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Job&Orienta, l'alternanza scuola/lavoro fa bene agli studenti: la conferma dagli istituti

Dati Cisl: «Per il 92% dei ragazzi, l'esperienza è importante ai fini dell’orientamento»

L’alternanza scuola lavoro fa bene agli studenti, non solo ai fini della formazione e dell’orientamento, ma anche del profitto scolastico. A confermarlo sono gli insegnanti stessi, come rileva l’indagine realizzata dall’Ufficio scolastico regionale del Veneto (2018) che ha coinvolto la quasi totalità (96,8%) delle 342 scuole superiori di secondo grado della regione. Dal monitoraggio emerge infatti che il 43% degli istituti dichiara di aver verificato, in seguito all’esperienza di alternanza, un miglioramento evidente nella condotta degli studenti, e ben il 50% ha osservato una crescita del profitto.

Il territorio veneto, dove di fatto l’alternanza era stata avviata ben prima dell’obbligo di legge, è quello che a livello nazionale ha mostrato le migliori performance, ottenendo non solo un’ottima risposta da parte delle aziende ospitanti e la soddisfazione dei docenti, ma anche quella degli studenti, interpellati attraverso un sondaggio di Cisl Veneto. Alle scuole e al territorio veneto l’alternanza, al suo avvio, lanciava almeno due sfide. La prima: riuscire a coinvolgere nelle attività fuori dall’aula un numero di studenti di terzo, quarto e quinto anno che, “a regime”, ossia nel 2017-18, avrebbe dovuto triplicare rispetto a quello del 2015-16. La seconda: svolgere il numero delle ore previste dalla legge per il triennio (200 per i licei, 400 per i tecnici e i professionali).

I dati raccolti dall’Usr Veneto raccontano che gli obiettivi sono stati pienamente raggiunti: gli allievi coinvolti in asl ammontano a 115mila, mediamente 335 per ciascuna sede scolastica, l’80% degli istituti ha assicurato ai propri studenti il percorso completo, offrendo loro di svolgere periodi di apprendimento nelle imprese, negli enti e nelle associazioni, anche all’estero (44% delle scuole). Il buon esito è stato reso possibile anche grazie alla disponibilità delle oltre 40mila aziende che hanno accolto gli studenti dei licei e degli istituti tecnici e professionali. Maggiormente coinvolto è stato il settore dei servizi, soprattutto commercio e tempo libero-turismo-cultura, ma anche servizi alla persona.

Ma al di là della quantità di ore svolte e di progetti avviati, i numeri  raccontano anche - e soprattutto - la qualità delle esperienze: il 39% delle scuole sottolineano il fatto di aver avuto un ruolo attivo nell’adempiere l’obbligo di legge, vivendolo come opportunità per scambiare strumenti e tecnologie, stimolo a modificare i contenuti disciplinari, impulso per scoprire nuove curvature dell’offerta formativa. Più di un istituto su cinque (23%) ha addirittura avviato progetti di ricerca con l’impresa.

«Nel configurarsi come “laboratorio” diffuso nel territorio, sfidante per il giovane che si mette alla prova in compiti reali - commenta Augusta Celada, direttore generale dell’Ufficio Scolastico regionale per il Veneto - l’alternanza mostra le sue potenzialità formative, come ambiente favorevole a motivare e rafforzare lo stesso apprendimento scolastico».

L’esito positivo di questo ampio ed approfondito lavoro di squadra scuola-impresa, infine, è confermato anche dai protagonisti: gli studenti. Le loro opinioni sono state raccolte da Cisl Veneto, che proprio alla scorsa edizione di JOB&Orienta ha interpellato oltre mille studenti provenienti per lo più dalle regioni Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. L’87% di loro ritiene che l’esperienza di alternanza sia stata positiva o molto positiva, l’84% sostiene di aver acquisito competenze utili per il lavoro e la quasi totalità (92%) evidenzia l’importanza di questa esperienza ai fini dell’orientamento, per trovare la propria strada nella vita. L'indagine promossa da Cisl Veneto è stata affidata per la sua realizzazione alla Fondazione Corazzin. All'analisi dei dati hanno preso parte un gruppo di studenti in alternanza. «La nostra indagine - spiega Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto - ha l’obiettivo di dare la voce ai giovani perché molto spesso a parlare di alternanza sono le istituzioni e le parti sociali. Dalla ricerca emerge un’esperienza positiva, da valorizzare anche nel futuro. Riteniamo che sia senz’altro sbagliato ridurre il numero di ore minimo così come tagliare i finanziamenti. Sono anche molti imprenditori a testimoniare che i ragazzi portano energia nuova nelle imprese».

«I giovani veneti - conclude Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione, formazione e lavoro - hanno più chance, perché hanno intorno una bella comunità educante fatta di imprese e di istituzioni che si rapportano con le scuole. Dobbiamo rispondere alle richieste che arrivano dal mondo del lavoro, esortando i ragazzi a intraprendere i percorsi di alternanza, che permettono di “sperimentare” il lavoro. Il nostro impegno nei confronti del Governo sarà volto a mantenere e valorizzare questo importante strumento di orientamento e di crescita».

Oltre i numeri, sono le storie a raccontare l’eccellenza veneta: tantissime quelle esemplari a cui JOB&Orienta, in questi giorni, sta dando voce. Solo per citarne qualcuna: gli studenti del liceo scientifico "Copernico" di Verona hanno partecipato ad alcune esercitazioni al fianco della Protezione civile in diversi contesti d’azione (incendio boschivo, situazioni di dissesto idrogeologico e calamità naturale, ricerca di persone scomparse), sviluppando competenze trasversali del tutto attinenti alle materie d’indirizzo (matematica, fisica, scienze della terra); al liceo classico “Pigafetta” di Vicenza due studentesse del terzo anno, presso la Cgil-Camera del lavoro, hanno condotto un’indagine sui bisogni sociali della loro città, rilevando problemi, carenze, cause di disagio e aree di miglioramento; all’Itse “Colombo” di Porto Viro (Rovigo), infine, i ragazzi hanno messo le “mani in pasta”, grazie alla collaborazione con il ristorante “Zafferano”: hanno imparato a pulire e cucinare il pesce, preparare primi e secondi piatti, pizza e dolci. Il tutto in un contesto inclusivo, pensato per far lavorare insieme alcuni compagni con disabilità.

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