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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Furti, aggressioni e minacce con coltello, anche agli agenti: 54enne espulso

Nell'ultimo mese sarebbe stato protagonista di una serie di episodio che hanno mostrato la sua pericolosità sociale e il personale della questura si è dunque messo all'opera per concretizzare il suo allontanamento dall'Italia

Era già gravato da pregiudizi penali per reati contro la persona, il patrimonio ed in materia di stupefacenti, ma nell’ultimo mese si sarebbe reso protagonista di una serie di episodi che ne hanno confermato e aggravato la sua pericolosità sul territorio nazionale.
Dalla questura di Verona, infatti, spiegano che nel solo mese di febbraio il 54enne di origini tunisine avrebbe dato ripetuti segnali di insofferenza ed irrequietezza, manifestati con gravi minacce e comportamenti aggressivi perpetrati anche nei confronti della polizia di Stato, più volte intervenuta a fronte di episodi segnalati in centro a Verona, nei pressi della stazione ferroviaria e di altre zone cittadine con elevato flusso di cittadini e turisti.

Reati

Tra i più recenti episodi, l’uomo era stato denunciato dagli agenti delle Volanti per due furti. 
Il primo viene segnalato dalla questura presso il McDonald di corso Porta Nuova. Nelle circostanza, l'attenzione del personale della polizia di Stato intervenuto sarebbe stato catturato dal comportamento del 54enne negli istanti precedenti al suo ingresso nel fast food, quando avrebbe interrotto la marcia di un autobus sdraiandosi sul manto stradale, per poi provare a forza la porta anteriore del mezzo. Una volta capito che era stato avvisato il 113, l'uomo si sarebbe rifugiato nel McDonald, dove si sarebbe appropriato di merce per un valore di 40 euro mentre cercava di nascondersi alla vista delle volanti. 

Il suo arresto però è scattato qualche giorno dopo, nella tarda serata del 13 febbraio, quando si sarebbe avvicinato in piazza Pradaval ad una volante in sosta per un servizio di controllo del territorio. Nell'occasione avrebbe cercato di accostarsi prima al finestrino dell’autista e poi a quello del capo pattuglia: quest'ultimo però lo avrebbe riconosciuto quale responsabile di un’escalation di minacce perpetrate nei giorni precedenti e avrebbe così cercato di instaurare un dialogo amichevole con lui, ma quando ha avvicinato la mano alla portiera per uscire dal veicolo, il 54enne avrebbe dato in escandescenza proferendo minacce di morte e brandendo un coltello con il quale avrebbe mimato il gesto di tagliargli la gola. L'agente è poi sceso dal mezzo di servizio e il cittadino tunisino è corso verso piazza Brà per sfuggire al controllo, dove avrebbe estratto ancora il coltello verso un'auto, affinché il guidatore lo agevolasse nella fuga e successivamente avrebbe provato ad entrare in un locale. Intento questo stoppato dagli agenti delle Volanti che lo hanno bloccato. Finito in manette per resistenza a pubblico ufficiale e denunciato per minaccia aggravata e per porto abusivo di armi ed oggetti atti ad offendere, in sede di convalida il giudice ha disposto nei suoi confronti l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria presso la stazione dei carabinieri di San Michele. 

Espulsione

Presupposti questi che hanno consentito alla polizia di Stato di creare le condizioni per garantirne il rimpatrio nel Paese d’origine.
Alcune settimane fa, infatti, alla luce delle ripetute segnalazioni che erano giunte alle Volanti, l’Ufficio Immigrazione della questura aveva avviato un’attenta analisi al fine di valutarne la posizione sul territorio nazionale e assicurare i presupposti per renderne concretizzabile l’espulsione.

Un primo elemento essenziale, spiegano le forze dell'ordine, è stato quello di aver riscontrato il possesso da parte dell’uomo di un documento di riconoscimento valido ai fini dell’espatrio, condizione imprescindibile per assicurare un’espulsione con accompagnamento alla frontiera. In assenza di questo, infatti, l’alternativa è il trattenimento ai CPR, che spesso sono saturi, o l’ottenimento del lasciapassare dal Consolato, che richiede tempi più lunghi.
Secondo passaggio fondamentale è stato quello di abbreviare la procedura approfittando di una delle molteplici situazioni in cui erano state chiamate ad intervenire le Volanti, per accompagnare l'uomo in Lungadige Galtarossa per identificazione e notificargli una comunicazione di avvio del procedimento di revoca del permesso di soggiorno: a decorrere da tale data, infatti, la legge prevede un termine di 10 giorni per produrre osservazioni, scaduti i quali il provvedimento diventa definitivo.

È stato questo l’espediente giuridico a cui hanno fatto ricorso gli agenti dell’Ufficio Immigrazione, instaurando un’interlocuzione diretta e costante con la Procura della Repubblica, la direzione centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere e la stazione dei carabinieri di San Michele. Forti del "monitoraggio" dell’uomo disposto in sede giudiziaria con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, gli agenti, grazie ad una accurata sinergia con i colleghi dell’Arma, si sono presentati presso la stazione dei carabinieri di San Michele esattamente nell’orario in cui il 54enne tunisino si trovava negli Uffici per adempiere all’obbligo di firma.

Nel frattempo, il personale dell’Ufficio Immigrazione aveva già architettato tutto: dopo averlo condotto l’uomo in questura per il tempo strettamente necessario, lo hanno accompagnato a Milano dove, ad attenderlo, c’erano degli operatori di scorta della direzione centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, con i quali è salito a bordo di un volo di linea diretto a Tunisi.

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