e quindi non si devono toccare - ha detto Tosi - Forse, per qualche dirigente, chi lavora nel campo dell'assistenza sanitaria è eroe solo a parole, poi nei fatti gli vuole togliere i soldi».

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