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Coronavirus in Veneto, Zaia: «Vaccino unica luce in fondo al tunnel»

Continua il calo dei pazienti Covid. Il presidente regionale: «In questo momento ci sono 97 posti letto liberi di terapia intensiva». Mentre l'assessore Lanzarin ha fornito i dati sui tamponi eseguiti da medici di base e farmacisti

Solo il presidente del Veneto Luca Zaia e l'assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin nell'appuntamento di oggi, 12 gennaio, con le ultime informazioni sulla diffusione di Covid-19 nel territorio regionale. Il governatore ha aperto l'incontro con i dati del bollettino aggiornato alle 8 di stamane, mentre all'assessore è stato dato il compito di chiudere fornendo un resoconto sui test a tampone eseguiti dai medici di base e dai farmacisti.

I primi dati del bollettino letti da Zaia sono quelli dei tamponi eseguiti e dei positivi trovati. Da questi due numeri, si ricava l'incidenza del virus in Veneto, ovvero la percentuale dei positivi sul totale dei tamponi eseguiti. «A livello nazionale, la percentuale è circa del 14% - ha detto il presidente del Veneto - Mentre attualmente la nostra è del 4%».
E in aggiunta ai dati del bollettino è stato mostrato anche il dato sulle vaccinazioni. Complessivamente la prima dose del siero anti-Covid è stata somministrata a 76.471 veneti e praticamente in magazzino sarebbero restate poche boccette se non fosse arrivato arrivato un nuovo carico a rimpinguarlo.

Zaia ha poi mostrato un grafico che mostra la curva dei pazienti Covid nelle terapie intensive del Veneto. Alle 10 di questa mattina, i ricoverati più gravi positivi al virus erano 342, in calo costante dal picco raggiunto il 31 dicembre scorso con 401 pazienti Covid. «In questo momento ci sono 97 posti letto liberi di terapia intensiva - ha detto Zaia - Può essere che questo calo sia una tendenza e quindi abbiamo superato la grande onda dei contagi. Ma può anche verificarsi un'inversione repentina, come è avvenuto anche in altre regioni. E attualmente ci sono anche tassi di ospedalizzazione più alti del nostro anche in territori che hanno avuto restrizioni più rigide delle nostre. Quindi il virus si sta davvero facendo sentire e la situazione non è omogenea ma variegata».

Una situazione che non si può sottovalutare perché, secondo Zaia, se non ci fossero le restrizioni non resterebbe in piedi nessun sistema sanitario. Quindi le limitazioni sono necessarie per non mandare in tilt la sanità, ma i problemi economici non si possono ignorare. «Ed il punto d'incontro tra le necessità della salute e quelle dell'economia sono i ristori», ha dichiarato il presidente del Veneto, che ha aggiunto: «Contiamo moltissimo sulle vaccinazioni e più vaccini ci danno più veloci saremo noi a somministrarli. Perché questa epidemia si risolve da sola ma con tempi naturali, tempi che potrebbero essere minori con il vaccino che è l'unica luce in fondo al tunnel che abbiamo».

E al termine dell'aggiornamento, l'assessore Lanzarin ha fornito i dati sull'apporto dati dai medici di base alla fase di testing contro il coronavirus. Nell'incontro che ieri ha avuto con i rappresentanti dei medici di medicina generale, la Lanzarin ha confermato che il loro contributo sarà richiesto anche per la vaccinazione di massa anti-Covid. «Siamo tra le regioni con il più alto coinvolgimento dei medici di famiglia nell'esecuzione dei tamponi - ha commentato Lanzarin - Al 31 dicembre 2021, i medici di base del Veneto hanno eseguito 171mila tamponi. Tra questi i positivi sono stati il 14%. Successivamente ai medici di base, abbiamo permesso anche ai farmacisti di eseguire i tamponi. Hanno aderito circa 200 farmacie in tutta la regione. L'ultimo dato a disposizione è quello di ieri ed in totale sono 4.023 i tamponi effettuati dai farmacisti, di cui 268 positivi».

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