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Il battesimo di Achille Lauro a Sanremo, Valdegamberi attacca: «Tv spazzatura, stop al canone Rai»

Dura presa di posizione da parte del consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi: «Bisogna offendere sempre la religione cristiana sulla tv di Stato pagata con i soldi dei contribuenti per fare audience? Anche quest'anno a Sanremo sembra che Amadeus abbia bisogno di questo»

Sta facendo discutere il web e non solo la performance di Achille Lauro, musicale ma come sempre anche artisticamente connotata, andata in onda su Rai1 nella serata di ieri durante la prima di Sanremo 2022. L'eclettico cantante ha presentato in concorso la canzone dal titolo "Domenica", un brano eseguito con l'ausilio dell'Harlem Gospel Choir. Sul palco l'artista si è presentato a torso nudo, muscoli e tatuaggi in bella vista, a piedi scalzi e con un paio di pantaloni in pelle nera. I capelli biondo acceso, degni di Sally can't dance, o forse di un angioletto del Paradiso, chissà. Sta di fatto che Achille Lauro, tra un ancheggiamento sexy e un po' di sano posing, ci ha infilato nel finale anche un battesimo. D'altronde si sapeva: è come fosse domenica...

Non tutti però hanno apprezzato, e così il brano all'indomani, giunto nono su dodici canzoni presentate in gara, è tra i più visti e rivisti soprattutto per quel cerimoniale finale che, dicono con sgomento i critici e detrattori del nostro, avrebbe profanato il primo dei sette sacramenti della Chiesa cattolica, ovvero per l'appunto il rito del battesimo. In terra veronese, dove la sensibilità cattolica è fervente tanto quanto la fede per l'Hellas, al punto che persino nei bar capita non di rado di assistere a discussioni calcistiche infarcite di riferimenti teologici, ebbene, tra i più infuriati vi è il consigliere regionale Stefano Valdegamberi. La richiesta di quest'ultimo, dopo lo show di Achille Lauro in prima serata lunedì 1 febbraio, è molto semplice: smettere di pagare il canone Rai. Tanta è l'indignazione, altrettanto dura deve essere la reazione del pubblico di fede cristiana.

Così infatti suona la reprimenda del consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi: «Bisogna offendere sempre la religione cristiana sulla tv di Stato pagata con i soldi dei contribuenti per fare audience? Basta, la misura è colma! Anche quest'anno a Sanremo sembra che Amadeus abbia bisogno di questo». Poi l'ulteriore affondo da parte del consigliere Valdegamberi, chiamando in causa da par suo un'altra religione del libro: «Perché la Rai non prova a fare altrettanto con Maometto? Facile farlo con chi porge sempre l'altra guancia! Ha ragione il vescovo di Sanremo, mons. Antonio Suetta, quando dice che il servizio pubblico ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica in un contesto insulso e dissacrante».

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Il consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi - foto profilo Facebook

E dire che Amadeus è da sempre descritto come grande "amico della città di Verona", non manca anno ormai da un po' che giungano nella nostra pia terra i suoi benevoli saluti in occasione del Natale, qui dove anche lui mantiene le sue radici familiari. Per non parlare poi del nome, AmaDeus, così intrinsecamente divino da esser divenuto semanticamente inudibile agli orecchi di chi lo ascolta pronunciare, senza ormai più riconoscerne la metafisica origine. «Rispetto il parere del vescovo, - ha detto oggi un contrito Amadeus - anche io sono molto credente, ma da cattolico non sono stato affatto turbato. Non credo che abbia voluto mancare di rispetto. - afferma sempre Amadeus - Un artista deve agire liberamente, se no i giovani si allontanano, non solo da Sanremo ma anche dalla Chiesa...». Tuttavia, ciò non basta, perché il direttore artistico di Sanremo quest'anno, nonostante il record di ascolti (o forse proprio a causa di essi), non è riuscito a sfuggire alla più classica delle polemiche sanremesi.

Da Verona l'anno scorso gli strali colpirono lo stesso Achille Lauro per un bacio omosex, così bello e così dolce che si parlò al tempo di Sodoma e Gomorra in tempo di quaresima. Oggi, il platinato Lauro è annoverato oramai dai conservatori scaligeri tra i membri del girone degli irrecuperabili, pertanto dinanzi al tribunale della santissima inquisizione è meglio che ci finisca direttamente chi ancora lo chiama a cantare, ovvero mamma Rai. Così, da parte del consigliere regionale Stefano Valdegamberi viene avanzata la più antica e popolare fra le proposte, rivolta in ispecie ai parlamentari veneti, affinché «si attivino per abolire il canone Rai». Questo poiché, spiega il consigliere Stefano Valdegamberi, «è sbagliato pagare per una tv che fa diseducazione di Stato con i soldi dei contribuenti, aggravando le bollette che in questo momento sono già alle stelle. Restare silenziosi di fronte ad un tale accanimento offensivo, - conclude Valdegamberi - significa esserne complici». Linea dunque a Sanremo, da Verona è tutto, anche qui è mercoledì ma è come fosse domenica...

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