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IRCCS di Negrar: anidride carbonica come mezzo di contrasto negli interventi per l'aneurisma dell’aorta addominale

L'ospedale Sacro Cuore promuove la nuova procedura per questo tipo di operazioni. «Con l’utilizzo della Co2 vengono a ridursi anche i giorni di degenza», afferma Luca Garriboli, direttore della Chirurgia Vascolare

L’utilizzo dell’anidride carbonica in alternativa al mezzo di contrasto iodato apre nuove prospettive per i pazienti ai quali era precluso l’intervento per aneurisma dell’aorta proprio a causa dello iodio tossico per i reni contenuto nel farmaco.

Nelle scorse settimane all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria sono stati eseguiti i primi due trattamenti chirurgici vascolari utilizzando la Co2, su due pazienti affetti da aneurisma dell’aorta addominale con grave insufficienza renale cronica, a causa della quale la somministrazione del mezzo di contrasto iodato avrebbe comportato gravi complicanze.

Una procedura adottata in pochi centri d’Italia, in quanto richiede non solo una elevata expertise da parte del chirurgo vascolare, ma anche una tecnologia adeguata, fatta di una pompa in grado di iniettare determinati volumi di Co2, associata a un angiografo dotato di un particolare software dedicato a questo tipo di procedure.

«L’aneurisma dell’aorta è una dilatazione anomala dell’arteria che comporta un alto rischio di rottura della parete, un evento che quando avviene ha un indice di mortalità del 70-80% - spiega il dottor Luca Garriboli, direttore della Chirurgia Vascolare dell’IRCCS di Negrar -. Prima dell’inserimento della protesi attraverso l’arteria femorale, che va a creare un nuovo condotto per il flusso del sangue, impedendo a questo di fare pressione sulla parete, è necessario "scattare la fotografia" dell’aneurisma, per determinare la sua posizione e la sua forma. Questo avviene attraverso un’angiografia, un esame radiologico che richiede il mezzo di contrasto al fine di rendere visibili ai raggi X i vasi sanguigni e le arterie malate».

A causa dell’elevato numero atomico dello iodio contenuto nel farmaco, il mezzo di contrasto non è indicato per coloro che soffrono di insufficienza renale cronica. Ma non solo. «La sostanza iodiata viene eliminata attraverso i reni, pertanto comporta il rischio di insufficienza anche in pazienti con valori renali normali, in particolare se anziani. Inoltre – prosegue il dottor Garriboli – può influire sulla funzionalità tiroidea e non può essere impiegata in pazienti che hanno un’allergia manifesta al mezzo di contrasto. In alcuni di questi casi, per prevenire complicanze, vengono somministrati dei farmaci prima dell’esame angiografico, oppure ridotta la quantità di mezzo di contrasto e nelle situazioni più gravi di insufficienza renale cronica non si procede con l’intervento.
L’anidride carbonica invece – riprende il primario – è una sostanza inerte e atossica che si diluisce velocemente nel sangue e una volta completato il ciclo ematico, viene eliminata attraverso i polmoni preservando i reni».

La Co2, iniettata in forma gassosa, nel sistema circolatorio produce una bolla che si espande sino ad occupare il lume del vaso e a spingere il sangue in tutte le ramificazioni. Utilizzando angiografi di ultima generazione in grado di eseguire raffinate tecniche di analisi digitale dell’immagine, è possibile visualizzare l’albero circolatorio attraversato dalla CO2, creando i presupposti per eseguire l’intervento.

«L’impiego dell’anidride carbonica come mezzo di contrasto aggiunge un nuovo elemento di sviluppo delle procedure mini-invasive per il trattamento degli aneurismi dell’aorta – afferma Garriboli -. Negli ultimi 30 anni si è passati da interventi che richiedevano un mese di convalescenza a tecniche endovascolari per il posizionamento della protesi in anestesia locale. Con l’utilizzo della Co2 vengono a ridursi anche i giorni di degenza: il paziente viene dimesso il giorno dopo, mentre con il mezzo di contrasto tradizionale in presenza di variazioni pur minime della funzionalità renale si rende necessario un ricovero più prolungato».

La Chirurgia Vascolare dell’IRCCS di Negrar esegue ogni anno circa 60-70 interventi per aneurisma dell’aorta addominale di cui il 70% con tecniche mini-invasive. «Con l’invecchiamento della popolazione la patologia è in progressivo aumento: oggi ha un’incidenza del 5% in soggetti maschi al di sopra dei 65 anni di età con fattori di rischio e del 2% in soggetti femminili. Purtroppo la rottura dell’aneurisma dell’aorta addominale è ancora un killer silente perché la dilatazione anomala dell’arteria viene il più delle volte diagnosticata in modo casuale. È necessario quindi lavorare di più sulla prevenzione: in presenza di fumo, obesità, colesterolo elevato e familiarità è bene sottoporsi ogni anno a un’ecografia di controllo», conclude il primario.

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