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Attualità Peschiera del Garda / Via 11 Settembre

«Collettore del Garda è urgente, ritardi aumentano rischi per l’ambiente»

Sulla realizzazione della nuova opera 39 sindaci del bacino gardesano sottoscrivono un documento unitario in risposta all'esposto per procurato allarme presentato dai comitati contrari alle Procure di Brescia e Verona

Ciò che già era stato espresso a parole dai sindaci gardesani veronesi è diventato un atto formale ed è stato condiviso anche da altri primi cittadini delle province di Trento, Brescia e Mantova. In tutto sono 39 i sindaci del bacino gardesano che sulla realizzazione del nuovo collettore del Lago di Garda hanno ribadito: «I patti vanno rispettati».

Lo hanno ribadito sottoscrivendo un documento promosso dalla Comunità del Garda e dall'associazione Garda Ambiente. Un documento che, seppur indirettamente, risponde all'iniziativa dei comitati bresciani contrari al nuovo collettore. Comitati che si sono rivolti alle Procure di Brescia e di Verona. Nel loro esposto si ipotizza il reato di procurato allarme nei confronti di coloro che prevedono un futuro disastroso per il Lago di Garda se non venisse realizzata la nuova opera.

Opera che, invece, per i 39 sindaci gardesani «non deve essere messa in discussione» perché «ulteriori ritardi non fanno altro che aumentare i potenziali ed attuali rischi per l’ambiente, la salute del lago, per il territorio, per l’economia e per il turismo». E le motivazioni sono state così sintetizzate: «È urgente l'intervento di riqualificazione del sistema di depurazione del Garda, in quanto il pericolo potenziale esiste ed è attuale, anche e soprattutto alla luce della sismicità del territorio. Il lento ricambio delle acque lacustri (26 anni) impone di non creare situazioni di pericolo di inquinamento, fatto che la presenza della condotta sublacuale principale Maderno-Torri del Benaco e delle tante altre condotte sublacuali ad essa connesse, costituisce. Proprio per tali motivi, i docenti incaricati dal Ministero hanno posto come condizione fondamentale la soppressione delle sublacuali ed escluso il lago come corpo recettore delle acque reflue. La necessaria manutenzione periodica della condotta sublacuale ad onere e a cura di Acque Bresciane, testimonia il fatto che la stessa deve essere dismessa».
Infine, i primi cittadini chiedono di impegnarsi per «recuperare energie e finanziamenti, perché con il prossimo appalto le risorse finanziarie pubbliche destinate alla sponda veronese termineranno e pertanto, con il sostegno economico delle Regioni, occorre produrre ogni sforzo per fare in modo che l'opera sia finanziata dal Pnrr».

Parole che sono state apprezzate da Angelo Cresco, presidente di Azienda Gardesana Servizi. «Il documento unitario sottoscritto dai sindaci rappresenta appieno l'atteggiamento della Comunità del Garda - ha detto Cresco - Questa è la miglior risposta alla provocazione della demenziale denuncia presentata. Con questo documento si ribadisce la posizione, più volte assunta da Azienda Gardesana Servizi e dai sindaci suoi soci».

Ed il Partito Democratico veronese chiede a Regione Veneto e al Governo Meloni di «prendere posizione e fare quanto è in loro potere affinché tutti i soggetti coinvolti, a partire dai Comuni della sponda bresciana, diano attuazione agli impegni assunti e cioè realizzare il nuovo depuratore per la parte occidentale e dare avvio al nuovo collettore nella sponda bresciana. Va detto molto chiaramente: avanti di questo passo si rischiano di perdere i fondi, e a lavori già avviati per la realizzazione del primo tratto del collettore veronese sarebbe una svolta disastrosa».

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