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Reddito di cittadinanza, Donazzan: «Non si sa cosa faranno i navigator»

E al vicepremier Di Maio che aveva dichiarato: «Posso immaginare quanto sia scoraggiante andare in un centro per l'impiego», l'assessore regionale replica con un invito: «Visiti quelli del Veneto»

«Posso immaginare quanto sia scoraggiante dover andare in un centro per l'impiego», aveva dichiarato il vicepremier Luigi Di Maio. «Lo invito a visitare quelli del Veneto», gli ha replicato l'assessore regionale al lavoro Elena Donazzan.

Le parole del ministro pentastellato sono state pronunciate durante una conferenza stampa in cui Di Maio ha parlato del cosiddetto decretone, ovvero il decreto che contiene l'introduzione del reddito di cittadinanza e la quota cento. Di Maio aveva anche aggiunto che «se le Regioni vogliono una mano, noi siamo pronti coi navigator», ma l'assessore veneto Donazzan ha risposto con gli ultimi dati dell'Osservatorio di Veneto Lavoro sui centri per l'impiego. «Ai 39 centri per l'impiego veneti - ha spiegato Donazzan - si rivolgono ogni anno in media 140mila persone. Di queste due terzi trovano occupazione nel giro di un anno».

I centri per l'impiego in Veneto non sono solo un luogo burocratico dove si firma la dichiarazione di disponibilità per accedere ai cosiddetti ammortizzatori sociali, ma sono soprattutto un'agenzia di servizi - ha aggiunto l'assessore regionale - I centri per l'impiego, in rete con un sistema di servizi per il lavoro pubblico-privato, oltre all'attività di intermediazione diretta, offrono orientamento specialistico, formazione, accompagnamento al lavoro, tirocini, attività che non sempre è possibile collegare direttamente all'ottenimento di un contratto di lavoro, ma che certamente possono aver aiutato chi ne ha usufruito a trovare un nuovo lavoro, anche autonomamente.
A scoraggiare è piuttosto come il Ministero sta affrontando, o meglio non affrontando, con le Regioni il futuro dei centri per l'impiego e il nodo dei navigator. Ribadisco che tutti vogliamo far funzionare il reddito di cittadinanza, ma deve poter funzionare. E i seimila operatori, i cosiddetti navigator da assumere a breve in tutta Italia secondo i desiderata del ministero, non saranno la soluzione al problema. A pochi giorni dall'entrata in vigore del reddito di cittadinanza non sappiamo ancora chi sono e cosa faranno. Sappiamo solo che non conosceranno il tessuto economico e le dinamiche locali, non avranno competenze specifiche per muoversi con rapidità tra le imprese e accompagnare le persone alla riqualificazione.

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