In Civica "La scrittura che trasforma" con la finalista al Premio Campiello 2017 Alessandra Sarchi
Un incidente che paralizza a metà il corpo e rischia di bloccare l’esistenza e il destino di una giovane donna. Una scrittura acuta e vibrante che tenta di ricucire i fili spezzati dell’identità, delle relazioni con il mondo e del desiderio. Sono i temi del romanzo semi- autobiografico “La notte ha la mia voce” (Einaudi) di Alessandra Sarchi - già vincitrice del Premio “Scrivere per amore” 2014 con “L’amore normale”, finalista al Premio Campiello 2017 e ai Premi Bergamo e Wondy 2018 - che sarà approfondito per la prima volta a Verona mercoledì 28 febbraio alle 17.30 in Sala Farinati in Biblioteca Civica.
L’occasione sarà l’incontro “La scrittura che trasforma”, nell’ambito della rassegna promossa dall' Associazione Culturale La Cura Sono Io in collaborazione con il Circolo dei Lettori di Verona, con il patrocinio del Comune di Verona, Assessorati alla Cultura e ai Servizi Sociali, e il sostegno della Fondazione Cattolica. Dialoga con l'autrice Valeria Lo Forte, presidente del Circolo dei Lettori di Verona.
Con una scrittura che è ora lama ora pennello, l’ultimo libro di Alessandra Sarchi esplora la drammatica storia di uno sprofondamento personale nell’esperienza universale del dolore, percorrendo, nella drammatica vicenda dell’io narrante, il processo della trasformazione verso una possibile rinascita. Il romanzo, tuttavia, non è una parabola edificante che dal trauma della perdita trionfa in una salvezza miracolosa, come accade in tante storie sulla malattia, bensì il tentativo di sviscerare la complessità dell’esistenza.
Riflessione lucida e rigorosa sulla sofferenza e sulla perdita, “La notte ha la mia voce” è in ultima analisi un inno all’arte in genere e dunque anche alla scrittura, nella misura in cui essa ci consente di vivere vite oltre i confini della nostra, allargando i limiti che il destino, a volte inaspettatamente, ci assegna. L’incontro sarà anche occasione per esplorare, nell’ambito della rassegna “Le parole che ci salvano”, il tema della “scrittura” come strumento di analisi e trasformazione dell’identità.
Dopo l’appuntamento con “La scrittura che trasforma”, seguirà l’incontro il 14 marzo “Le parole della resilienza”, con il pedagogista Carmine Lazzarini e la scrittrice Rita Nicolaidis.
In concomitanza con la rassegna è stato creato il gruppo chiuso su Facebook La Cura Sono Io – Raccontarsi. Iscrivendosi è possibile condividere esperienze e raccontare la propria storia. Le testimonianze più significative troveranno spazio sul sito www.lacurasonoio.it.
Il comitato promotore della rassegna è costituito da Maria Teresa Ferrari, Valeria Lo Forte, Claudia Colucci e Giovanna Scardoni.
L’associazione “La Cura Sono Io” è nata nel 2017 per iniziativa della sua presidente, Maria Teresa Ferrari, scrittrice e curatrice di eventi d’arte e di cultura, che a 50 anni ha dovuto affrontare un carcinoma mammario e terapie oncologiche. Di pari passo con la sua rinascita, il desiderio di “progettare bellezza, nonostante” con tutte le donne, alimentando una community su Facebook: un impegno che le è valso il Premio Victoria 2017 con Maria Grazia Cucinotta, promosso da Procter & Gamble con la “27esima ora” del Corriere della Sera.
Per ritrovare il proprio benessere e risvegliare e sostenere l'amore della persona per se stessa e la propria vita, l'associazione promuove progetti che dall'ambito oncologico si estendono alle arti in genere, anche grazie al sostegno della Fondazione Cattolica, che sono stati presentati a gennaio alla Camera dei Deputati a Roma. Primo tra tutti, “I sogni di Terry”, che comprende la collezione di cappelli e copricapi estrosi e anallergici Cappelli ad Arte, portatori di messaggi positivi, pensati in particolare per chi vive la nudità improvvisa della sua testa, causata dalla chemioterapia o da altre patologie. #Copripensieri che aiutano e promuovono la ricerca contro il cancro.
“Le parole che ci salvano”, rassegna di incontri da gennaio a marzo con esponenti dal mondo della cultura e delle scienze, tratta un tema complesso e vitale quale l'uso delle parole nei momenti più dolorosi. “Il Cuore in testa”, il progetto partito da Verona a ottobre che ha fatto tappa a Milano il 6 e 7 febbraio a Palazzo Marino, promosso in collaborazione con l'Assessorato alle Politiche sociali, Salute e Diritti di Milano, legato alla diffusione della prevenzione del tumore al seno, che ha previsto una mostra di ritratti di donne e il convegno: “Tumore al seno: dalla cultura della prevenzione alla cura estetica ed interiore per migliorare la qualità della vita”.