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Cronaca Castelnuovo del Garda / Via San Lorenzo

Pistola in faccia e casa devastata a Castelnuovo, rapinatore arrestato

I carabinieri hanno arrestato un cittadino albanese, iniziali K.J. e classe '89. Sono sicuri che lui e un suo complice ancora da identificare sono responsabili di una rapina avvenuta nel gennaio 2017 vicino a Cavalcaselle

I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Peschiera del Garda, guidati dal tenente Gerardo Longo, hanno arrestato ieri, 16 ottobre, un cittadino albanese, iniziali K.J. e classe '89, già noto alle forze dell'ordine. Il giovane è stato rinchiuso nel carcere di Montorio in virtù dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Verona. Il reato che gli viene contestato è rapina in abitazione in concorso. La rapina, infatti, sarebbe stata commessa da K.J. insieme ad un complice che i carabinieri devono ancora identificare.

LA RAPINA

Mercoledì 4 gennaio 2017. Una donna del '43 originaria del Trentino, ma residente da tempo a Castelnuovo del Garda, ospita la nipote di 7 anni per le vacanze natalizie. L'abitazione dell'anziana si trova in via San Lorenzo, vicino a Cavalcasella, in una zona molto isolata. Sono da poco passate le 22, la donna e la nipote stanno guardando la televisione in due stanze separate, quando sentono un frastuono enorme provenire dalla porta d'ingresso.

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(La casa rapinata - Foto Carabinieri)

L'edificio non ha strumenti di protezione perché la donna vive con una pensione, non possiede tanti oggetti di valore e quindi non pensa che dei rapinatori possano pensare di colpirla. Ma è proprio quello che accade. Due uomini, dal volto travisato e con i guanti alle mani, fanno irruzione abbattendo la porta di legno e vetro dell'abitazione. Uno dei due ha in mano la mazza usata per la porta, l'altro è invece armato di pistola, forse vera o forse giocattolo.

I rapinatori minacciano l'anziana, le puntano la pistola e urlando le ordinano di rivelare dove si trova la cassaforte. La donna non ha una cassaforte e continua a ripeterlo ai rapinatori che intanto sono entrati nella stanza della nipote. Anche la piccola viene minacciata. Anche a lei, i malviventi chiedono della cassaforte, ma anche lei non può rivelare nulla perché la cassaforte in casa non c'era.

I due sono arrivati a puntare la pistola sulla testa della bambina, dicendo alla nonna che avrebbero sparato se non trovavano la cassaforte. La donna, a quel punto, ha tirato fuori il bancomat e si è offerta di andare a prelevare tutto il denaro che aveva e di darlo ai rapinatori, pur di salvare la vita della nipote.

La rapina si conclude con una devestazione rabbiosa della casa e con un misero bottino: 15 euro, un vecchio Ipad e della bigiotteria. Alla donna viene portato via anche il cellulare. I due se ne vanno dicendo alla donna che all'esterno dell'abitazione ci sarebbe stato un loro complice che le avrebbe sparato se lei fosse uscita a chiedere aiuto.

L'anziana e la nipote passano così la notte in casa e all'alba del giorno dopo, il 5 gennaio, escono e chiamano i soccorsi.

LE INDAGINI DEI CARABINIERI

Nell'abitazione di via San Lorenzo arrivano i carabinieri che portano immediatamente soccorso e conforto alle vittime. Nel frattempo, cominciano i primi rilievi.

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(Il cancelletto dell'abitazione rapinata - Foto Carabinieri)

Vicino al cancelletto dell'abitazione i militari trovano un guanto usato da uno dei rapinatori.

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(Il guanto di un rapinatore trovato dai carabinieri - Foto Carabinieri)

Poco distante dall'abitazione, lungo la strada, i carabinieri recuperano anche il cellulare dell'anziana.

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(Il cellulare della vittima - Foto Carabinieri)

Le indagini sono state lunghe e complesse. I militari hanno raccolto quanto potevano sul luogo della rapina e i reperti sono stati trasmessi al reparto investigazioni scientifiche di Parma. I risultati delle analisi è stato poi incrociato con le informazioni raccolte attraverso testimonianze e filmati delle telecamere di videosorveglianza. Il tutto ha permesso ai militari di sentirsi certi del fatto che uno dei rapinatori fosse K.J.. La Procura di Verona ha condiviso i risultati dell'investigazione e per questo è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

L'ARRESTO

Quando è stato arrestato, K.J. è sembrato sorpreso perché pensava di non aver commesso errori durante la rapina. Ma l'errore più grande, lui e il suo complice, lo avevano commesso prima. Infatti, i due hanno rapinato la casa sbagliata. Il vero obiettivo dei rapinatori era una villetta di proprietà di un ristoratore situata nelle vicinanze di quella rapinata. I due pensavano che dopo le feste natalizie, la cassaforte del ristoratore contenesse notevoli incassi. Ma l'irruzione l'hanno compiuta nella casa sbagliata e gli errori commessi dopo la rapina hanno permesso ai carabinieri di risalire a K.J..

Ora il lavoro dei militari di Peschiera, comandati da Salvatore Beneduce, prosegue per identificare il complice del giovane albanese.

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