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Malattie infiammatorie croniche intestinali, aumentano i casi ma anche le terapie

Le novità diagnostico-terapeutiche saranno presentate al congresso "Open Doors" che si terrà a Verona sabato prossimo. Ad organizzarlo è l'unità di gastroenterologia B di Borgo Roma

Sono sempre di più i pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali, patologie che sono invalidanti ma che ormai si riescono a bloccare con nuovi farmaci. Novità che saranno al centro del convegno "Open doors" organizzato a Verona per sabato prossimo, 9 settembre.

La incidenza di malattie come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa è in costante aumento in Italia, a causa della influenza esercitata dai fattori ambientali sull’organismo umano. Per questo motivo, la ricerca medica se ne sta occupando intensamente, consentendo enormi passi avanti in tema di comprensione dei meccanismi patogenetici del danno d’organo e, quindi, la scoperta di nuove strategie terapeutiche.

Il quadro clinico dei malati è caratterizzato non solo da sintomi propriamente intestinali, ma anche carenziali (come anemia e osteopenia) e manifestazioni extra-intestinali, soprattutto a carico delle articolazioni e della cute. Il fumo di sigaretta è uno dei principali fattori di rischio non solo per l’insorgenza della malattia di Crohn, ma anche per la risposta alla terapia. Tra gli altri fattori di rischio, ci sono poi le frequenti terapie antibiotiche, soprattutto in età pediatrica, l’inquinamento ambientale e una dieta povera di fibre e ricca di cibi raffinati. Protettivi, invece, sarebbero il parto per via naturale, l’allattamento materno, il contatto con la natura e una dieta ricca di fibre e prodotti poco raffinati.

La gestione dei pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali è notevolmente cambiata grazie alla disponibilità di nuove terapie sia con farmaci biotecnologici (anticorpi monoclonali), somministrati per via endovenosa o sottocutanea, che con piccole molecole (inibitori delle Janus kinasi) che vengono somministrate per via orale. Queste nuove terapie bloccano in vario modo la cascata infiammatoria che conduce al danno della parete intestinale e sono in grado di indurre e mantenere la remissione di malattia, migliorando così la qualità di vita dei malati. E ciò consente anche di personalizzare la terapia in base al profilo di rischio del paziente.
Tra le varie terapie, inoltre, grandi potenzialità sono state riscontrate nella strategia a base di cellule staminali mesenchimali nel trattamento della malattia di Crohn fistolizzante, la forma più aggressiva e invalidante. E all’orizzonte ci sono anche nuove molecole in diversi stadi di sperimentazione clinica, anche a Verona.

La presentazione interattiva di casi clinici, le importanti novità diagnostico-terapeutiche, ma anche uno sguardo al futuro con una lettura sull’ingegneria tissutale, saranno i temi trattati nella sesta edizione del congresso "Open Doors - Inflammatory Bowel Desease", che si terrà a Verona sabato 9 settembre e vedrà la partecipazione di esperti provenienti da tutta Italia.
L'evento è organizzato dalla gastroenterologia B di Borgo Roma, diretta dal professor Luca Frulloni, e avrà luogo nella sede congressuale Lounge Arch in Piazza Cittadella 3. Il congresso, organizzato dalla professoressa Rachele Ciccocioppo, è gratuito ed è aperto a medici di medicina generale e specialisti, farmacisti e biologi, ai quali saranno anche accreditati gli Ecm.
«Uno degli obiettivi dell'evento - ha spiegato la professoressa Ciccocioppo, responsabile dell'unità malattie infiammatorie gastrointestinali - è quello di favorire il dibattito e la creazione di un network locale tra le figure professionali che hanno in carico il paziente non solo per affinare e armonizzare le conoscenze, quanto soprattutto per migliorare la qualità di vita dei soggetti affetti».

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