Salmi di Natale interconfessionali di Fractacantica
FractaCantica è un ensemble vocale che da alcuni anni ci riserva delle sorprese nel repertorio musicale antico: il canto fratto è infatti un'evoluzione rinascimentale - barocca del canto gregoriano oggi poco frequentata. Quest'anno, che in varie parti d'Europa vede fiorire iniziative per il Cinquecentenario della Riforma Luterana, il gruppo diretto da Matteo Zenatti, nella sua versione "allargata" maschile e femminile, ha deciso di proporre un concerto "a due voci", con i Salmi della notte di Natale nella doppia versione riformata e cattolica, entrambe cinquecentesche.
Anche le sedi per Verona sono piuttosto speciali: la sera di mercoledì 3 gennaio, alle 21, i "Salmi di Natale" saranno nella chiesa di San Domenico al Corso (Via del Pontiere, a fianco dei Vigili Urbani), un raro tesoro del barocco veronese ora riservato al culto luterano; la sera di venerdì 12 gennaio, alle 18, si replicherà presso il tempio valdese (angolo Via Duomo - Via Pigna).
I salmi, vero pilastro liturgico di tutta la cristianità, furono tra i primi testi biblici tradotti nelle lingue nazionali dalle chiese riformate. Nel 1566, a Ginevra, Giovanbattista Pinerolo pubblicò i "Sessanta salmi di David" in italiano ad uso della comunità protestante che si era là rifugiata dal Piemonte: sono salmi monodici, di melodia semplice, adatti per il canto dell'assemblea, in un italiano poetico dell'epoca. Paradossalmente, questa versione lontana geograficamente e culturalmente da noi, ci "suona" più familiare, dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II.
La versione cattolica, rigorosamente in latino, si ascrive invece al genere del "falso bordone", modo più che classico di cantare salmi in ambito cattolico, a più voci parallele. Qui FractaCantica li propone nei moduli scritti da Matteo Asola, musicista veronese della seconda metà del Cinquecento, molto attivo e conosciuto in diverse zone d'Italia.
Gli intermezzi strumentali (con l'arpa rinascimentale di Matteo Zenatti e il violino di Lucia Campagnari) sono versioni polifoniche francesi degli stessi salmi di Ginevra.
Il concerto si offre come singolare momento di confronto culturale e di meditazione comune nell'abbraccio di una musica che oggi suona forse poco "natalizia" nel senso consumistico del termine, ma che rivela forza, estasi e coinvolgimento emotivo.