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Sanità, liste d'attesa in Veneto. Lanzarin: «Recuperato l'83% delle prestazioni»

L'assessore ha commentato i dati legati alla gestione dopo le restrizioni imposte dalla pandemia di Covid-19: «Su circa 450.000 prestazioni complessive sospese risultano erogate oltre 374.000, comprendendo i ricoveri ospedalieri e la specialistica ambulatoriale»

«I dati del monitoraggio sulla gestione delle liste d’attesa dopo le restrizioni legate alla pandemia segnalano un recupero dell’83% delle prestazioni sanitarie. Con riferimento all’arco temporale tra marzo 2020 e febbraio 2022, su circa 450.000 prestazioni complessive sospese risultano erogate oltre 374.000, comprendendo i ricoveri ospedalieri e la specialistica ambulatoriale. Il recupero sta ancora continuando ma possiamo guardare al lavoro fatto con soddisfazione. I dati riguardano l’attività programmabile perché tutta quella d’urgenza o comunque non differibile, per specificità o gravità, è stata garantita ed erogata anche nei periodi di sospensione».

Così l’assessore alla Sanità ed alle Politiche sociali, Manuela Lanzarin, commenta i dati presentati mercoledì a Venezia, aggiornati alla fine dell’anno scorso, del Piano operativo per il recupero delle liste d’attesa condotto dalla Regione del Veneto.

«Nel dare concretezza al piano di recupero - sottolinea l’assessore – abbiamo investito quasi 41 milioni di euro provenienti dai finanziamenti nazionali allo scopo destinati. Abbiamo provveduto all’acquisto di prestazioni aggiuntive del nostro personale sanitario, col reclutamento di nuovo personale a tempo determinato e con quote di budget aggiuntive del privato accreditato convenzionato. Ora, sappiamo che sono stati stanziati ulteriori 500 milioni e che al Veneto dovrebbero spettarne altri 40 milioni circa. Quando ne avremo la certezza metteremo in campo un nuovo piano di interventi per aggredire le circa 150.000 prestazioni sospese che si sono accumulate dal 2022 a oggi. Queste ultime hanno una natura ben precisa non solo perché c’è un’attività prescrittiva molto più forte conseguenza del post Covid ma anche perché è legata a una carenza di personale che non sempre ci consente di essere così puntuali come vorremmo».

I dati presentati riferiti all’attività sospesa tra marzo 2020 e febbraio 2022, segnalano tra l’altro un recupero del 100% dell’attività specialistica ambulatoriale, del 90% nella chirurgia ambulatoriale, del 97% nello screening.

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