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Economia

Ristoratori Veneto, oltre il 40% delle attività a rischio chiusura: «Rincari non più sopportabili»

L'associazione lancia il suo grido d'allarme: «Si prospetta un inverno terribile: il riscaldamento sarà impossibile da gestire, con aumenti record superiori al 50%, i locali saranno vuoti perché l'onda d'urto che colpirà le famiglie ridurrà la spesa procapite e noi azzereremo il fatturato»

Il 2022 si chiuderà con migliaia di attività di ristorazione costrette ad abbassare la serranda. A lanciare il grido d'allarme è Ristoratori Veneto, l'associazione che si dichiara apartitica e che conta oltre 6 mila associati in regione, secondo la quale oltre il 40% degli esercenti sarebbe a rischio di chiusura definitiva.

«Dopo tre anni di aperture e chiusure a singhiozzo, limitazioni e provvedimenti fatti senza cognizione di causa e rivelatisi economicamente sbagliati, il comparto è allo stremo - denuncia Alessia Brescia, presidente e portavoce dell’associazione -. La speculazione energetica e i rincari folli delle materie prime non sono più sopportabili, lo abbiamo ribadito sin da ottobre 2021. A fine anno molte realtà chiuderanno ma il Governo è sempre stato sordo e assente».
La portavoce poi prosegue: «Siamo stanchi di dover continuare a lottare contro uno Stato che finora non ci ha aiutato ma solo ostacolato, vessando in ogni modo le nostre attività. Si prospetta un inverno terribile: il riscaldamento sarà impossibile da gestire, con aumenti record superiori al 50%, i locali saranno vuoti perché l'onda d'urto che colpirà le famiglie ridurrà la spesa procapite e noi azzereremo il fatturato».

«Molti stanno cercando soluzioni - aggiunge Antonio Leone vicepresidente dell'associazione -, tra cui chiudere durante la settimana, visto i pochi avventori da servire. E aprire solo il weekend. Le famiglie dovranno scegliere se riscaldarsi, comprare le scarpe al proprio figlio, fargli fare sport o mangiare una pizza».

«L'intero terziario piangerà lacrime di sangue, si contano ad oggi aumenti che superano il 70% rispetto agli anni precedenti - ribadisce Patrizio Violante, proprietario di diversi locali a Verona -. L'inflazione e l’impennata delle tariffe soffocheranno ulteriormente i consumi».

«Negli ultimi due anni Ristoratori Veneto ha inviato numerose richieste al Governo, offrendo soluzioni per la calmierazione dei prezzi - aggiunge Leo Ramponi, presidente onorario di Ristoratori Veneto -, abbiamo incontrato esponenti politici per portare a Roma la voce del comparto e le problematiche esistenti. Alcuni se ne sono fatti carico, vedremo se in futuro saranno applicate».

Tra queste, spiegano dall'associzione, è presente: la rimodulazione dei prezzi delle utenze, l’abolizione delle commissioni bancarie e del canone Pos, il ripristino dei voucher e la defiscalizzazione del personale con sgravi sui neoassunti, oltre a pace fiscale e rimodulazione del reddito di cittadinanza.

«Come Associazione ci siamo prodigati per offrire ai nostri associati soluzioni concrete e veloci, come gli sconti sulle bollette con tassi agevolati - conclude Brescia -. Abbiamo esteso la promozione non solo alle aziende ma anche ai dipendenti e alle loro famiglie, proprio per il drammatico momento che stiamo vivendo e che sarà lungo da superare. Sempre vicini a dipendenti e famiglie, manifesteremo insieme a loro a Roma la prossima settimana, uniti con l'associazione famiglie in piazza che sarà impegnata in contemporanea a Vicenza. Coesi per far sentire il malcontento generale di questa situazione insostenibile».

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