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Hellas Verona, parla il presidente Setti: «Tudor ha gli attributi, Di Francesco non ci rispecchiava. Questa è la migliore squadra della mia gestione»

Il patron gialloblù, tra passato e futuro: «Comprai il Club dopo aver visto giocare Jorginho. Per il centro sportivo siamo lì, è un obiettivo concreto. Juve? Il pallone è rotondo, lo stadio sarà pieno: pronti alla battaglia»

Maurizio Setti, presidente dell'Hellas Verona, è stato ospite a Diretta Verona di Telearena.

Tanti gli argomenti affrontati, tra i quali l'acquisto del Club gialloblù, la prossima sfida contro la Juventus, il futuro centro sportivo e il rapido cambio in panchina.

Queste le principali dichiarazioni del patron emiliano:

«Comprai il Verona per Jorginho: dopo essere andato via dal Bologna, vidi otto partite dell'Hellas e mi dissi che se avessi comprato la società lui mi avrebbe fatto fare il salto di qualità. È da Pallone d’Oro. Il momento più bello? Senza dubbio la partita vinta col Cittadella, me la ricorderò per tutta la vita. I momenti più difficili, invece, sono stati tutti quei frangenti in cui non veniva capito quel che si voleva fare: mi dispiaceva che la gente non avesse compreso quel che avevamo in mente. Ora possiamo competere con tutti e facciamo la guerra sul campo, il che qui è molto apprezzato.

Futuro? Il modello Atalanta o Udinese non è irraggiungibile. Io voglio dare solidità un gradino alla volta: quando sono arrivato non c'era niente, oggi c'è una sede di proprietà, tante persone, un settore giovanile di livello. Centro sportivo? Siamo lì. È molto centrato come obiettivo. Il passo lo faccio però quando sono sicuro. È il cuore di una società di calcio: se lo hai, crei il valore aggiunto. Un nuovo stadio, invece, porterebbe cinque o sei punti in più a campionato. Verona o Mantova? Non ho ancora preso in esame la questione.

Juve? La Juve è la Juve, ma il pallone è rotondo. Sabato al Bentegodi si presenteranno incazzati. Vediamo come reagiremo alla terza gara in sei giorni. Una squadra come la nostra deve però essere conscia che la partita la può sempre fare, anche contro la Juventus. Lo stadio sarà sold out, ci mancano solo mille biglietti per fare il tutto esaurito e la campagna abbonamenti viaggia spedita oltre le 9000 tessere. Mi dispiace solo non si possa ancora aprire al 100%.

Mister? Tudor ha giocato otto anni nella Juve, ha un equilibrio importante, legge bene le partite. Il cambio dopo tre giornate? Se non avessi avuto quel passato che ho avuto, non avrei mai preso quella decisione. Con D'Amico abbiamo iniziato un percorso tecnico insieme e Di Francesco non era il tipo di allenatore adatto a ciò che volevamo fare: non rispecchiava lo spirito che pensavamo potesse avere, quindi era inutile ritardare la decisione. Tudor è venuto da solo, senza staff. Ha gli attributi. L'avevamo cercato pure in estate, ma non so perché abbiamo tergiversato. La caratteristica più bella che ho riscontrato è la tranquillità che c'è prima della partita, a differenza di Juric.

Rosa? Questo è il Verona migliore della mia era. Una squadra equilibrata, che può fare più gol, la più assestata che abbia avuto. L'obiettivo resta la salvezza, è il nostro punto d’arrivo. Poi si potrà pensare ad un'eventuale ripartenza. Dobbiamo lavorare tutti i giorni, con poche parole e tanti fatti. Abbiamo anche la possibilità di acquistare Simeone: vogliamo tenercelo, ma ora è prematuro parlarne. Ribery? Mai cercato, non è il tipo di giocatore che fa per noi».

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