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Cittadinanza attiva con patti di sussidiarietà, 131 accordi sottoscritto in 6 anni

Sono stati più di 5mila i cittadini coinvolti con questi accordi e almeno 85mila quelli che hanno goduto delle attività svolte

Un’avventura partita nel 2017, quando i patti di sussidiarietà furono quattro. Patti che poi sono aumentati negli anni successivi, fino ad arrivare oggi a quota 131, con l'ultimo siglato giovedì scorso, 15 giugno, negli uffici del Comune.

Quella dei cittadini attivi sul territorio comunale è una storia che interessa tutte le circoscrizioni, diversì ambiti di intervento e tante realtà locali. In poco più di 6 anni sono quasi 5mila i cittadini coinvolti nei patti e sono almeno 85mila quelli che hanno goduto delle attività frutto dei patti siglati con il Comune. Dati che tuttavia vanno letti per difetto, per la difficoltà di mappare con esattezza i fruitori di beni pubblici, come possono essere un percorso pedonale ripulito o uno spazio pubblico per attività culturali.

I patti di sussidiarietà sono uno strumento giuridico di cui il Comune si è dotato nel 2017 e per la cui attuazione è stato predisposto un apposito regolamento, approvato dal consiglio comunale nel marzo di quell'anno. Di fatto, sono degli accordi tra Comune e cittadini attivi che mettono a disposizione tempo e competenze per occuparsidi progetti o interventi a favore dell'intera collettività.
In questi sei anni ne sono stati siglati di ogni genere, in ambiti che spaziano dalla tutela del verde alle attività culturali, dallo sport ai servizi per la comunità. I primi a proporsi come attivi sono stati gruppi di genitori che, coadiuvati dal Comune, hanno effettuato lavori di piccola manutenzione nelle scuole dei loro figli. Una bella fetta di patti si dedica al verde e all’ambiente, con associazioni come Plastic Free e Cittadinanza Attiva, che vengono supportate da Amia. Tra i patti di maggior successo, c'è quello legato al progetto "Ci Sto?! Affare fatica" con associazioni, cooperative e circoscrizioni impegnate per occupare in azioni socialmente utili gli adolescenti durante le vacanze estive. E sono frutto della cittadinanza attiva anche il display conta biciclette di Fiab, lo sportello di pronto soccorso psicologico come risposta ai problemi causati dalla pandemia e quello per i familiari delle vittime della strada aperto in municipio, il restauro del Monumento ai Caduti di Quinzano realizzato dagli studenti dell'Accademia di Belle Arti. Ma anche progetti culturali, come la mostra fotografica che ha trovato spazio in municipio o il tour virtuale di Verona realizzato a scopi turistici, ma che mette in rete i luoghi dei patti di sussidiarietà.
Di recente hanno preso il via i progetti per i murales a Montorio e, sempre in quel quartiere, anche l'apertura dell’ex Lager da parte dell’associazione Montorio Veronese, la presa in gestione dell’ex edicola di Veronetta da parte dell’associazione Dhub per farne un luogo di aggregazione sociale.
Tanti patti anche a vantaggio dei giovani, ad esempio quello che mette a disposizione la piastra sportiva allo skate park di Via Galliano grazie all’associazione Skate Park Galliano, oppure quello proposto dall’associazione Corteccia che realizza attività di aggregazione per i giovani a Montorio.

Il primo report sulla sussidiarietà è stato presentato giovedì scorso in municipio alla presenza di numerosi cittadini attivi che hanno raccontato la propria esperienza fornendo nuovi spunti di lavoro e riflessione.

«I patti di collaborazione ci restituiscono un modello di partecipazione civica completamente diverso da quello che siamo abituati a concepire a livello d’azione con le pubbliche amministrazioni - ha detto l’assessore all'innovazione Jacopo Buffolo - Se la partecipazione è un valore importante, lo è anche dare lo spazio per raccontare queste attività con momenti di confronto per capire sempre di più come immaginarci un’amministrazione condivisa e partecipata per dare risposte ai micro bisogni del territorio».
«Il merito di questi risultati è senza dubbio dei cittadini che si mettono a disposizione - ha aggiunto il direttore generale Giuseppe Baratta - Al Comune va riconosciuta la capacità di incanalare la creatività e i sogni dei volontari in percorsi e procedure praticabili, incrociando quindi la capacità giuridico amministrativa degli uffici con il bisogno di fare del bene per il proprio territorio. Più dei numeri sono significativi i contenuti dei patti. Certo per un Comune delle dimensioni di Verona sono risultati davvero significativi».
«Il report racconta i sei anni di sussidiarietà nel nostro Comune - ha spiegato la responsabile Lisa Lanzoni - È stato costruito un servizio che funge ora da punto di ingresso e di uscita per i patti. Difficile quantificare i beneficiari delle attività messe in atto grazie alle collaborazioni tra Comune e cittadini, di certo è stato fatto un grande lavoro tra i diversi referenti e le circoscrizioni che permette una co-progettazione quotidiana. Siamo stati uno dei primi Comuni in Italia a dotarci di uno strumento giuridico specifico, un modello che è già stato preso ad esempio da città più grandi e che è stato presentato anche all’estero. C’è poi un continuo lavoro di confronto con tutti i cittadini attivi attraverso il laboratorio per la sussidiarietà che si riunisce periodicamente per affrontare insieme problematiche e proposte».
«A distanza di un paio d’anni dall’avvio di questa sinergia all’insegna dell’ambiente, il bilancio è assolutamente positivo ed incoraggiante - ha concluso il presidente di Amia Bruno Tacchella - Sono infatti circa 200 le uscite e le attività messe in atto dalle numerose associazioni del territorio coinvolte nei patti. Un progetto sempre più inclusivo di partecipazione attiva che sta garantendo e continuerà a garantire azioni concrete sul territorio».

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