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Esami più rapidi e di qualità migliore, due nuove tac per l'Ulss 9

Sono state inaugurate nell'ospedale di Legnago e in quello di San Bonifacio. Lanzarin: «Doppia testimonianza di quanto la Regione investa nella sanità per ammodernare il parco tecnologico, utilizzando al meglio i fondi del Pnrr»

Doppia cerimonia di inaugurazione per due nuove tac (tomografi assiali computerizzati) per applicazioni avanzate, nei reparti di radiologia degli ospedali di San Bonifacio e Legnago.

I due sistemi appartengono alla famiglia delle più moderne apparecchiature mediche presenti sul mercato e sono state acquistate dall'Ulss 9 Scaligera con i fondi del Pnrr per l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero. L'investimento, complessivo di oneri di sicurezza, ammonta a oltre 1,23 milioni di euro.
Il cuore del sistema è il detettore ad altissima efficienza, un dispositivo utilizzato per acquisire immagini radiografiche in modo digitale. Permette di eseguire ogni tipo di esame in tempi estremamente brevi, caratteristica fondamentale specie in ambito di pronto soccorso. Il detettore, congiuntamente a un collimatore 3D focalizzato, elimina efficacemente la radiazione diffusa, consentendo la creazione di immagini più nitide e dettagliate, libere da rumore indesiderato. Il materiale di cui è composto il detettore conferisce un'ottima velocità di risposta alla radiazione X, consentendo una frequenza di campionamento che si traduce nella possibilità di ottenere scansioni in altissima definizione e con risoluzione spaziale e temporale elevata.
Le due nuove tac, inoltre, sono supportate da un sofisticato algoritmo di ricostruzione delle immagini basato su modalità di intelligenza artificiale «deep learning» (True Fidelity). Questo algoritmo garantisce la massima qualità e dettaglio delle immagini, consentendo contemporaneamente un significativo risparmio di dose per i pazienti. Grazie alla sua capacità di acquisire immagini ad alta risoluzione a basse dosi di radiazione con ampio detettore, con questo tipo di tac è possibile esplorare tutti i distretti anatomici con precisione e sicurezza.

Ampia è la gamma delle applicazioni cliniche, dall'ambito cardiovascolare, alla perfusione multiorgano, specie in ambito neuroradiologico funzionale alle stroke unit, dall'emergenza alla pediatria senza la necessità di sedazione dei piccoli pazienti. Inoltre il sistema offre possibilità avanzate nell'ambito oncologico, grazie all'utilizzo dello «spectral imaging» che rappresenta il futuro della metodica tac.

Nella sala dov’è presente il tomografo, all'ospedale di San Bonifacio, sarà apposta nei prossimi giorni una targa per ricordare Giovanni Priante, giovane tecnico di radiologia recentemente scomparso.

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Alla doppia cerimonia erano presenti l'assessora regionale alla sanità Manuela Lanzarin, il direttore generale uscente dell'Ulss 9 Pietro Girardi, la direttrice sanitario dell'Ulss 9 Denise Signorelli, i direttori medico-ospedalieri di San Bonifacio Monica Briani e di Legnago Marco Luciano, la dottoressa Francesca Fornasa che dirige il dipartimento interaziendale strutturale di diagnostica per immagini e il dottor Lamberto Bologna direttore della radiologia di Legnago (nel video, dopo il taglio del nastro, gli interventi di Fornasa e Bologna).

«Doppia testimonianza di quanto la Regione Veneto investa nella sanità per ammodernare il parco tecnologico del settore sanitario, utilizzando al meglio i fondi del Pnrr, a dimostrazione di come sappiamo mettere a terra, in tempi veloci, i finanziamenti a noi destinati», ha commentato Lanzarin.
«L’aggiornamento delle dotazioni tecnologiche nel settore radiologia dell'Ulss 9 è stato portato avanti negli anni in modo omogeneo e ora si arricchisce di due macchine di ultimissima generazione - ha aggiunto Girardi - Ma il valore aggiunto di un'azienda sanitaria, oltre agli investimenti, è il capitale umano. Siamo in un momento peculiare per la sanità e non è facile reperire nuovo personale. Ma come azienda siamo riusciti in questi anni ad assumere più di quante siano state le persone che si sono dimesse. Sotto il profilo medico abbiamo mantenuto gli stessi numeri; sotto quello infermieristico siamo cresciuti negli ultimi 3-4 anni di circa 400 persone».

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