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Dagli alpini veronesi, 170 mila euro per il centro di Arquata del Tronto

Sostanzioso il contributo della sezione scaligera di Ana per l'edificio polifunzionale aperto nella zona devastata tre anni fa dal sisma. «La gioia per aver visto finalmente concretizzarsi quest’opera dopo immense lungaggini burocratiche è tanta»

Un punto di incontro e aggregazione, destinato ad attività varie sia lavorative che ricreative. Un nuovo luogo di ripartenza, a tre anni da sisma che ha spazzato via edifici e futuro. È stato inaugurato domenica mattina ad Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, il Centro polifunzionale dell’Ana, costruito dopo pochi mesi di lavoro dei volontari delle Sezioni alpine e a cui la sezione veronese dell’Ana ha contribuito con circa 170mila euro.

la delegazione veronese con il presidente Bertagnoli (al centro vicino al vessillo)-2-2

L’edificio di Arquata – costruito davanti un piccola piazza in cui sorge il monumento del gruppo Alpini, che ha resistito al sisma ed è divenuto simbolo di rinascita – rappresenta un’innovazione per la vita che si sta sviluppando nei villaggi temporanei. La struttura è destinata a tre attività collettive: una sala polifunzionale di 80 posti per eventi e dibattiti, tre uffici per professionisti che hanno perso il loro ambiente di lavoro e la sede del Gruppo alpini locale. Le finiture sono state realizzate dai volontari dei Gruppi alpini, soprattutto bresciani. L’edificio è in regola con le moderne regole antisismiche, corredato delle necessarie dotazioni termiche ed impiantistiche. Il disegno ricorda una capanna alpina posta ai piedi del Monte Vettore, cima più alta dei Monti Sibillini, una sorta di avamposto al Rifugio Ana “M.o. Giacomini” sul passo di Forca di Presta.

«Non potevamo mancare un appuntamento così importante e abbiamo partecipato con i nostri vessilli. La gioia per aver visto finalmente concretizzarsi quest’opera dopo immense lungaggini burocratiche è tanta», spiega il presidente dell’Ana Verona Luciano Bertagnoli, ad Arquata del Tronto insieme al vice presidente Fausto Mazzi e ai consiglieri di zona Loris Pellizzato, Mincio, e Massimo Venturini, Valpolicella. Dal “via” ai lavori, atteso a lungo, all’inaugurazione sono passati appena tre mesi.

l'inaugurazione del centro 2-2-2

Gli alpini veronesi hanno contribuito all’opera con 168.500 euro, proventi di una raccolta fondi avviata dopo il sisma. Come sempre, l’Ana Verona si è mossa su più fronti. A poche ore dal violento terremoto che ha lasciato morte e distruzione in centro Italia, squadre di volontari – dalle unità cinofile alla protezione civile – sono partite per le zone più colpite contribuendo attivamente alle prime operazioni di soccorso e intervento. Quasi contemporaneamente, sul territorio, si è messa in moto la macchina della solidarietà che ha portato a raccogliere la somma, poi versata alla causa. Domenica, finalmente, il primo risultato concreto e la cerimonia inaugurale del nuovo Centro polifunzionale. Il primo di una serie. Passata la fase dell’emergenza, infatti – in cui l’Ana è stata complessivamente presente nei territori colpiti dal sisma con i propri volontari per oltre 15mila giornate di lavoro – si è passati alla realizzazione di cinque interventi per costruire altrettante strutture. I progetti, uno per ognuna delle regioni ferite, resi possibili dalle offerte raccolte, sono stati scelti dopo aver consultato sindaci ed alpini locali e prevedono la realizzazione di strutture polifunzionali per rispondere tempestivamente alle esigenze di aggregazione della gente. Oltre ad Arquata per le Marche, gli interventi riguardano Campotosto per l’Abruzzo, Accumoli per il Lazio, Preci (Norcia) per l’Umbria, oltre ad una stalla a Visso, nel maceratese.

Alla cerimonia inaugurale del 14 aprile, alla presenza del presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero e del generale Claudio Berto, Comandante delle Truppe Alpine, hanno partecipato centinaia di alpini e la popolazione del posto. «È stato una giornata molto bella ma anche estremamente triste. Vedere a distanza di tre anni molte case che ancora si trovano nello stesso identico stato in cui sono state abbandonate in tutta fretta pochi istanti dopo la prima scossa, lascia in gola un nodo difficile da sciogliere», ha commentato Bertagnoli nel pomeriggio, rientrando a Verona.

un'abitazione ancora distrutta-2-2

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