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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Via dello Zappatore

Accusato di truffa, 20enne si difende: «Ho solo procurato carte prepagate a un minore»

Giovane trevigiano nei guai a Verona e in altri capoluoghi per dei raggiri eseguiti con delle carte prepagate che il giovane aveva fornito ad un conoscente con meno di 18 anni

Un'ingenuità che però gli costerà molto cara. Sono infatti almeno una decina i procedimenti per truffa che aspettano un 20enne montebellunese. Tutti reati commessi, secondo le procure dove sono stati aperti procedimenti a suo carico (tra queste ci sono Verona, Parma e Padova), mediante della carte Poste Pay che il ragazzo avrebbe utilizzato per "svuotare" i conti di ignari venditori che, su internet, avevano pubblicizzato le loro offerte: da vecchie stufe a cucine, mobili e oggettistica.

Ma quale è l'ingenuità? Semplice: le carte prepagate non sarebbero state per lui ma per un conoscente, al tempo dei fatti minorenne, che avrebbe "intortato" il protagonista di questa vicenda dicendogli di averne bisogno ma di non potere prenderne una in quanto di età inferiore ai 18 anni. Così questo "campione di bontà" e forse anche di faciloneria, ne avrebbe procurate due, ovviamente a suo nome. Peccato che, passato qualche giorno, le tessere siano state utilizzate per le truffe, di cui ora il 20enne deve rispondere.

La vicenda, davvero surreale, si sarebbe svolta nel 2021. In autunno a casa del ragazzo, che vive con i genitori, si presentano i carabinieri con un ordine di perquisizione. Cercano due tessere Poste Pay, di cui una era stata precedentemente bloccata da Poste Italiane che aveva riscontrato delle anomalie. I militari dell'Arma trovano proprio la carta di credito che non funziona e fanno scattare la denuncia. Nei mesi precedenti, infatti, le tessere intestate regolarmente al giovane erano state utilizzate per far cadere in un tranello svariati venditori un po' da tutta Italia. E, in alcuni casi, le truffe sarebbero state aggravate, e quindi con procedimento d'ufficio.
La spiegazione che il 20enne ha fornito ai proprio genitori e agli inquirenti è che il ragazzo minorenne gli avrebbe chiesto un favore. «Non so a chi rivolgermi - avrebbe detto il minore - I miei genitori sono all'estero e io ho finito i soldi. Ma se tu mi fai questa cortesia, io posso ricevere il denaro. È una cosa temporanea, qualche giorno e poi ritornano a casa e non ne avrò più bisogno». Di lì a una settimana il minorenne avrebbe anche riconsegnato la tessera che era stata bloccata da Poste, asserendo che c'erano dei problemi e non funzionava. Ma poi di lui, e dell'altra carta di credito, si sono perse le tracce. «Il giovane in questione - ha spiegato l'avvocato Ugo De Luchi, che difende il 20enne - è stato rintracciato ma ha negato ogni responsabilità. E così la patata bollente è rimasta in carico al mio cliente».

Delle tre denunce arrivate fino ad oggi (ma ne sono attese almeno altre cinque) quella presentata alla procura di Parma si è risolta con il risarcimento del valore della truffa (circa mille euro) e il ritiro della querela, mentre quella presentata a Padova, arrivata all'udienza preliminare, ha visto il reato riqualificato da truffa aggravata a truffa semplice. A Verona, invece, stanno ancora indagando.

«È stato un madornale errore di ingenuità - ha commenta l'avvocato De Luchi - Il mio assistito pensava di fare un favore ad un ragazzo praticamente suo coetaneo e invece è rimasto anche lui "fregato". Diciamo che la vita gli ha impartito una dura lezione sulla fiducia e su chi va riposta».

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