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Filobus, chieste al Ministero modifiche al progetto. «Pronto a Pasqua...2026»

Tempi più lunghi e costi maggiori per un'opera dalla gestazione infinita. Il consigliere Bertucco: «Gatta da pelare per la prossima amministrazione». Ferrari: «Sboarina ha ormai perso totalmente la credibilità»

«La buona notizia è che il filobus sarà pronto subito dopo Pasqua, quella cattiva è che parliamo della Pasqua del 2026 che cadrà il 5 aprile. Il filobus invece sarà pronto dieci giorno dopo, il 15 aprile». Il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco ha riferito quanto è stato scritto dal sindaco Federico Sboarina e dal presidente di Amt Francesco Barini nella loro proposta inviata al Ministero dei trasporti per rinnovare il progetto del filobus.

Un nuovo progetto con tempi più lunghi di quanto finora previsto ed anche con costi più onerosi. «Da 142 milioni, coperti per 85 milioni dal contributo statale, si passa a quasi 177 milioni, di cui 106 a carico dello Stato - ha spiegato Bertucco - Il rincaro si giustifica con l'introduzione dell'agognato sdoppiamento del percorso su Via Pisano e Viale Spolverini in Borgo Venezia e la ridefinizione del passaggio all'ex Tabacchi. La Variante di Via San Paolo prevede di mettere la pietra tombale sull'ipotesi di sottopasso pedonale».

Per Bertucco, Sboarina e Barini non hanno in mente di rivedere completamente il mezzo. «Tutto quello che viene previsto in questo nuovo progetto è una piccola riduzione della parte elettrificata, sia per superare le criticità lungo il percorso, sia per garantire alle batteria tempi adeguati di ricaricamento - ha spiegato il consigliere di minoranza - La novità vera sotto questo punto di vista è data dalla lunghezza dei mezzi che sarebbero da 18,75 metri e non più da 17,94, tuttavia non si fa alcun cenno alla questione della deroga ministeriale che si renderebbe in questo caso necessaria. E per il momento i quartieri dovranno sorbirsi i cantieri ancora a lungo: il ripiegamento era previsto per il 16 novembre ma la rimozione delle cantierizzazioni stradali avverrebbe soltanto per il 31 agosto 2021. Poi: nuovo bando entro fine 2021; aggiudicazione entro luglio 2022; stipula del nuovo contratto entro ottobre 2022; inizio lavori il primo gennaio 2023; fine lavori il 15 aprile 2026 dopo 1.200 giorni. Tutto questo sempre che il Ministero accetti la proposta, che l'Ati non la spunti in tribunale, e che Comune e Amt rispettino i tempi, ipotesi assai improbabile. Ma che importa, sono gatte da pelare per la prossima amministrazione».

Quindi, riassumendo, l'amministrazione comunale di Verona e l'azienda che appalta i lavori del filobus hanno chiesto al Ministero di modificare il progetto. L'opera dovrebbe essere completata in sei anni, con costi maggiori ma sempre coperti per più della metà dallo Stato. Si chiede un progetto con meno cavi elettrici e con mezzi più lunghi e provvisti di batterie ricaricabili per muoversi soprattutto in centro dove i cavi non ci saranno. Niente più sottopassaggio in Via San Paolo, sdoppiamento del percorso in Via Pisano e Viale Spolverini ed un diverso tracciato vicino all'ex manifattura Tabacchi. Inoltre, i cantieri previsti in Via Città di Nimes dovranno essere compressi tra i principali eventi fieristici, per non appesantire ulteriormente la viabilità.

Novità che hanno suscitato le critiche del consigliere Bertucco, ma anche del segretario di Traguardi Giacomo Cona: «Un nuovo progetto che prevede 30 milioni di euro di costi in più, con mezzi ancora più ingombranti dei precedenti, senza innovazioni e senza un ampliamento dei percorsi preesistenti. Ci sembra che Sboarina stia facendo lo stesso gioco del suo predecessore Tosi, ideatore di questo filobus, rimandando la grana alla prossima amministrazione. Ed il consigliere comunale di Traguardi Tommaso Ferrari ha aggiunto: «Arrivati a questo punto, dovranno essere altri a dedicarsi al progetto per un nuovo mezzo di trasporto pubblico, necessario per Verona. Questa amministrazione ha ormai perso totalmente la credibilità, continuando a rimandare continuamente la questione, e la nota più drammatica è il perdurare di una totale mancanza di considerazione nei confronti dei quartieri periferici, dove i residenti sono le vere vittime di tutta la vicenda filobus».

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