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Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità Borgo Venezia / Via Montorio

Il sindaco Tommasi e l'assessora Zivelonghi in visita al carcere di Montorio: «Massima attenzione nel piano di sicurezza urbana»

«L’interesse è assolutamente elevato - ha detto l'ass. Zivelonghi - perché l’esistenza di una casa circondariale all’interno del Comune ci riguarda da vicino, buona parte dei detenuti arrivano dal territorio veronese e buona parte di loro poi ci torna»

Nella giornata di giovedì il sindaco Damiano Tommasi e l’assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi si sono recati in visita alla casa circondariale di Montorio. Presenti la direttrice Francesca Gioieni, il garante dei diritti delle persone private della libertà personale, don Carlo Vinco e le rappresentanze dei lavoratori che a vario titolo operano nella struttura.

Un incontro, viene spiegato in una nota di Palazzo Barbieri, che si è tenuto «nell’ottica della condivisione e, alla luce dei recenti fatti che hanno evidenziato situazioni problematiche all’interno della struttura, della volontà di affrontarli in modo strutturale con il coinvolgimento delle realtà del territorio». Dal Comune di Verona sottolineano inoltre l’auspicio di «trovare risposte alla messa a punto di alcuni meccanismi e al percorso che deve sempre essere rivolto al recupero». Sempre la nota di Palazzo Barbieri evidenzia inoltre che «attraverso il garante, il cui ruolo è fondamentale nell’interlocuzione con i diversi soggetti della casa circondariale, è stata rappresentata l’opportunità di un sempre maggiore coinvolgimento delle realtà del territorio, dall’Asl alle associazioni al mondo dello sport, per avviare e consolidare iniziative volte all’ascolto, alla partecipazione e alla realizzazione di proposte per migliorare le condizioni all’interno del carcere».

L’assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi in merito ha commentato: «L’interesse è assolutamente elevato perché l’esistenza di una casa circondariale all’interno del Comune ci riguarda da vicino, buona parte dei detenuti arrivano dal territorio veronese e buona parte di loro poi ci torna. Massima attenzione nel piano di sicurezza urbana, anche perché spesso si tratta di persone che non riescono reinserirsi nel contesto sociale e lavorativo e che si trovano in condizioni di profonda fragilità. L’impulso è che la collettività intesa come istituzioni possa trovare la modalità di accollarsi la questione, ciascuno nel rispetto dei ruoli, perché la soluzione delle criticità riguarda tutti».

Sul delicato argomento, giorni addietro erano intervenuti i consiglieri regionali del Partito Democratico Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni: «Le carceri scoppiano, - avevano dichiarato gli esponenti dem - sì, ma di disagio non curato. E a farne le spese sono ormai sempre più spesso i sanitari, gli agenti nonché la dirigenza, tutto il personale impiegato in numero insufficiente a garantire non già il servizio, ma anche soltanto la propria incolumità e quella degli stessi detenuti, come dimostrano suicidi, rivolte, atti di autolesionismo, aggressioni agli agenti e al personale sanitario, da ultimo il caso dello psichiatra che a Montorio ha avuto il setto nasale frantumato da un paziente detenuto sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio». Anna Maria Bigon aveva quindi auspicato: «È necessario che tutte le istituzioni e le autorità sanitarie del territorio facciano uno sforzo per prendere in carico la situazione esplosiva che si palesa nella casa circondariale di Montorio come nelle altre carceri venete. E che si predispongano i servizi territoriali necessari ad intercettare il disagio psichico, soprattutto quello giovanile, prima che sfoci in patologia conclamata».

Sull'episodio citato dagli esponenti dem del medico psichiatra ferito, da parte sindacale è intervenuta Fp Cgil Verona comunicando in una nota di star «attendendo risposta da tutti gli enti coinvolti: Ulss 9 Scaligera, Amministrazione Penitenziaria e Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata (Aoui) Verona, per conoscere le misure, i protocolli o i provvedimenti che verranno concordati, attivati o condivisi al fine di prevenire il rischio di nuove aggressioni ai danni del personale sanitario in servizio nelle carceri venete e in particolare all’interno della Casa Circondariale di Montorio». Nel frattempo, la stessa Fp Cgil Verona ha chiesto «la sospensione di tutti i servizi fintanto non emergeranno tutte le garanzie di sicurezza per l’incolumità del personale sanitario».

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