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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Zai / Viale del Lavoro

Due uomini scoperti ed arrestati dalla polizia durante un tentativo di furto a Verona

I due soggetti avrebbero dapprima pedinato e poi inseguito il dipendente di una ditta incaricato di prelevare denaro in contanti

La questura di Verona riferisce che sono stati convalidati questa mattina, venerdì 29 marzo, gli arresti di un ventenne e di un trentaquatrenne di origine bosniaca che sarebbero stati intercettati dalla polizia di Stato «nella flagranza di un tentativo di furto ai danni di un dipendente di un’azienda». Quest'ultimo, stando alla ricostruzione fornita dalla questura, sarebbe stato incaricato dalla propria azienda di prelevare del denaro contante dalle macchinette di una slot-machine. L'episodio, in particolare, risalirebbe alle ore 13 di martedì, quando il titolare della ditta avrebbe allertato la sala operativa della questura segnalando la presenza, a bordo di una Golf grigia, di due soggetti che sarebbero stati intenti ad inseguire un suo dipendente mentre si dirigeva con l’auto aziendale presso l’istituto di credito prestabilito per il versamento. Secondo il titolare della ditta, peraltro, la vettura segnalata sarebbe stata la stessa che, circa due settimane prima,  avrebbero utilizzato i presunti autori di un furto ai danni della sua azienda.

Giunti nei pressi di viale del Lavoro, il titolare dell’azienda che, nel frattempo, aveva raggiunto il dipendente, si sarebbe premurato di accompagnarlo in sicurezza presso l’istituto di credito, rimanendo in costante contatto con la sala operativa della polizia. Proprio in quel frangente, il ventenne e il trentaquatrenne di origine bosniaca sarebbero quindi stati intercettati dagli agenti delle volanti. Alla vista dei poliziotti, chiarisce la nota della questura di Verona, i due soggetti si sarebbero «allontanati frettolosamente in direzioni opposte, perseverando nel loro comportamento evasivo sia nel momento in cui è stato intimato l’alt, sia durante il tentativo di fuga». 

Stando a quanto riferito dalla polizia, i due soggetti avrebbero dapprima dichiarato di essere a piedi, tuttavia gli agenti avrebbero contestualmente trovato a terra proprio le chiavi della Golf. Solo di fronte all’evidenza, dunque, i due avrebbero poi «ammesso di gravitare nell’ambiente sinti di Reggio Emilia e di essere dediti alla commissione di furti». Circostanze che, spiegano dalla questura veronese, sarebbero poi state corroborate dalla successiva perquisizione personale e veicolare. Nelle loro tasche e all’interno dell’abitacolo, infatti, i poliziotti riferiscono di aver trovato «delle forbici da elettricista, una bomboletta di spray urticante, un flessibile a batteria ed un piccolo badile».

Ad aggravare gli indizi a carico dei due cittadini arrestati, sarebbero stati inoltre i risultati dell’analisi delle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza relative all’episodio di due settimane fa. Accertamenti che, a quanto si apprende dalla questura, avrebbero consentito ai poliziotti di «riconoscere chiaramente la corrispondenza della fisionomia del volto degli autori del furto e dell’auto da loro utilizzata». Considerata quindi non solo la flagranza del reato, ma soprattutto quello che dalla polizia definiscono «il pericolo concreto di reiterazione dello stesso», i due soggetti che risulterebbero peraltro «già pregiudicati e condannati per reati specifici», sono stati arrestati per «tentato furto aggravato in concorso e possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli». I due sono poi stati condotti presso il carcere di Montorio, in attesa dell’udienza di convalida. Questa mattina, secondo ciò che viene riferito dalla questura, il giudice ha convalidato l’arresto disponendo per entrambi la misura degli arresti domiciliari. Da ultimo, la nota della questura precisa che la responsabilità penale degli arrestati «sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile».

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