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Città a 30 chilometri orari, Tommasi: «Transizione inevitabile»

Il sindaco di Verona ha partecipato a Bologna al convegno sul rallentamento della velocità nei centri abitati. «Lasciare le auto fuori dalle città per riappropriarsi degli spazi e della socialità»

Altro che ridurre la velocità massima nelle città a 30 chilometri orari. «Si può andare anche ai 10, ai 5 oppure stare fermi», ha dichiarato il sindaco di Verona Damiano Tommasi, senza una punta di sarcasmo. Come riportato da Agenzia Dire, Tommasi sarebbe per lasciare le auto fuori dalle città ed usare le strade per «giocarci a calcio, così forse la prossima volta andiamo ai Mondiali».

Parole che il primo cittadino ha pronunciato ieri, 28 febbraio, al convegno sulle città a 30 chilometri all'ora organizzato dal collega di Bologna Matteo Lepore. Nel capoluogo emiliano, si sono dati appuntamento alcuni sindaci ed altri hanno seguito l'evento da remoto. Tutti disponibili a discutere su un tema che, però, secondo Tommasi non sarebbe da discutere ma solo da applicare. «Non ci sono dubbi circa i vantaggi di questa scelta, che non è una transizione giusta ma inevitabile», ha detto il sindaco scaligero sposando in pieno la linea di Lepore, il quale ieri ha fornito un primo sintetico bilancio dei miglioramenti ottenuti a Bologna nel primo mese di riduzione della velocità a 30 chilometri orari. «Incidenti ridotti del 16%, in particolare -25% di quelli che hanno coinvolto i pedoni - ha detto Lepore a BolognaToday - È aumentato del 29% l'uso della bicicletta per andare al lavoro e, non a caso, fra le province della regione Bologna è la città che ha i dati migliori sulle Pm 10».

Tommasi non nasconde di aver ricevuto richieste di replicare il "modello Bologna" abbassando il limite di velocità nel capoluogo scaligero. Ma per il momento, il sindaco preferisce usare i fondi del Ministero delle infrastrutture e trasporti per gli arredi urbani che «spesso e volentieri sono più efficaci del cartello stradale, della multa o della pattuglia di polizia. Il tema vero è riappropriarsi degli spazi e della socialità».

Ma questa «riappropriazione» può essere fatta solo in sicurezza, privilegiando spostamenti a piedi o in bicicletta e con le auto «lasciate fuori dalla città», ha concluso Tommasi.

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