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Attualità Centro storico / Piazzetta Mura Gallieno, 5

Casa di Deborah più grande e accogliente: inaugurata la nuova abitazione. Tommasi: «Simbolo nel cuore Verona»

Oltre a diversi rappresentanti del Comune era presente anche il vescovo Domenico Pompili

È stata inaugurata oggi, mercoledì 10 gennaio, la nuova casa di “Casa di Deborah” in piazza Mura Gallieno, 5. Presenti al tagliato del nastro il sindaco Damiano Tommasi e il Vescovo Domenico Pompili. «Quando una famiglia si allarga, anche la casa di deve allargare». Così ha sintetizzato il senso del trasferimento nella nuova sede la dott.ssa Giuseppina Vellone, fondatrice e direttrice generale della Fondazione “Famiglie per la Famiglia” che gestisce Casa di Deborah.

«Nei locali annessi alla Parrocchia di San Nicolò all’Arena, - spiega una nota del Comune di Verona - ora il centro di aggregazione gode di nuovi spazi che permettono di dare ancora maggior opportunità ai giovani che la frequentano e agli adulti che li accompagnano nel percorso educativo, sociale e culturale. La nuova sede dispone di diversi locali, che consentono attività di studio, di gioco e di relazione; gode inoltre di una splendida sala per incontri e seminari, parte integrante dell’attività della Fondazione, aperti anche alla cittadinanza».

Casa di Deborah - Inaugurazion e 2024 - Questore Massucci e sindaco Tommasi : foto ufficio stampa Comune di Verona

Significativa la presenza del vescovo Domenico Pompili, che ha contribuito in modo determinante a individuare la nuova sede, e del sindaco Damiano Tommasi, che ha fin da subito, con la sua amministrazione condiviso il progetto di Casa di Deborah. «Siamo orgogliosi di inaugurare la nuova sede della Casa di Deborah che, per una serie di coincidenze, è un simbolo nel cuore della nostra città - ha commentato il sindaco Damiano Tommasi -. Un’iniziativa di accoglienza, di ascolto e di energia positiva nata da un’esperienza difficile, che vuole essere di accompagnamento non solo alle persone che la frequentano, ma anche ai tanti volontari e a coloro che, in rete, stanno portando avanti questo progetto, offrendo quello che possono e quello che si sentono di dare. Ci auguriamo tutti che non sia solo un simbolo, ma anche uno spunto di riflessione che educa, trasmettendo senso di comunità, per essere a disposizione degli altri. Un esempio da seguire per una comunità che vuole essere unita, crescere e rispondere alle esigenze del territorio».

Ad intervenire è stato poi l’assessora alle politiche sociali e abitative Luisa Ceni: «La nuova sede è un’opportunità che, insieme al Comune di Verona e alla Diocesi, viene offerta alla città grazie soprattutto al progetto di Casa di Deborah, testimonianza di un privato sociale senza il quale oggi non si riuscirebbe a far niente sul nostro territorio. Servono infatti molte forze, ma anche specializzazioni, che alla Casa di Deborah si trovano. Il Comune ha aderito a questa proposta sociale, - ha precisato l'assessora Ceni - che è consolidata da qualche anno e che ora si è trasferita in un luogo centralissimo dimostrando grande vicinanza anche alle nostre realtà comunali. Potrà ospitare ragazzi e ragazze che accedono direttamente, o anche segnalati dai servizi sociali che hanno seguito tutta la procedura di accreditamento necessaria per la presa in carico complessiva da parte della struttura. Vari livelli di assistenza attraverso un modello che ha dimostrato di essere un importante alleato nei servizi sociali del Comune».

La sede, secondo quanto è stato riferito dal Comune di Verona, ha potuto essere ristrutturata anche grazie al contributo di alcune aziende e di alcuni imprenditori locali, Mario Francescotti, Giancarlo Perbellini e Silvia Bernardocchi, Gruppo Italiano Vini ed alla cena dei “Re Magi” organizzata dalla questura e dal Comune di Verona. «Tutti gli arredi - precisano da Palazzo Barbieri - sono stati forniti gratuitamente da Ikea Italia grazie al progetto “Un posto da chiamare casa”, tramite il quale l’azienda si impegna da più di dieci anni al fianco di associazioni e istituzioni locali a riqualificare e arredare spazi inutilizzati o da rinnovare, trasformandoli in luoghi di accoglienza da restituire alle comunità». Per l'amministrazione erano inoltre presenti all'inaugurazione la vicesindaca Barbara Bissoli, gli assessori Luisa Ceni, Stefania Zivelonghi, Jacopo Buffolo e Tommaso Ferrari.

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