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Martedì, 30 Aprile 2024
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GAM, nella sua nuova sala sul Divisionismo italiano si può ammirare "Gli amori delle anime" di Angelo Dall’Oca Bianca

L'opera è stata finalmente esposta con l’importante cornice lignea progettata nel 1909. Fra le opere in mostra il dipinto "L’amore nella vita" (1901/1904) di Giuseppe Pellizza da Volpedo, prestito dalla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

Rami intrecciati fra loro, adornati da piccole pigne, e tenuti insieme da intarsi che trasformano l’opera, una monumentale cornice lignea, in un’unica fusione quasi scultorea completamente ornata con foglia d’oro zecchino. La straordinaria intelaiatura, completamente restaurata, è visibile ora nella nuova sala dedicata al Divisionismo italiano allestita alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, finalmente riunita all’opera di Angelo Dall’Oca Bianca "Gli amori delle anime" (1898) per la quale era stata realizzata. Un connubio che si presenta per la prima volta al pubblico, in uno spazio completamente ridisegnato.

Una speciale esposizione, a cura di Patrizia Nuzzo responsabile della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, che attraverso l’iniziativa "Ospiti fuori dal Comune" accoglie fra i dipinti esposti anche l’opera "L’amore nella vita" (1901/1904) di Giuseppe Pellizza da Volpedo, in prestito dalla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Completa il percorso il quadro "S'avanza" (1896) di Angelo Morbelli.

Il nuovo allestimento della sala sul Divisionismo italiano-2

La nuova sala è stata presentata nei giorni scorsi dal presidente della commissione Cultura Albero Battaggia insieme alla direttrice dei Musei civici Francesca Rossi e alla responsabile della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea Patrizia Nuzzo. Presenti la restauratrice Alessandra Cottone e Isabella Brezigar dell’Archivio collezioni GAM.

«Un vero è proprio intervento di valorizzazione di uno dei capolavori della storia contemporanea veronese – ha dichiarato il presidente Alberto Battaggia –, contenuto e visibile alla GAM nella sua straordinaria cornice che è essa stessa un’opera di inestimabile valore, e un esempio di un mecenatismo volto a valorizzare il patrimonio culturale cittadino. L’acquisto del dipinto di Dall’Oca Bianca è stato infatti frutto dell’impegno del consigliere comunale Rodolfo Angheben che, agli inizi del ‘900, impiegò la somma necessaria per l’acquisizione e donazione al Museo civico».

«L’occasione del riallestimento – ha spiegato la direttrice Francesca Rossi – è data da un importante evento: per la prima volta dopo diversi decenni il capolavoro del pittore veronese Angelo Dall’Oca Bianca è ricongiunto alla sua preziosa cornice lignea. Si rende così omaggio a uno degli artisti più intimamente legati alla città di Verona, la cui opera viene posta in dialogo con Angelo Morbelli e Giuseppe Pellizza da Volpedo, autori tra i maggiori esponenti della pittura italiana a cavallo tra Ottocento e Novecento».

«La sala Quadrata della GAM – ha sottolineato la curatrice Patrizia Nuzzo – si rinnova così con un percorso espositivo che, attraverso la formula dinamica della "rotazione" delle opere, intende valorizzare la collezione permanente e promuovere una rete di collaborazioni tra le diverse istituzioni museali italiane, riunendo opere di Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Medardo Rosso accanto al capolavoro del veronese Dall’Oca Bianca che testimonia la sua fase di sperimentazione delle novità della pittura divisionista».

Un momento della presentazione della sala sul Divisionismo italiano-2

GII AMORI DELLE ANIME PATRIMONIO CULTURALE DELLA CITTÀ - Il dipinto, realizzato nel 1898, viene premiato in occasione delle Esposizioni Universali di Parigi nel 1900 e di Saint Louis nel 1903. Presentata all’Esposizione della Società Belle Arti di Verona nella primavera del 1908, dopo diciotto anni di assenza di Dall’Oca Bianca dalla scena artistica veronese, l’opera desta l’attenzione del pubblico e dei cittadini che ne auspicano l’acquisto da parte del Comune.
Le limitate risorse finanziarie dell’Ente ostacolano però la fattibilità dell’iniziativa. Tuttavia nel luglio dello stesso anno il consigliere comunale Rodolfo Angheben impiega la somma necessaria per l’acquisizione e dona il dipinto al Museo civico.
La Deliberazione di giunta del 9 luglio 1908, con cui viene comunicato in seduta pubblica il pervenimento dei doni al civico museo, recita: “...non solo il voto del Consiglio potesse in breve essere esaudito, ma in modo anche che il desiderio di tutti coloro che sentono il culto dell’arte e del bello fosse esaudito”. Qualche mese dopo, il Comune commissiona al Cavaliere del Lavoro Angelo Zago una cornice adatta ad adornare il quadro e a celebrare l’atto munifico di Angheben.

La cornice, oggetto di un lungo e complesso restauro condotto da Alessandra Cottone, è costruita per piani. Intagli di legno di tiglio sono stati incollati e inchiodati a una controcornice portante, presumibilmente di abete rosso. All’interno degli intagli si sviluppa un intreccio di autentiche strutture arboree – rami di pino, alloro e cipresso e pigne di abete – che, in un continuo passaggio fra pieni e vuoti, ricrea l’andamento “naturale” degli arbusti e delle siepi, fino a giungere al culmine superiore leggermente cuspidato. L’intera cornice lignea è ornata con foglia d’oro zecchino e con dorature a pennello o a conchiglia per i particolari e gli incavi più profondi della struttura.

"Gli amori delle anime" di Angelo Dall’Oca Bianca raffigura in primo piano una donna in abiti scuri la cui mano inguantata accarezza con devozione la lapide di un cimitero campestre, richiamando un tema di chiara ispirazione foscoliana. Il capo chino sul cippo e lo sguardo sommesso sono evocativi dello stesso sentimento di amore e pietà che traspare dal volto dei due anziani sullo sfondo, ritratti in un commovente atteggiamento di preghiera.

L'opera di Angelo Dall’Oca Bianca ‘Gli amori delle anime’

In "S’avanza" di Angelo Morbelli una giovane figura femminile vista dal retro è adagiata su una sdraio. Dinanzi a lei l’ampio paesaggio collinare di Rosignano si dilata attraverso soffici campiture di colore mentre l’atmosfera, in apparenza serena, si carica di ambigui presagi: una nube s’incurva abbozzando una sagoma sinistra, un alito di vento scompiglia le pagine di un libro dimenticato a terra e dei fiori rossi scivolano via dal grembo della donna. Il leggero contrasto tra la tensione psicologica suscitata dalla scena e le sue tenui cromie conferiscono all’opera un delicato equilibrio.

L’insolito formato circolare dell’opera di Morbelli ispira Giuseppe Pellizza da Volpedo nella realizzazione de "L’amore nella vita". Il tondo di Morbelli ricorre infatti nell’opera di Pellizza da Volpedo della GAM di Torino, al quale l’artista è legato da una profonda amicizia testimoniata da un fitto epistolario. Il dipinto, elemento centrale di un pentittico, evidenzia attraverso la vibrante tessitura cromatica espressa nella gamme del rosso, il sentimento vivo dei due amanti, catturati come attraverso l’occhio di una lente.

Negli appuntamenti dell’iniziativa "Visti da vicino, visti con te", rassegna proposta dai Musei civici, martedì 5 dicembre alle 17 alla GAM sarà proposto uno speciale incontro di presentazione dal titolo "Attraverso il restauro: Angelo Dall’Oca Bianca e Rodolfo Angheben, la riscoperta di una donazione", con gli interventi di Isabella Brezigar Conservatrice alla GAM e Alessandra Cottone restauratrice.

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