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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca San Michele / Via San Michele

Omicidio Cecchettin. Turetta, lacrime e silenzio davanti al gip, ma ammette: «Ho ucciso Giulia»

L'ex fidanzato della ragazza, unico indagato per il suo omicidio, ha scelto di non rispondere all'interrogatorio di garanzia, ma ha confermato quanto detto alla polizia tedesca. Nel frattempo l'avvocato della famiglia della vittima ipotizza che il delitto sia aggravato dal reato di stalking

Giorno importante quello del 28 novembre per il caso dell'omicidio di Giulia Cecchettin. Nella mattinata di martedì infatti Filippo Turetta ha sostenuto l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Benedetta Vitolo, con la presenza del pm Andrea Petroni: l'ex fidanzato è l'unico accusato dell'assassinio della 22enne ed è stato arrestato in Germania dopo una fuga lunga un migliaio di chilometri. 
Turetta dunque per la prima volta ha avuto la possibilità di fornire la propria versione dei fatti ma, come riportano i colleghi di Today.it, è rimasto in silenzio ed è scoppiato a piangere. Nel frattempo l'avvocato della famiglia Cecchettin ipotizza un nuova accusa contro il ragazzo, quella di stalking. 

L'interrogatorio

L'interrogatorio è durato circa 40 minuti. L'indagato poteva scegliere rimanere in silenzio, rendere solo una breve dichiarazione o raccontare la sua versione. Il giovane, concluse le formalità di rito, si è avvalso della prima opzione, scegliendo quindi di non rispondere, scoppiando poi in lacrime. 
La difesa potrebbe optare per la strategia di puntare tutto su un'istanza di perizia psichiatrica, ma al momento l'avvocato Giovanni Caruso ha solo chiarito che «non verrà presentata alcuna richiesta al Riesame» contro l'ordinanza di custodia in carcere, «né verranno chiesti affievolimenti della misura».
Per quanto riguarda l'accusa invece, non si sa ancora se verranno contestate una o più nuove aggravanti, compresa la premeditazione, la crudeltà (dipenderà dagli esiti dell'autopsia fissata per l'1 dicembre) e il reato di occultamento di cadavere. 
Nel frattempo il giovane tra qualche giorno verrà trasferito dal reparto infermeria alla sezione "protetti", per ancora maggiori tutele rispetto agli altri detenuti, dopo che avrà finito visite e valutazioni psicologiche e psichiatriche.

«Ho ammazzato la mia fidanzata e ho pensato di farla finita»

«Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello alla gola, ma non ho avuto il coraggio di farla finita». Sono le parole dette da Filippo Turetta ai poliziotti tedeschi che lo hanno arrestato (su mandato di arresto europeo) per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Questa confessione, secondo l'avvocato della difesa, è stata sostanzialmente ripetuta rendendola quindi valida per la giustizia italiana.

Nuove accuse: stalking

Come riporta l'ordinanza cautelare, Turetta al momento deve rispondere di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva terminata e di sequestro di persona, ma per il legale della sorella di Giulia, Elena Cecchettin, l'omicidio è «aggravato dallo stalking». L'avvocato Nicodemo Gentile infatti spiega che l'indagato avrebbe «dimostrato di essere un "molestatore assillante", il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono "fame di possesso" verso la nostra Giulia». Si tratta, ha chiarito, di «un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia». E ancora: «Un uso padronale del rapporto che ha spinto il Turetta prima a perpetrare reiterate azioni di molestie e controllo, anche tramite chiamate e messaggi incessanti, e poi, in ultimo l'omicidio, al fine di gratificare la sua volontà persecutoria».

Pochi giorni prima della tragica notte in cui è stata assassinata, Giulia Cecchettin si era confidata con le amiche chiedendo loro aiuto perché non riusciva a gestire il rapporto con l'ex fidanzato. Prova ne è il messaggio audio mandato in onda in esclusiva da "Chi l'ha visto": «Mi sento in una situazione in cui vorrei che sparisse, vorrei non avere più contatti con lui. Ma mi sento in colpa, perché ho troppa paura che possa farsi male in qualche modo - dice Giulia -. Lui mi viene a dire cose del tipo che è superdepresso, che ha smesso di mangiare, che passa le giornate a guardare il soffitto, che pensa solo ad ammazzarsi, che vorrebbe morire. Queste cose però suonano molto come ricatto. E allo stesso tempo mi viene a dire che l'unica luce che vede nelle sue giornate sono le uscite con me o i momenti in cui io gli scrivo. E quindi questa cosa, con il fatto che io vorrei non vederlo più perché comincio a non sopportarlo più, mi pesa. Non so come sparire, nel senso che vorrei fortemente sparire dalla sua vita, ma non so come farlo perché mi sento in colpa, perché ho troppa paura che possa farsi male in qualche modo». 

Le analisi sull'auto e il cellulare scomparso 

Sarà compito dei carabinieri del Ris analizzare la Fiat Grande Punto nera di Filippo Turetta nei prossimi giorni. Il veicolo si trova ancora in Germania, dove il ragazzo è stato arrestato, ma presto sarà in Italia. Gli investigatori verificheranno se Giulia Cecchettin sia stata accoltellata anche dentro l'abitacolo e se Filippo Turetta ha messo il corpo nel bagagliaio, prima di disfarsene lasciandolo in fondo a una scarpata di una zona montuosa della provincia di Pordenone.
Sarà sempre compito dei Ris svolgere gli accertamenti sulle tracce ematiche trovate sui due luoghi dell'aggressione a Vigonovo e Fossò e sui due coltelli recuperati: uno in strada e l'altro nell'auto. Verrà analizzato anche il nastro adesivo trovato in strada nei luoghi dell'aggressione, per capire se si tratta di quello comprato da Turetta pochi giorni prima dell'omicidio.
Manca ancora all'appello il cellulare di Giulia, mentre vicino al suo corpo c'era una sola scarpa insieme ad una ventina di oggetti, come dei vestiti della ragazza e un libro illustrato per l'infanzia. Su questi particolari gli investigatori vogliono vederci chiaro per capire se l'ex fidanzato abbia deciso appositamente di collocarli là.

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