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La Regione stanzia delle "borse di rientro" per attirare i "cervelli in fuga"

La Giunta veneta ha messo a disposizione 1 milione e mezzo di euro per finanziare proposte e progetti di innovazione sociale e di inclusione, che favoriscano il rientro di lavoratori qualificati

La Regione Veneto punta ad attrarre i ‘cervelli in fuga’ e ad invertire la tendenza verso l’estero dei laureati e diplomati veneti: finanzierà proposte e progetti di innovazione sociale e di inclusione, che favoriscano il rientro di lavoratori qualificati, o meglio la ‘circolarità’ dei ‘cervelli’.

“La globalizzazione dell’economia non riguarda solo le merci, ma anche le persone e le competenze – premette l’assessore al lavoro e alla formazione – L’Italia sinora è stato una sorta di ‘donatore universale’, nel senso che dal nostro territorio partono più giovani laureati e diplomati di quanti ne rientrino o ne arrivino dall’estero. Confindustria ha calcolato che ogni anno l’Italia perde 14 mld di Pil a causa della ‘fuga’ all’estero di studenti e laureati. Vogliamo invertire la tendenza e contrastare il basso assorbimento da parte delle piccole e medie imprese di lavoratori qualificati, come pure la tendenza delle università a incentivare pubblicazioni piuttosto che brevetti e creazioni di start up. L’obiettivo ultimo è garantire idee, competenze e professionalità al Veneto del futuro”.

Il provvedimento approvato dalla Giunta regionale stanzia un milione e mezzo di euro per attirare ricercatori e creare occasioni di incontro, scambio e competizione, interregionale e transnazionale. I progetti potranno prevedere ‘maratone’ per sviluppare progetti innovativi, in campo tecnologico o sociale o culturale, eventi di animazione del territorio, scambi internazionali, il coinvolgimento diretto delle imprese nel progettare poli di attrazione di ricercatori e idee innovative, ‘borse di rientro’ per ‘ cervelli’ partiti dal Veneto e specializzatisi all’estero.

Questo bando è una scommessa sul futuro – commenta l’assessore – sulla capacità del sistema veneto di attrarre o di incubare nuove idee e nuovi progetti. Basti pensare all’industria culturale, che da sola rappresenta oltre il 6 per cento del prodotto interno lordo, e che può rappresentare un terreno fertile per generare idee innovative e nuove imprese ad alto valore aggiunto nel capitale umano”.

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