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Il commiato di Di Michele: "Non ho tradito Lecce, attendevo il rinnovo"

"Se ci tenevano a me avrebbero dovuto rinnovarmi il contratto, ma così non è stato - dice l'attaccante -. Non potevo più aspettare: ho informato Tesoro e sono partito per Verona"

È il momento dei saluti per David Di Michele ed il Lecce. E si difende dalle accuse di "tradimento" mosse dai tifosi leccesi. L'attaccante ex Torino ed Udinese ha infatti deciso di approdare al Chievo Verona, dove ha firmato un contratto annuale con opzione sul secondo, ma molti nel Salento si sono sentiti traditi dal comportamento della punta, che aveva promesso di voler restare in giallorosso anche il prossimo anno.

Tuttavia, Di Michele ha scelto di raccontare la sua verità: "Ho atteso invano una proposta concreta del Lecce. Prima il passaggio di proprietà, poi altre priorità di mercato hanno condizionato la trattativa. Quando il Chievo mi ha presentato un'offerta, ho sempre fatto presente che avrei voluto conoscere prima le intenzioni del Lecce. Ma non potevo più attendere, ho informato Tesoro e sono partito per Verona. Capisco bene le esigenza della società, sia dal punto di vista del mercato sia della giustizia sportiva".

"Ma mi sono fatto l'idea - continua il centravanti - che il Lecce non ci teneva davvero a me, altrimenti mi avrebbe bloccato in qualche modo. Mentre Antonio Tesoro dichiarava ottimismo sul prosieguo della mia avventura in giallorosso, il padre Savino già aveva chiuso ogni possibile discorso sul mio futuro a Lecce. Sono dispiaciuto, ma anche nel calcio, alle parole devono seguire i fatti. Ho chiesto a Tesoro solo di essere rispettato per quanto dato sul campo. Rispetto all'ingaggio di altri tesserati, che hanno appena intravisto la maglia giallorossa, il mio ingaggio sarebbe stato inferiore della metà. Lecce e il Lecce in due anni mi hanno dato, sul piano umano, più di quanto ho ricevuto a Udine, dove pure ho giocato in Champions League. Nessuno calcolerà l'affetto e la stima che ho ricevuto dalla gente salentina, e se qualcuno si azzarda a chiamarmi 'mercenario', consideri che ho aspettato il Lecce finché ho potuto".
 

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