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Sconto sulla Tari per le attività di Verona che donano le eccedenze alimentari a chi ne ha bisogno

L'Amministrazione comunale ha lanciato la nuova iniziativa che amplia «le agevolazioni favorendo al contempo le fasce più fragili che beneficeranno del recupero alimentare, con l’attenzione altresì per l’ambiente, perché recuperare equivale a non smaltire»

Frutta, verdura, latticini, pane, uova e altri generi alimentari. Sono tanti i prodotti ancora utilizzabili, ma tolti dagli scaffali di alimentari e supermercati, che le attività possono scegliere di donare ad enti veronesi di assistenza e beneficenza invece di buttarli.
È quanto cerca di sostenere l’Amministrazione comunale di Verona con l’approvazione nella Giunta di venerdì, su richiesta dell’Assessorato alle Politiche sociali, di un nuovo progetto socio-economico che amplia il riconoscimento di una riduzione della quota variabile della Tari a tutte le attività economiche (commerciali, industriali, professionali e produttive) che creano o distribuiscono beni alimentari e che a titolo gratuito decideranno di cederne le eccedenze, attraverso associazioni assistenziali, in favore di chi è nel bisogno oppure per l'alimentazione animale. Per farlo l'Amministrazione ha effettuato alcune modifiche al Regolamento per la disciplina della tassa rifiuti – Tari, che ampliano il riconoscimento di uno sgravio tributario a tutte le attività economiche aderenti l’iniziativa.

L’idea infatti è sostenuta da anni sul territorio comunale e provinciale attraverso il progetto R.e.b.u.s., finalizzato appunto al recupero di beni rimasti invenduti. La novità è che ora si amplia a tutti, senza collegamenti al progetto, con la massima libertà di azione, in modo da poterne favorire il più possibile la partecipazione e il successo in termini di donazioni e cittadini e cittadine aiutati.

Il tutto per favorire la diffusione di un modello solidale di gestione dello spreco, e per ridurre e prevenire la produzione di rifiuti alla fonte. Inoltre, per promuovere la diffusione di buone prassi di recupero e riuso di beni, in particolare alimentari, da destinare a quanti si trovano in condizioni di disagio e marginalità, oltre a stimolare la cittadinanza ad essere attiva, responsabile e compartecipe.

La riduzione della quota variabile sarà proporzionale alla quantità di alimenti ceduti, secondo quanto disposto da regolamento, e quindi non conferiti come rifiuti per lo smaltimento.

Con il documento è stata accolta anche la richiesta dell'Associazione Confindustria di spostare il termine di presentazione della documentazione, dal 30 gennaio al 30 aprile, per ottenere una riduzione della parte variabile della tassazione sui rifiuti. Il termine del 30 gennaio risultava particolarmente penalizzante per le attività economiche, che in alcuni casi non riuscivano a presentare la documentazione in tempo necessario. Spostando il termine al 30 aprile viene riconosciuto loro un più ampio periodo per la gestione delle richieste.

«Ancora una volta l’Amministrazione amplia le agevolazioni favorendo al contempo le fasce più fragili che beneficeranno del recupero alimentare, con l’attenzione altresì per l’ambiente, perché recuperare equivale a non smaltire – dichiara l’assessora alle Politiche sociali Luisa Ceni – è il tipico esempio in cui "tutti vincono". Inoltre, per la prima volta, in favore delle attività economiche viene spostato il termine per ottenere una riduzione della parte variabile della tassazione sui rifiuti. Un risultato frutto del confronto e dell’interazione con le categorie produttive, con cui viene portato avanti un rapporto costruttivo».

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