rotate-mobile
Economia Negrar / Piazza Vittorio Emanuele

Temperature alte e siccità condizionano la vendemmia, ma la qualità delle uve è buona anche in Veneto e a Verona

Presentati i dati previsionali nel tradizionale focus di inizio vendemmia: calo quantitativo, ma «un'oculata gestione dei vigneti e la preparazione dei nostri viticoltori, hanno consentito di mantenere le produzioni su discreti livelli», ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura in Veneto

Si è svolto questa mattina lo "storico" focus di Regione Veneto e Veneto Agricoltura, giunto alla 48esima edizione, sulle previsioni vendemmiali nel nostro territorio, nonché nel Nord Est, nelle principali regioni vitivinicole italiane, in Francia e Spagna. In sintesi viene evidenziato che si tratta di un'«annata caratterizzata da alte temperature e scarse precipitazioni», ma con «qualità delle uve buona». La quantità è però «in calo, soprattutto nei vigneti non irrigati».

«Il 2022 è un'annata caratterizzata da andamenti climatici anomali e da una siccità mai vista prima, che ha messo a dura prova i viticoltori veneti, impegnati anche a contrastare insidiose fitopatie». Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner, ha introdotto questa mattina il secondo focus del Trittico Vitivinicolo Veneto: «Si è temuto che la produzione ne risentisse fortemente - ha proseguito l’assessore - ma le piogge di agosto, un'oculata gestione dei vigneti e la preparazione dei nostri viticoltori, hanno consentito di mantenere le produzioni su discreti livelli, pur se con qualche riduzione che, secondo le ultimissime stime, potrebbe raggiungere mediamente nella nostra regione il 10% rispetto allo scorso anno, con punte superiori nei vigneti di collina non irrigati. L’andamento meteo delle prossime settimane sarà determinante per una buona riuscita della vendemmia. A confortare è la buona qualità delle uve che dovrebbe consentire al vigneto veneto di mantenere il primato che già occupa a livello nazionale e a rafforzare la considerazione che i nostri vini hanno acquisito presso i consumatori nei mercati internazionali».

Anche nel Veneto dunque si è acceso il semaforo verde che segna il via della vendemmia. I primi grappoli a cadere nei cesti sono quelli delle varietà precoci (Pinot e Chardonnay per basi spumante) il cui inizio ufficiale è in programma tra il 26 e il 29 agosto, ma va detto che in alcune aree del Vicentino e del Padovano la raccolta è iniziata subito dopo Ferragosto. Seguirà la vendemmia di tutte le altre varietà: Glera (Prosecco) dal 10 settembre, Merlot dal 13, Corvina dal 16, Garganega dal 19, solo per citare alcuni tra i principali vitigni veneti.

I dati previsionali quanti-qualitativi della vendemmia 2022 sono stati presentati questa mattina online agli operatori vitivinicoli che, come ogni anno, attendono questo momento per inquadrare l’imminente vendemmia nei tre paesi cardine della viticoltura europea e mondiale: Italia, Francia e Spagna, con focus particolare sul Veneto. Il denominatore comune che ha caratterizzato, praticamente ovunque, l’annata vitivinicola in corso sono state le alte temperature e la scarsità di piogge, due fattori che, rileva Veneto Agricoltura, «avranno senz’altro una certa incidenza sulla produzione vendemmiale nel Veneto, ma anche nelle altre aree vitivinicole». Fortunatamente le precipitazioni registrate nel mese di agosto hanno «raddrizzato una situazione che stava diventando allarmante, in particolare nei vigneti non serviti da irrigazione di soccorso». Anche le temperature, in particolare quelle notturne, da qualche giorno si sono notevolmente abbassate facendo ben sperare per «una vendemmia molto interessante soprattutto per le varietà medio-tardive».

Le previsioni vendemmiali a Verona

Nel territorio veronese, si legge nella nota di Veneto Agricoltura, la vendemmia 2022 dovrebbe risultare «leggermente inferiore rispetto allo scorso anno, in modo particolare per le produzioni a bacca rossa del comprensorio collinare che potrebbero risultare in calo anche del 10%». I motivi dell’eventuale variazione rispetto al 2021 riguardano in modo particolare la «consistenza più ridotta del grappolo dovuta al prolungamento dell’insolazione e all’assenza di precipitazioni in tutti gli stadi vegetativi». Sulla resa complessiva l’entrata in produzione dei nuovi vitigni potrebbe incidere, da una analisi consorziale, «tra l’1% e il 2%».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Temperature alte e siccità condizionano la vendemmia, ma la qualità delle uve è buona anche in Veneto e a Verona

VeronaSera è in caricamento