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Economia Centro storico / Piazza Cittadella

Sciopero dei lavoratori del settore privato: venerdì il corteo per il centro di Verona

La protesta è stata indetta da Cgil e Uil per venerdì 24 novembre e riguarda l’agricoltura, i servizi privati, le attività produttive e della manifattura. La manifestazione prenderà il via alle ore 10 da piazza Cittadella

«Dopo la protesta dei dipendenti pubblici, ora tocca ai lavoratori e alle lavoratrici dei settori privati incrociare le braccia: lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil per venerdì 24 novembre riguarda l’agricoltura, le attività produttive e della manifattura , i servizi privati e prevede cortei locali in tutte le città del Nord Italia. A Verona il presidio e l’avvio della manifestazione è fissato in piazza Cittadella alle ore 10. Numerosi autobus e vari mezzi affluiranno da diversi punti della provincia. Il corteo muoverà verso Valverde per poi raggiungere piazza Renato Simoni e proseguire lungo via Locatelli, corso Porta Nuova, via Battisti, via Montanari per fare quindi ritorno in piazza Cittadella, con il comizio conclusivo». Ad annunciare la protesta, che dunque si terrà anche nel capoluogo scaligero, sono Francesca Tornieri, segretaria generale Cgil Verona, e Giuseppe Bozzini, coordinatore provinciale di Verona Uil Veneto

«Come nel settore pubblico, anche nel privato le assemblee sindacali hanno fatto emergere il profondo malessere dei lavoratori rimasti contrariati e talvolta anche delusi per il mancato recupero del potere d’acquisto dei salari che i ritocchi di aliquota Irpef e la misura temporanea della decontribuzione, non sono in grado di mantenere. Da ormai 10 anni le retribuzioni dei lavoratori non crescono, è urgente tornare a dare valore al lavoro, rilanciare la contrattazione collettiva detassando i premi di risultato», spiegano i due sindacalisti nella nota diffusa. Dopodiché insistono: «Basta con i salari “poveri”. Bruciante è poi la delusione sulle pensioni, laddove la manovra economica del governo alza l’asticella per tutte le pensioni anticipate e dimostra chiaramente la volontà di andare a toccare anche i diritti acquisiti. Non si può continuamente coprire le difficoltà di bilancio facendo cassa con i soldi dei pensionati. Tra i giovani è viva la preoccupazione per l’accresciuta precarietà del lavoro determinata dalla liberalizzazione delle causali dei contratti atipici o a tempo determinato che allontana la possibilità di un contratto stabile.
Il Governo tenta di far crescere l’occupazione aumentando precarietà e povertà lavorativa».

«“Adesso basta”, la richiesta di una nova politica economica che rilanci gli investimenti e i servizi pubblici, riduca le disuguaglianze e porti un po’ di equità e giustizia sociale, è il filo rosso delle mobilitazioni che tengono insieme le richieste di lavoratori e lavoratrici, di pensionate e pensionati», hanno concluso Tornieri e Bozzini.

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