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Domenica, 28 Aprile 2024
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I Motivi dell'Amore replica per Giulietta

Lo spettacolo in occasione del compleanno dell'eroina shakesperiana

Dopo il caloroso successo raccolto al debutto a Cortile Mercato Vecchio lo scorso luglio, nell’ambito del Festival Shakesperiano dell’Estate Teatrale Veronese, lo spettacolo "Giuietta, Romeo e i motivi dell'amore" replica sabato prossimo, con inizio ore 21, a conclusione del Festival del Teatro di Verona, in scena all'Arsenale.
La replica è organizzata in collaborazione con il Club di Giulietta in occasione della manifestazione "Buon compleanno Giulietta". Lo spettacolo prodotto dal Teatro Impiria, che vede coinvolta l’Orchestra di Fiati Harmonie, è un’opera di “teatro-concerto”, che si basa sull’idea di eseguire teatralmente la musica dei grandi compositori che si sono ispirati alle note vicende: Rota, Bellini, Tchaikovsky, Berlioz, Prokofiev, Gounod.
Ciascun brano selezionato è rappresentativo di uno specifico passaggio della storia, come da originale concezione del compositore. I brani sono arrangiati originalmente per un’orchestra di soli fiati, composta da 22 elementi tra legni, ottoni e percussioni, diretta dal Maestro Renato Perrotta. La storia è narrata ed interpretata da due soli attori, Giulietta e Romeo (Pamela Occhipinti e Alberto Castelletti).
La trama viene raccontata nei suoi punti salienti con le stesse parole di Shakespeare, lasciando lo spazio alla musica che illustra, attraverso le emozioni, le vicissitudini dei due amanti. Lo spettacolo spicca per originalità. Per la prima volta infatti vengono eseguiti antologicamente i diversi grandi componimenti ispirati ai due amanti veronesi, il tutto con la magica suggestione delle sonorità rese da un’orchestra di soli fiati. Tuttavia non si tratta di un concerto con recita di testi shakespeariani, bensì di uno spettacolo teatrale vero e proprio, con una parabola narrativa propria e dove l’elemento musicale e l’elemento teatrale vengono fusi in un unicum scenico, secondo l’elaborazione originale del regista Andrea Castelletti.
La storia parte dalla fine: Romeo e Giulietta sono morti. Forse. I due giovani si risvegliano in un luogo indefinito ed avulso. Scatole e scatoloni sparsi ovunque. Un impreciso magazzino della memoria. Non capiscono dove si trovino, non conoscono cosa sia successo, non si riconoscono. Lentamente incominciano vagamente a ricordare e con qualche insicurezza ricostruiscono gli ultimi accadimenti. Ciò che inaspettatamente colgono con immediata ntensità è che si amano. Inspiegabilmente da sempre.
In loro non c’è l’angoscia della (presunta?) morte, ma solo dolcezza e felicità spensierata per aver terminato di tribolare nella vita terrena veronese e di essere per sempre insieme. Per sempre ad amarsi e giocare. Lontani da ogni odio, fazione e costrizione. Ma l’esigenza di capire dove siano e come siano capitati in quella insolita situazione sospesa nel nulla, li spinge a raccontare l’uno all’altro ed a sé stessi quello che ricordano di ciò che è successo. Mano a mano che la loro incerta conversazione procede, affiorano ulteriori frammenti di memoria ed elementi di reminescenza sensoriale.
Dalla mente e dal cuore sgorgano ricordi e sentimenti. Via via si collegano i vari particolari, il mosaico si compone ed improvvisamente emergono scene intere, che vengono raccontate e re-interpretate così come il creatore Shakespeare le ha scritte. Scatole e scatoloni, in cui sono custodite le loro memorie ed emozioni, vengono spostati ed accatastati per andare a formare le diverse scene degli accadimenti: il salone da ballo del Palazzo Capuleti, il giardino col balcone, il convento di fra’ Lorenzo, una piazza di Verona, la camera di Giulietta, il sepolcro. In tal maniera, grazie ai loro ricordi e sentimenti che affiorano, la storia viene interamente e linearmente raccontata e spiegata. Dal principio alla fine. Al punto da renderla comprensibile anche a coloro che non la conoscono. E solo alla fine i due capiranno dove sono e cosa realmente è loro successo.

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