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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Famiglie veronesi: poche ma con tanti figli. E con forte richiesta di servizi

"Gli italiani e la denatalità" è l'indagine realizzata da Changes Unipol ed elaborata da Ipsos che fotografa una tendenza demografica particolare nel capoluogo scaligero

Una città dalla dinamica demografica unica: pochi genitori ma con tanti figli. È Verona fotografata da una ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, sulla denatalità in Italia. I veronesi hanno il più alto desiderio di fare più figli e più della metà ritiene insufficienti le attuali politiche nazionali a supporto della famiglia. Politiche che, in base alle risposte della popolazione scaligera, dovrebbero includere una maggiore flessibilità lavorativa e più asili nido aziendali.

Si intitola "Gli italiani e la denatalità" ed è un'indagine realizzata da Changes Unipol ed elaborata da Ipsos, finalizzata ad analizzare la situazione familiare nelle principali città italiane, oltre ai motivi, alle conseguenze e alle misure a supporto della natalità. Un'indagine che descrive a Verona uno scenario molto particolare: è la città con meno genitori, perché solo il 39% degli intervistati ha risposto di avere figli (la media nazionale è del 49%); ciononostante, i pochi che fanno figli ne fanno più di tutti (1,99 di media, contro l’1,63 della media italiana).
Le famiglie veronesi sono dunque poche. La ricerca mostra che il 61% dei veronesi dichiari di non avere figli. Una percentuale record nel Paese, condivisa con Firenze. Di contro, le famiglie veronesi sono le più numerose. Il 39% che si dichiara genitore ha in media 1,99 figli, ovvero il dato più alto registrato in Italia.

Ma la ricerca non si ferma a questo primo dettaglio ed entra in profondità. Nell'ampia fascia di chi non è genitore, c'è un 32% che sta pianificando di mettere al mondo almeno un figlio in futuro (il 23%, in particolare, prevede di averlo entro 5 anni). Il 29%, invece, dichiara di non voler figli.

Ma quanti figli vorrebbero i veronesi? Secondo l’indagine condotta tra chi ha o vorrebbe avere figli, la famiglia ideale veronese è la più grande d’Italia. Il numero medio ideale di figli, infatti, è di 2,2, a fronte di una media italiana pari a 1,92. Non solo: Verona è in cima anche alla classifica di chi desidera 3 o più figli (33%, contro una media nazionale dal 19%).

Il desiderio di mettere al mondo dei figli è quindi forte a Verona, ma questo desiderio si scontra con le politiche per favorire la natalità. I cittadini scaligeri sono infatti i più critici nei confronti delle iniziative nazionali a supporto alla famiglia. Il voto dati dai veronesi alle politiche per la natalità italiane è di 5,5 su 10. E il resto d'Europa viene giudicato dai veronesi molto più avanti rispetto all'Italia. Tra gli intervistati, il 69% ritengono le attuali politiche italiani inferiori alla media europea.

E alla domanda su quali azioni bisognerebbe puntare per contrastare la denatalità, gli abitanti di Verona hanno suggerito di migliorare la flessibilità lavorativa (67%, la percentuale più alta del Paese) e auspicano l’introduzione della settimana lavorativa corta (29%), seguita dalla flessibilità oraria (28%) e dal lavoro integralmente o in gran parte da remoto (28%).
L’altra area su cui investire per contrastare la denatalità è costituita dagli aiuti economici (41%): qui, gli scaligeri si distinguono per valutare di grande utilità l’asilo nido aziendale e la creazione di convenzioni con asili nido esterni.

Infine, l'indagine ha approfondito anche le cause e gli effetti della denatalità in Italia. Il 63% dei veronesi ritiene che l'aumento dell'età media per generare il primo figlio è da attribuire soprattutto a motivazioni economiche personali (63%), ma pesano molto anche le motivazioni di stampo socio-culturale. Un veronese su quattro, infatti, ritiene che ci sia più libertà per ritardare la nascita del primo figlio. E il 22% riscontra anche la scarsa conciliabilità dell’essere genitori con la carriera professionale.
A Verona, coloro che rimandano o non progettano di avere figli dichiarano di essere bloccati soprattutto da motivazioni lavorative (45%). La mancanza di supporto alle famiglie, tuttavia, è indicata dal 29% dei cittadini. Più nello specifico, è la mancanza di politiche per la famiglia (25%) ad essere individuata come ostacolo molto rilevante dai veronesi che ritardano la nascita del primo figlio.

E tra gli effetti più preoccupanti di questa denatalità, i veronesi individuano la tenuta del sistema pensionistico, con il 45% che lo indica come l'area più colpita. L'altra preoccupazione più rilevante (28%) è lo spopolamento delle aree non urbane che si potrebbe generare in seguito ad una prolungata fase di denatalità.

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