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San Martino Buon Albergo si oppone alla centrale idroelettrica sul Fibbio

Il Comune ha presentato ricorso contro il provvedimento regionale che sostanzialmente autorizza la costruzione dell'impianto. Il sindaco Furlani: «Ci sono soluzioni alternative senza impatto negativo sull’ambiente»

Il Comune di San Martino Buon Albergo ha depositato il ricorso al Tribunale superiore delle acque pubbliche di Roma per chiedere sospensione e annullamento del decreto con cui la Regione Veneto ha di fatto autorizzato la costruzione e l’esercizio di una piccola centrale idroelettrica sul fiume Fibbio nella frazione di Ferrazze.

Si tratta dell’ennesimo capitolo di un iter lungo e controverso fatto di provvedimenti e ricorsi. Risale infatti al 2009 il primo progetto per la realizzazione della centralina presentato alla Regione Veneto. A distanza di un anno, la Regione ha sospeso l’efficacia dell’autorizzazione accordata in attesa delle determinazioni della Soprintendenza rispetto all’accertato vincolo monumentale. Da qui il primo ricorso dei privati che ha visto la costituzione in giudizio anche del Comune.
Nel 2021, il Tribunale superiore delle acque pubbliche ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità della posizione assunta dalla Soprintendenza rispetto all’esistenza del vincolo storico-artistico. Ma nel luglio di quest’anno, alla luce del nulla osta della Soprintendenza, la Regione ha sostanzialmente concesso una proroga rispetto ai termini originali dell’autorizzazione, stabilendo in un anno dall’entrata in vigore del proprio decreto il termine di inizio lavori per consentire lo svolgimento delle procedure di esproprio.

«Dopo il provvedimento della Regione - ha spiegato il sindaco di San Martino Giulio Furlani - avevamo promesso che avremmo percorso ogni strada per opporci. Da anni ci battiamo contro questo progetto per salvaguardare l’ambiente e il valore naturale di quella zona e continueremo a stare al fianco dei cittadini determinati a cercare una soluzione per far prevalere l’interesse pubblico della nostra comunità». Secondo il Comune di San Martino Buon Albergo e i comitati locali, la centralina avrebbe conseguenze impattanti sulla zona senza apportare alcun beneficio alla produzione di energia elettrica. E a sostegno di questa tesi sono stati evidenziati i calcoli che riguardano la portata del Fibbio e che sono stati utilizzati a corredo del progetto. Calcoli che risultano riferibili ad un periodo antecedente al 2003, mentre oggi la portata del fiume si è sensibilmente ridotta.

«Ci sono soluzioni alternative - ha proseguito il sindaco - che permetterebbero di produrre energia da fonti rinnovabili evitando l’impatto negativo sull’ambiente. Per esempio, consentendo l'installazione di pannelli fotovoltaici sulle abitazioni della zona, si potrebbe raggiungere una potenza simile a quella prevista dalla centralina senza arrecare danno al territorio».

Il nuovo ricorso riporta il tema della centralina al Tribunale superiore delle acque, richiamando l’attenzione anche sulla reale portata d’acqua del Fibbio e sull’accresciuto pericolo idraulico della zona, peraltro già oggetto di esondazioni nel 2013.

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