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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Festival lirico al via tra polemiche e speranze

Nel mirino sempre i tagli al decreto Bondi, ma il mondo politico veronese risponde compatto

Si apre ufficialmente questa sera con la Turandot di Giacomo Puccini l’ottantesimo festival lirico dell’Arena. Una stagione che mai come quest’anno inizia tra le polemiche. Nell’occhio del ciclone i tagli al Fondo Unico per lo spettacolo (Fus) che potrebbero arrivare con l’approvazione del decreto Bondi.

Proprio contro questi tagli si era scagliato Franco Zeffirelli alla presentazione del calendario della stagione areniano. Il regista fiorentino, tornato a vestire i panni del direttore artistico del festival lirico, era stato duro: “La lirica non deve sottostare alla tirannia dei finanziamenti. I soldi a Verona ci sono, ma se li vengono a prendere a spettacolo finito i burocrati statali. L’Arena non dovrebbe pagare le tasse: la gente spende non poco per uno spettacolo che regala emozioni e sogni. Questi soldi andrebbero investiti proprio nell’Arena, per alimentare il sogno”.

A Verona l’importanza della manifestazione è riconosciuta da tutti, sia dal mondo economico che da quello politico. La stagione areniana, infatti, rappresenta un importantissimo volano per tutto il territorio provinciale che, durante l’estate lirica, ospita turisti provenienti da tutta Europa e dal mondo. Turisti che alloggiano nelle strutture alberghiere locali e che consumano i prodotti tipici. Una eventuale riduzione del calendario del festival, quindi, colpirebbe pesantemente uno dei più grandi punti di forza dell’economia veronese: il turismo.

Il mondo politico, dal canto suo, ha risposto compatto per difendere la stagione lirica e, di conseguenza, anche l’organizzatrice Fondazione Arena. A testimoniarlo il voto unanime con il quale il Consiglio comunale ha approvato, ieri, la mozione, a firma del capogruppo del Pd Stefania Sartori e sottoscritta da tutti i capigruppo consiliari, in merito alle “Problematiche della Fondazione Arena”.

Il documento impegna il sindaco Flavio Tosi, nella sua duplice veste di primo cittadino e di presidente della Fondazione, a valorizzare la qualità della tradizione lirica degli spettacoli areniani, potenziare la programmazione a medio termine delle rappresentazioni e la loro promozione finalizzata a mantenere Verona nei circuiti mondiali del turismo, insediare quanto prima, salvo indicazioni diverse derivanti da intervento di legge a livello regionale o nazionale, il comitato per la celebrazione del centenario che cade nel 2013, dotare la Fondazione stessa di un proprio auditorium all’Arsenale o, d’intesa con la proprietà, nell’area degli ex Magazzini Generali e sollecitare i parlamentari veronesi affinché si facciano promotori, nell’ambito della manovra economica in discussione, di una iniziativa volta alla defiscalizzazione dei contributi provenienti da privati a favore delle fondazioni lirico-sinfoniche.

Quindi, una cosa è certa, a Verona nessuno vuole che un patrimonio culturale come quello rappresentato dal festival della lirica venga dilapidato sulla sola base di una valutazione economica che colpirebbe arbitrariamente le fondazioni. “Serve una vera riforma per le Fondazioni – ha dichiarato la consigliere del Partito Democratico Orietta Salemi – e non un decreto capestro che sarà solo l’eutanasia degli Enti lirici. La cultura necessita oggi più che mai di un sostegno e di un rilancio importante”. Dello stesso avviso anche il capogruppo di Verona Civica Edoardo Tisato e Patrizia Bravo della Lista Zanotto: “Siamo di fronte ad un importante momento di riflessione sul futuro della Fondazione Arena, che necessita di piano di sviluppo chiaro e forte, in grado di sostenere la cultura ed il turismo di Verona”.

Infine, Erminia Perbellini, assessore alla Cultura, raggiunta telefonicamente prima della seduta del Consiglio comunale aveva affermato che “ci sono cose che possono essere tagliate, ma tagliare la cultura che è l’unica area di investimento e di crescita economica futura è assurdo. Pensiamo solo alla ricaduta sul nostro territorio, dove i turisti arrivano per la stagione lirica e per le opere d’arte e poi si fermano a consumare i prodotti tipici e ad alloggiare nelle strutture locale portando nella nostra provincia ricchezza”.

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