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Violenza sulle donne, quattro eventi di UniVr per la Giornata internazionale

Due tavole rotonde e due spettacoli teatrali per «commemorare tutte le donne vittime di femminicidio, sensibilizzare e riflettere»

Secondo i dati Istat, nel 2022 le chiamate valide al 1522, numero anti-violenza e stalking, sono state 36.036 e hanno registrato un calo del 10% rispetto al 2021. Seppur in diminuzione rispetto all’anno precedente, che aveva risentito degli effetti di pandemia e lockdown, il numero delle telefonate è notevolmente cresciuto rispetto al periodo pre-pandemia e inizio-pandemia. Infatti, nel 2019 era pari a 21.290 con un aumento del 52,3% e nel 2020 pari a 31.688 con una crescita del 2,3%.

La violenza di genere è dunque un problema tutt'alto che superato e, in occasione della "Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne", l'università di Verona propone quattro appuntamenti, tra il 23 e il 24 novembre, che si inseriscono all’interno delle iniziative promosse dagli assessorati alla parità di genere e pari opportunità del Comune di Verona.

«In occasione del 25 novembre, data della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne - ha spiegato Michela Nosè, docente di psichiatria e presidente del Comitato unico di garanzia dell’ateneo - l’università di Verona commemora tutte le donne vittime di femminicidio e sensibilizza la comunità studentesca, e non solo, con appuntamenti di riflessione sul tema. L’impegno dell’ateneo scaligero è costante: la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne non è una data simbolica, ma una ricorrenza quotidiana. Il nostro obiettivo è di pensare al 25 novembre come un momento per una riflessione condivisa, organizzando una serie di eventi che coinvolgono diversi pubblici, come la cittadinanza e le scuole, e che intrecciano diverse competenze, come filosofia, antropologie e scienze motorie».

Il primo appuntamento è in programma per giovedì 23 novembre a partire dalle 16.30 e prevede "Stare in scia. Incontro con donne dall’Afghanistan", una tavola rotonda in cui interverranno per l’ateneo scaligero Michela Nosè, Federico Schena, delegato del rettore alla didattica, e Olivia Guaraldo, delegata del rettore al public engagement. La giornalista Marta Bellingreri intervisterà tre donne la cui storia è particolarmente significativa: Habiba Halimi, ciclista della nazionale femminile afghana di ciclismo arrivata in Italia a luglio scorso; Nesa Mohammadi, dottoressa ostetrica; e Rahila Saya, giornalista di 24 anni fuggita l’estate scorsa da Kabul dopo l’assedio del governo talebano. A seguire, si terrà un dialogo con l’antropologa Maria Livia Alga, la presidente dell’associazione Nissa Houda Boukal, la costituzionalista Marsilia D’Amico, l’attivista Karin Peschau e la psicologa dello sport Francesca Vitali.
L’evento è promosso in collaborazione con il Centro interculturale Casa di Ramia, il Comune di San Bonifacio ed il Circolo della Rosa.

Nella stessa giornata, a partire dalle 19 nell’aula T2 del Polo Zanotto, si terrà lo spettacolo teatrale "Malamore" di Estravagario Teatro, con la regia di Tiziana Leso e Tiziana Totolo. La rappresentazione vuole raccontare le vittime di femminicidio come se potessero parlare in prima persona, concentrando l’attenzione sul tema della violenza domestica. Si tratta di un’iniziativa promossa in collaborazione con il Gruppo donne Galm.

Nella giornata di venerdì 24 è in programma, a partire dalle 17, in aula Caprioli del Polo Zanotto, la tavola rotonda "Una questione di cittadinanza: come rovesciare il racconto della violenza contro le donne", per affrontare il tema della violenza contro le donne dal punto di vista del linguaggio, dei sistemi simbolici attraverso cui la violenza viene spesso neutralizzata o sminuita quando i soggetti parlanti sono donne. Interverranno Michela Nosè, Olivia Guaraldo e Fabrizia Giuliani, filosofa del linguaggio della Sapienza di Roma.

E alle 20.45 ci sarà lo spettacolo "Il libro di tutte le cose" di Bam! Bam! Teatro, al Teatro Alcione, un adattamento dell’omonimo romanzo di Guus Kuijer messo in scena dal regista Lorenzo Bassotto e dall’aiuto regista Monica Ceccardi. Tra gli spunti di riflessione che questa rappresentazione vuole far emergere, c'è il vivere nel buio della violenza e trovare nell’arte e nella bellezza piccole luci per intraprendere percorsi salvifici.

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