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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Più colesterolo nel sangue a causa dei Pfas, ne riducono l'assorbimento

Uno studio dell'università di Padova ha individuato il meccanismo di interferenza dei Pfas nell'assorbimento del colesterolo da parte del fegato. I casi di ipercolesterolemia nelle zone contaminate sono più del doppio del normale

C'è una correlazione tra la presenza di Pfas nell'organismo e l'aumento del colesterolo. In base ad uno studio dell'università di Padova, pubblicato sulla rivista internazionale Toxicology Reports, i composti perfluoro-alchilici (Pfas) interferirebbero con il processo di assorbimento cellulare del colesterolo dal sangue. E questo aumenterebbe ad esempio il rischio di infatti nelle aree maggiormente esposte alla contaminazione da Pfas. Aree che, come è noto, sono presenti in Veneto e comprendono anche una parte della provincia di Verona.

Lo studio è stato firmato dal professor Carlo Foresta, in collaborazione con Alberto Ferlin, ordinario di endocrinologia, e Nicola Ferri, ordinario di farmacologia, e con la collaborazione del dottor Luca De Toni e del dottor Andrea Di Nisio, del dipartimento di medicina dell'università di Padova.
Gli studiosi sono partiti dai risultati di diversi studi epidemiologici condotti anche in Veneto sulla popolazione residente in zone contaminate da Pfas. Questi studi mostrano che la percentuale dei soggetti con elevati livelli di colesterolo nel sangue, nella fascia di età compresa tra i 35 e i 75 anni, è più del doppio rispetto alla popolazione generale. E ciò significa che le popolazioni più esposte all'inquinamento dei Pfas hanno più probabilità di avere malattie cardiache, essendo l'eccesso di colesterolo il principale fattore di rischio per infarti e ischemie.
Lo studio sperimentale, coordinato dal professor Foresta, ha messo in evidenza il meccanismo attraverso il quale i Pfas interferiscono con il processo di assorbimento cellulare del colesterolo dal sangue. In sintesi, la ricerca ha dimostrato che queste sostanze interagiscono con la membrana delle cellule del fegato e ostacolano il normale assorbimento di colesterolo, incrementandone quindi i livelli circolanti.

«Questi risultati sono molto importanti - ha commentato Foresta - perché mettono in evidenza i meccanismi attraverso i quali i Pfas inducono una disfunzione epatica cellulare in grado di giustificare l'ipercolesterolemia osservata nella popolazione esposta. Considerata l’elevata prevalenza di questa patologia nella popolazione veneta ad elevata esposizione agli Pfas, l’abbattimento dei livelli di queste sostanze tanto nell’ambiente quanto nel sangue, diventa una priorità non trascurabile per la tutela della salute pubblica».

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