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«Bevi quanto puoi», locandina stigmatizzata da Comune e associazioni di categoria

Un locale sulle Torricelle pubblicizza evento con un messaggio distante dal "bere alcol responsabilmente" che l'amministrazione locale vuole veicolare tra i giovani. Confesercenti: «Rimedio a cattiva movida è consapevolezza sui rischi»

Oltre all'"all you can eat" anche l'"all you can drink". Ovvero, «mangia quanto vuoi» e «bevi quanto puoi». È questa la formula scelta da un noto locale veronese sulle Torricelle per promuovere un evento organizzato per mercoledì prossimo, 21 giugno. Una formula che ha scatenato la disapprovazione di Comune di Verona, Confcommercio e Confesercenti perché contraria al messaggio del "bere responsabilmente" veicolato dall'amministrazione locale e dalle associazioni di categoria. Il locale ha quindi modificato la locandina, eliminando il «bevi quanto puoi» con un «degusta insieme a noi», anche se la formula commerciale del "bere senza misura" pagando 15 euro sembra rimasta.

locandina locale bere quanto puoi dopo la modifica

Rimane quindi netto il biasimo di Comune, Confcommercio e Confesercenti, i quali hanno messo in atto azioni per contrastare l’abuso di alcol ed i rischi ad esso legati. Rischi che comprendono la guida in stato di ebrezza, fenomeno che sta causando un sempre maggior numero di incidenti e che vedono coinvolti numerosi giovani. Nel 2022, infatti, oltre 300 incidenti sono stati causati della guida in stato di ebrezza. E quest'anno le denunce per guida sotto l’effetto di alcol conseguenti ad incidente stradale sono state finora 163.

«La locandina che abbiamo malauguratamente visto divulgata sui social in maniera massiccia e che promuoveva una serata a tema con un messaggio che lasciava intendere la possibilità di bere e consumare alcol senza limiti, è un messaggio che va fortemente contrastato - ha commentato l’assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi - Perché è in forte contrasto con la politica intrapresa insieme alle categorie commerciali per promuovere il "bevi responsabilmente", che ci vede impegnati in una specifica campagna di comunicazione per diffondere ai giovani e non solo un messaggio culturale ben preciso. Ovvero che si può bere, ma lo si deve necessariamente fare in maniera responsabile, e non certo senza limiti apparenti. Come invece è stato riportato nella locandina, che peraltro è stata modificata ma che comunque è stata diffusa ampiamente. Il contrasto deve essere forte, siamo in un contesto di incidenti stradali in crescita e con esiti drammaticamente peggiorati e dobbiamo tutti, per la parte che ognuno è tenuto a fare, operare nella direzione giusta, mantenendo anche un atteggiamento etico. La trasmissione del senso di responsabilità deve partire dagli adulti, indipendentemente dal ruolo che esercitano o dall’attività che svolgono».

«Pur intuendo l'intento finale e lo spirito commerciale che sta dietro il messaggio, la frase "Bevi quanto puoi" è contraria all'obiettivo di responsabilizzare i giovani e promuovere buone pratiche legate al consumo di alcolici, da noi richiamato anche nel recente convegno "Bevi Responsabilmente" recentemente co-organizzato con il Comune di Verona a Palazzo Barbieri», ha aggiunto Paolo Artelio, presidente di Fipe-Confcommercio Verona.

«Ogni locale che somministri alcol deve far parte di un sistema che tuteli il cliente e le persone che si mettono in strada. Soprattutto la comunicazione sui canali social, proprio per la sua viralità, è da tenere in attenta considerazione, un messaggio sbagliato arriva a molti e può creare molti problemi - ha dichiarato Alessandro Torluccio, direttore generale di Confesercenti Verona - Siamo consapevoli del ruolo che il pubblico esercizio deve avere nei confronti della clientela, in particolar modo quando si tratta di giovani. L'unico vero rimedio alla cattiva movida è la consapevolezza sui rischi che corrono. La collaborazione con le imprese del mondo della somministrazione e le autorità delegate al controllo è fondamentale per creare un percorso di sinergia, che valorizzi la nuova tendenza del bere correttamente».

«Sicuramente noi non siamo esperti di marketing e comunicazione, ma non crediamo che questo sia il modo corretto ed educativo di comunicare con i giovani», ha concluso Davide Albertini della Corporazione Esercenti Centro Storico Verona.

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