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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Riabilitazione e chirurgia, novità nel trattamento della scoliosi in Aoui

Un convegno a Borgo Roma si è concentrato sulla complessità di una malattia che non è una semplice curvatura della colonna vertebrale

Colpisce il 4% della popolazione, principalmente le femmine. È una malattia dalla quale non si può guarire, ma i bambini che ne sono affetti possono condurre una vita normale grazie ai progressi della ricerca scientifica e delle nuove tecnologie. È la scoliosi idiopatica, la forma più comune della scoliosi, che in adolescenza causa la deviazione laterale della colonna vertebrale. È spesso asintomatica, ma può causare dolore, difficoltà respiratorie e problemi psicologici nei casi gravi.

In Aoui, la malattia è trattata da diverse unità operative in multidisciplinarità, dopo che per anni c’è stato un ricorso esagerato all’uso del busto correttivo. La gestione conservativa della malattia con corsetti ed esercizi specifici, però, si è dimostrata efficace solo nel limitare la progressione e gli effetti avversi. Oggi, il nuovo approccio identifica metodi più efficaci, dalle tecniche riabilitative alla chirurgia. Inoltre, l'approccio medico alla scoliosi riconosce che si tratta di una malattia multifattoriale che può influenzare diversi sistemi del corpo, non solo la colonna vertebrale ma anche le articolazioni temporo-mandibolari, coinvolgendo così odontoiatri e chirurghi maxillo-facciali. Questo collegamento tra la scoliosi e altre aree del corpo sottolinea l'importanza di un trattamento olistico e multidisciplinare.

L’intervento è la soluzione necessaria quando la deformità della colonna è incorreggibile e quando lo specialista riconosce che quel tipo di scoliosi (di solito congenita) è destinata al peggioramento. In questi casi è fondamentale la diagnosi precoce per definire la sede delle curvature e misurarle radiograficamente.
La sede in cui ci sono i peggioramenti più marcati è il torace, dove la curvatura anomala potrebbe compromettere la crescita di cuore e polmoni. Oggi, le tecniche chirurgiche in età evolutiva prevedono l’inserimento di barre cilindriche parallele, che consentono alla colonna di crescere in correzione fino allo sviluppo finale (femmine 14-15 anni, maschi 15-17). Ci sono anche barre magnetiche a controllo remoto, oppure la tecnica di ultima generazione: Apc (Active Apex Proximal Control), che sono barre scorrevoli all’apice della curva che accompagnano la crescita senza bisogno di altri interventi.

Ma oltre all'intervento chirurgico ci sono anche nuove tecniche riabilitative. Partendo dalle cause epigenetiche (età, dieta, fattori ambientali, attività fisica) e dallo stile di vita come fattori favorenti, le tecniche riabilitative combinano fisiatria, ortopedia, chirurgia, nutrizione e sport per arrivare al miglior trattamento personalizzato per ogni paziente.
La ricerca ha dimostrato che diversi tipi di esercizi e programmi riabilitativi possono essere molto efficaci e possono ridurre la necessità di corsetti ortopedici e migliorare complessivamente i risultati per i pazienti. Studi hanno mostrato che l'uso di corsetti, combinato con la fisioterapia, può migliorare la forza muscolare e la mobilità del torace. E per quanto riguarda la riabilitazione post-operatoria è importante focalizzarsi sia sugli aspetti motori che su quelli respiratori. L'allenamento muscolare e aerobico sia pre che post-operatorio gioca un ruolo fondamentale per migliorare la tolleranza all'esercizio fisico e nel supportare il recupero generale.

Sabato scorso, 16 dicembre, un aggiornamento sulla scoliosi e su come trattarla è stato fatto nell’aula magna "De Sandre" del policlinico di Borgo Roma, nel corso del convegno dal titolo "La scoliosi, semplice curvatura della colonna vertebrale o malattia complessa?". L'evento è stato organizzato dal direttore del reparto di recupero e riabilitazione funzionale dell'Aoui Ermes Vedovi e ha visto gli interventi del professor Massimo Balsano, direttore dell'ortopedia e chirurgia vertebrale di Verona, e del dottor Simone Patuzzo, fisioterapista specializzato in riabilitazione ortopedica.

«Con questo convegno vogliamo anche ricordare il nostro maestro Renato Campacci, che ha dato inizio a questo interesse riabilitativo che ho condiviso con il professor Nicola Smania - ha dichiarato Vedovi - La scoliosi è un argomento sempre attuale e oggi affrontato in maniera multidisciplinare. Il panorama di trattamenti che Aoui mette in campo conferma la validità di un approccio personalizzato e integrato, che tiene conto non solo della colonna vertebrale ma dell'intero corpo, per garantire il miglior risultato possibile per ogni individuo affetto da scoliosi, compresi gli aspetti psicologici associati alla percezione corporea».

«La grande evoluzione della chirurgia vertebrale, che è tra le specialità più complesse, si avvale oggi di tecnologie innovative e mini invasive, con la navigazione assistita e la robotica che comportano notevoli benefici per il paziente pediatrico - ha spiegato Balsano - Fondamentale è la diagnosi precoce dello specialista che sappia valutare l’evoluzione della malattia per intervenire in maniera tempestiva. Applicando il trattamento più idoneo, il paziente può avere una vita sociale normale, fare sport, avere figli e soprattutto senza dolore».

«I pazienti mostrano un decorso riabilitativo molto favorevole con un rapido recupero di tutte le attività comprese quelle lavorative e sportive - ha aggiunto Patuzzo - In questa popolazione vanno particolarmente considerati gli aspetti psicosociali, che influenzano la risposta ai programmi riabilitativi e la qualità di vita. Inoltre, è sempre essenziale includere un approccio di fisioterapia respiratoria per assecondare i miglioramenti della ventilazione derivanti dalla correzione chirurgica. Questi pazienti, solitamente considerati ristretti dal punto di vista respiratorio, presentano infatti caratteristiche miste e necessitano di una fisioterapia respiratoria mirata».

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