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Zaia: «Ai funerali di Giulia Cecchettin la comunità veneta si farà sentire»

Il presidente della Regione ha chiesto a tutti un segno di solidarietà quando a Padova si svolgerà il funerale della 22enne. E sulla violenza sulle donne ha aggiunto: «C'è ancora una sacca di trogloditi che pensa che la donna sia un essere inferiore»

Domani, 5 dicembre, migliaia di persone sono attese a Padova per il funerale di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta. La cerimonia sarà alle 11, in Prato della Valle, ed anche oggi il presidente della Regione Veneto Luca Zaia (intervistato nel video) ha voluto ricordare il lutto regionale proclamato per domani. Zaia ha chiesto ai cittadini e a tutto il mondo economico di dare un segnale forte, specialmente durante le esequie, per ricordare la ragazza veneziana. Fiocchi rossi, serrande abbassate, bandiere a mezz’asta o luci spente, per il presidente della Regione tutte le manifestazioni di solidarietà saranno valide domani per testimoniare collaborazione nella lotta contro la violenza sulle donne.

Una lotta su cui Zaia ha voluto fare il punto oggi, presentando i dati sulle strutture operanti in Veneto a supporto delle donne vittime di violenza. In tutto sono 26 i centri anti-violenza e 28 le case rifugio attive in tutta la regione.
Strutture che purtroppo non hanno una distribuzione omogenea sul territorio e la provincia di Verona è tra quelle con meno strutture rispetto alla popolazione femminile residente. Nel Veronese, infatti, risiedono circa 470mila donne, le quali hanno a disposizione solo 3 centri anti-violenza e 3 case rifugio. Nel Vicentino, dove ci sono meno donne residenti, le case rifugio sono 8 e i centri anti-violenza sono 5.

Nel 2022, i 26 centri anti-violenza del Veneto sono stati contattati da 6.009 donne. Di queste, quelle che sono state prese in carico, cioè le donne che hanno deciso di seguire un percorso di uscita dalla violenza sono state 1.961 nel 2022. E se si aggiungono i nuovi accessi ai percorsi iniziati negli anni precedenti e ancora in corso nel 2022, si ottiene la somma di 3.325 seguite dai centri anti-violenza veneti.

Leggendo questi dati, Zaia è rimasto allarmato dal fatto che circa due donne su tre in Veneto prendono contatto con i centri anti-violenza ma poi non iniziano il percorso che dovrebbe condurle ad una vita più autonoma e sicura.
Inoltre, analizzando le caratteristiche delle donne prese in carico dai centri anti-violenza, si scopre che la maggior parte sono italiane, con una buona scolarizzazione (con laurea o diploma) e con un lavoro. Segno che il problema è socialmente trasversale. Un problema fatto non solo di violenze fisiche, ma soprattutto di violenze psicologiche ed economiche, compiute nel 51% dei casi da un coniuge o dal partner convivente.

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