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Cronaca

"La loro cassaforte era a Bussolengo"

I controlli della polizia in due locali veronesi dove la banda aveva scambiato 20mila euro

Trecento gli equipaggi della polizia impegnati durante tutta l’attività di indagine, venti le utenze cellulari intercettate, che hanno comportato l’ascolti di circa 45mila conversazioni telefoniche registrati. Oltre 20mila anche le utenze delle quali è stato analizzato il traffico. Questo il bilancio di otto mesi di indagine per l'operazione "Slot machines" della Squadra Mobile di Trento che ha portato all'arresto dei tre cittadini di orgine romena e di un quarto complice latitante e ricercato dalla polizia internazionale. La banda era formata da due gruppi operativi, il primo costituito dai tre scassinatori che materialmente penetravano nel locale, il secondo, il “palo” in contatto telefonico, dall’autista a bordo di un furgone rubato nei giorni precedenti e a poca distanza dall’obbiettivo. La prima chiamata al cellulare, verso le due di notte, dava il via al colpo, la seconda, alle 5, segnalava il via libera. Il furgone sfondava la vetrata del locale, le slot machines venivano caricate in fretta e furia e il gruppo si allontanava in pochi minuti.

Per evitare di essere intercettati- continua Giacomelli- i quattro percorrevano solo alcune centinaia di metri, nascondendo il furgone nelle vicinanze del locale derubato, soprattutto aperta campagna e boschi, in attesa del momento propizio per aprire le Slot Machines e sottrarne l’incasso. Poi, bottino alla mano, facevano ritorno a Bussolengo con la loro Land Rover”. A fornire preziosi dettagli per le indagini sono stati anche i controlli in due locali di Bussolengo dove due di loro si erano recati per cambiare da monetine a banconote ben 20mila euro. In quattro, in base alle accuse formulate dalla procure della Repubblica di Rovereto, avrebbero accumulato 54 capi d’imputazione: ai 29 furti si sommerebbero infatti le varie denuncie per scasso e danneggiamento. Due arrestati si trovano attualmente in carcere a Piacenza, mentre uno di loro è dietro alle sbarre a Rovereto.

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