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Cronaca Castel d'Azzano / Via I Maggio

Latitante da tre anni viene rintracciato dai carabinieri a Castel d'Azzano e arrestato

L'uomo di 26 anni era ricercato e, una volta vistosi scoperto, avrebbe anche cercato di sfuggire arrampicandosi sul tetto

I militari della compagnia di Villafranca di Verona fanno sapere che, nella giornata di giovedì 15 febbraio 2024, a conclusione di una complessa attività d'indagine iniziata nel novembre del 2023, hanno arrestato «un 26enne colpito da un ordine di esecuzione di pene concorrenti emesso nel marzo del 2021 dall'Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica di Verona». In base a quanto è stato spiegato dai militari dell'Arma, l'uomo in questione sarebbe stato «condannato dal tribunale scaligero per i reati di rapina, furto aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti». I delitti contestati sarebbero stati compiuti nella provincia di Verona tra il 2015 e il 2016.

Gli uomini dell'Arma, dopo un'intera notte trascorsa ad osservare i movimenti in un'abitazione situata nella periferia di Castel d'Azzano, avuta contezza che l'uomo, il quale sarebbe stato ricercato da più di 3 anni, si nascondeva effettivamente all'interno dell'edificio, hanno effettuato un'«irruzione studiata in ogni minimo dettaglio». In quel momento, chiariscono ancora i carabinieri nella loro nota, l'uomo in questione si sarebbe trovato «insieme alla fidanzata e ad un'altra donna, proprietaria dell'immobile» e, alla vista dei militari avrebbe accennato «un disperato, quanto vano, tentativo di sottrarsi alla cattura arrampicandosi sul tetto».

Tuttavia, chiarisce la nota dei carabinieri, l'uomo sarebbe stato «immediatamente arrestato dai militari che nel frattempo avevano bloccato ogni possibile via di fuga». Dopo la notifica del provvedimento e le operazioni di fotosegnalamento l'uomo è stato associato alla casa circondariale di Verona Montorio, mentre la posizione delle due donne risulterebbe «al vaglio dell'autorità giudiziaria». La nota dei militari, infine, sottolinea che «la misura è stata adottata d’iniziativa da parte del comando procedente e che, per il principio della presunzione d’innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta alle indagini in relazione alle attività in questione sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna o forme analoghe».

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