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Procreazione assistita. «Occasione per ampliare il servizio arriva dall'ospedale Magalini»

Sulla questione sono intervenuti Vincenzo Tinelli, responsabile Sanità della segreteria del PD di Verona, e Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico: «In provincia di Verona l’unico centro pubblico che si occupa di questo è quello del Policlinico di Borgo Roma»

«Troppo spesso la procreazione assistita viene associata ad un capriccio dei singoli o ad operazioni che vanno contro il corso naturale. La verità è che negli ultimi due decenni i casi di infertilità e di difficoltà di concepimento sono raddoppiati e sempre più coppie si sottopongono alle cure dei centri specializzati». Ad intervenire sul tema sono Vincenzo Tinelli, responsabile Sanità della segreteria del PD di Verona, e Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico, che sulla questione era già intervenuta dopo la delibera della giunta regionale del Veneto con cui si istituisce la Rete Regionale per la Procreazione Medicalmente Assistita (Pma). 

«Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità - proseguono i dem - l’infertilità colpisce circa il 15% delle coppie, con una ripartizione praticamente equa fra donne e uomini, mentre nel 20% dei casi le difficoltà di concepimento non hanno una causa ben definita. Sono numeri importanti, tanto da rendere questa serie di problematiche una delle concause dell’attuale calo demografico, in particolare nel calo del tasso di natalità, assieme a tutti i fattori sociali e culturali che conosciamo.
Una politica priva di preclusioni e ideologismi, vicina ai bisogni dei cittadini e delle persone, dovrebbe farsi carico di questi aspetti che riguardano la salute delle persone, in particolare quella della donna, e più in generale il benessere e lo sviluppo della comunità».

Tinelli e Bigon si concentrano poi sulla zona scaligera: «Attualmente nella provincia di Verona l’unico centro pubblico (assieme ad altre 3 strutture private) che si occupa di procreazione assistita è quello del Policlinico di Borgo Roma. Si tratta di un centro di secondo e terzo livello, vale a dire abilitato alle tecniche di fecondazione in vitro, al di fuori del corpo della donna. Ma l’infertilità è un problema molto più vasto e variegato e al momento non è dato sapere quante siano le coppie della provincia di Verona che, vista l'offerta ancora limitata, emigrano nelle altre province venete (in Veneto i centri PMA sono 36 in totale) o, addirittura, nelle altre regioni, per risolvere il loro problemi di infertilità. Di sicuro tante, molte di più di quelle che ci aspetteremmo.
Un'occasione per ampliare l'offerta di questo servizio è data dall’ospedale Magalini di Villafranca, che le schede sanitarie della Regione Veneto indicano proprio come un centro di riferimento per l’area maternità. Qui esiste infatti una equipe diretta da un Primario con l'esperienza e le competenze necessarie ad approntare un Centro PMA con tutte le caratteristiche richieste dalla Legge 19 febbraio 2004».

I due esponenti del PD si rivolgono dunque a Palazzo Balbi: «È dunque necessario che la Regione Veneto chiarisca la propria posizione in merito a questo servizio e stanzi le risorse necessarie a diffondere questi centri sul territorio. A differenza che nel privato, in un centro pubblico i costi dell’iter diagnostico/terapeutico sono sostenibili anche da coppie con bassa disponibilità economica.
Dobbiamo tendere ad un modello di sanità che includa il percorso di PMA all’interno di un contesto e di un programma più ampio dedicato alla tutela della donna, della maternità e della genitorialità, arrivando in definitiva ad affiancare tutti i maggiori Punti nascita attualmente esistenti».

Lo stesso Comitato per il Magalini, poco dopo la delibera della Regione, aveva espresso la propria perplessità per il mancato inserimento dell'ospedale di Villafranca di Verona nella delibera in questione. 
«Il Comitato a sostegno dell’Ospedale Magalini di Villafranca esprime preoccupazione e rammarico in merito alla delibera proposta dall’Assessore Lanzarin sulla Procreazione Medicalmente Assistita. Come si legge sul Sito della Regione stessa nel Comunicato n 1493 del 13 luglio 2022 Giunta veneta ha deciso di istituire la Rete Regionale per la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), che sarà strutturata sul territorio in Centri Hub Regionali, Centri Hub, Centri Spoke e Ambulatori di prossimità.
Infatti in tale delibera nell’Ulss 9 Scaligera non sono inserite strutture pubbliche per la Procreazione Medicalmente Assistita.
È invece inserita la struttura presso l’ospedale privato convenzionato Sacro Cuore di Negrar.
Nelle schede regionali sono previsti presso l’ospedale Magalini di Villafranca di Verona posti letto di ostetricia e ginecologia con attività di procreazione medicalmente assistita.
Purtroppo questa attività non è mai decollata e secondo tale delibera non è neppure prevista.
Ancora una volta all’Ospedale Magalini non viene data l’occasione di esprimere le proprie potenzialità.
Il primario di ostetricia e ginecologia è a scavalco tra il Magalini e l’ospedale Fracastoro di San Bonifacio. Se anche lui andasse a San Bonifacio sarebbe un’altra fuga a causa del Covid Hospital del Magalini.
Ribadiamo il concetto che tale ospedale deve ripartire in piena regola, come era previsto. E questa sarebbe una delle tante opportunità. Purtroppo la decisione di farlo diventare Covid Hospital nella prima ondata della pandemia lo ha penalizzato anche per la “fuga” massiccia di medici in altri ospedali».

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