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Discarica di amianto a Valeggio, progetto presentato ma restano i dubbi

Progeco Ambiente ha descritto l'impianto che vorrebbe attivare in località Ca' Baldassarre in un'assemblea pubblica in cui hanno manifestato in modo pacifico anche i membri del comitato dei contrari

Progeco Ambiente è riuscita a presentare il progetto del sito di stoccaggio di rifiuti contenenti amianto che l'azienda bresciana vorrebbe realizzare nella località di Ca' Baldassarre, a Valeggio sul Mincio. L'assemblea pubblica si è tenuta ieri, 18 marzo, e come era prevedibile alcuni membri del comitato locale contro la discarica hanno manifestato il loro dissenso al progetto. La protesta non è stata troppo di disturbo alla serata. I rappresentanti del comitato si sono presentati in tute bianche e mascherine ed in fondo all'aula magna della scuola media di Valeggio hanno esposto i loro striscioni. Una manifestazione statica e pacifica, che non ha intralciato la presentazione, ma che comunque ha reso palpabile quel sentimento di avversione nei confronti della discarica.

presentazione progetto discarica amianto valeggio 18 marzo

Un sentimento che, comunque, ha serpeggiato tra tutti i partecipanti e che la Progeco Ambiente non ha dissipato.
La presentazione è stata introdotta dalla commissaria Lucrezia Loizzo che fino alle prossime elezioni ha il compito di gestire l'ordinaria amministrazione del Comune di Valeggio. L'amministratore delegato di Progeco Ambiente Giovanni Bonacina ha poi spiegato che il progetto è stato presentato alla Regione Veneto per l'ottenimento dell'autorizzazione. E con l'aiuto di alcuni tecnici, Bonacina ha descritto in termini generali tutte le caratteristiche della discarica, i suoi aspetti strutturali e di vigilanza, oltre agli aspetti che riguardano la sicurezza.
Tra i tecnici erano presenti anche un ingegnere strutturista, un fisico, un biologo e un epidemiologo che si sono soffermati proprio sulla sicurezza dell’impianto, sulla sua durata decennale di riempimento, sui materiali impermeabilizzanti che verranno utilizzati e sui rischi per la salute pubblica e l’ambiente.

Al termine della presentazione, numerose sono state le domande e gli interventi da parte dei cittadini presenti, i quali hanno evidenziato che la costruzione della discarica è limitrofa a quelle in fase di progetto nei comuni di Marmirolo, nel Mantovano, e a Caluri di Villafranca, nel Veronese. Questa è stata la particolare preoccupazione espressa: l’eventuale concentrazione di materiali pericolosi in un territorio non molto ampio. I cittadini hanno soprattutto chiesto la motivazione della scelta di stoccare amianto, un rifiuto pericoloso, in un territorio come quello di Valeggio, a forte vocazione turistica, enogastronomica e con culture agricole di particolare pregio.
Su questo tema la risposta della ditta proponente si è limitata ad affermare che solo la Regione potrà esprimersi, interpellando gli organismi competenti e indipendenti sull’opportunità di costruire la discarica in quel sito. Da parte di Progeco Ambiente, la scelta della localizzazione è stata determinata solo dal titolo di proprietà del terreno da parte dell'azienda.

La popolazione ha infine espresso la propria perplessità e un forte dissenso sul fatto che su un territorio di grande pregio si insedi una elevata quantità di amianto, che potrebbe minare nel futuro il territorio in modo permanente e senza grandi assicurazioni sulla gestione di un impianto di elevato stoccaggio. Perplessità che l'azienda bresciana ha invitato a fornire alla Regione Veneto, la quale ha il compito di ascoltare tutte le osservazioni e i rilievi prodotti da enti e cittadini nel valutare se concedere o meno l'autorizzazione al nuovo impianto.

E solidarietà ai cittadini e ai comitati contrari alla discarica è stata espressa da Sinistra Italiana Verona. Il segretario provinciale Luca Perini è convinto che alla fine a spuntarla sarà il fronte dei no alla discarica, ma ha chiesto comunque alla Regione Veneto di rivedere la deroga al piano dei rifiuti che consente l'attivazione di siti di stoccaggio di amianto anche in territori di ricarica delle falde acquifere. «Inoltre, anche l'amianto deve rientrare nelle regole dell'economia circolare, cioè il recupero della materia prima, con l'inertizzazione, in modo che non vada ad impattare pesantemente sul territorio per il suo smaltimento», ha aggiunto Perini.

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