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Fondazione Arena saluta il dg De Cesaris: «L'ha risanata e le ha ridato credibilità»

Il direttore generale ha guidato la Fondazione negli ultimi 4 anni e ora la lascia per un altro incarico professionale: «Abbiamo raggiunto risultati al di sopra delle più rosee aspettative, anche in tempi di pandemia, nonostante limitazioni, chiusure e incertezze fino all’ultimo minuto»

Prima commissariata e sull’orlo della liquidazione coatta, Fondazione Arena negli ultimi 4 anni, e quindi da quando si è insediato il nuovo Consiglio di Indirizzo a gennaio 2018, ha visto crescere gli utili di ben 8 volte. Lo sottolinea il Comune di Verona nel giorno del saluto al direttore generale Gianfranco De Cesaris che ha annunciato di essere in procinto di lasciare Verona per un altro incarico professionale
Un lavoro che avrebbe permesso all'anfiteatro scaligero di tornare ad essere uno dei palcoscenici più ambiti dagli artisti di tutto il mondo, per merito della squadra voluta e messa in piedi dal sindaco e presidente di Fondazione Federico Sboarina, nella quale spicca De Cesaris.

I NUMERI DEGLI ULTIMI ANNI FORNITI DAL COMUNE DI VERONA - Dai bilanci consuntivi di Fondazione Arena, nel 2016, ultimo anno di totale competenza della passata gestione, si registravano utili per 367 mila euro. Un dato positivo, ma solamente grazie alle 2 mensilità annue non pagate ai dipendenti e che ammontano a quasi due milioni di euro l’anno. L’insediamento l’8 gennaio 2018 del nuovo Consiglio di Indirizzo, secondo Palazzo Barbieri, avrebbe riacceso il motore per salvare Fondazione, già commissariata, dalla liquidazione. Nel 2018 sono arrivati utili per 2 milioni 679 mila euro e, nel 2019, per 2 milioni e 874 mila euro. Annualità durante le quali ai lavoratori sono state reintegrate le 2 mensilità tolte e riconosciuto, quindi, uno stipendio pieno annuale. Dal 2018 ad oggi è migliorata progressivamente anche la situazione finanziaria, ossia il rapporto tra debiti e crediti, di ben 11 milioni 669 mila euro. E la qualità della proposta artistica ha portato un aumento dei ricavi da biglietti e abbonamenti di 4 milioni e 300 mila euro in quattro anni, dal 2016 al 2019, ultima stagione prima della pandemia.

Mercoledì mattina il sindaco Federico Sboarina, la sovrintendente Cecilia Gasdia in video collegamento, e l’amministratore unico di Arena di Verona Srl Gianmarco Mazzi hanno voluto ringraziare personalmente il direttore Gianfranco De Cesaris per il lavoro svolto insieme in questi anni. Il naturale mandato sarebbe scaduto dopo la quinta stagione del Festival lirico, ossia quella del 2022.

«Un manager che ha ridato a Fondazione Arena quella credibilità che, da tempo, aveva perso – ha detto il sindaco -. Ha risanato uno dei nostri asset strategici e, assieme a tutta la squadra, ha portato a casa risultati incredibili in pochissimo tempo. Avevamo ereditato una situazione disastrosa, Fondazione Arena era commissariata e sull’orlo della liquidazione coatta amministrativa, aveva perso il suo appeal internazionale e i lavoratori erano stati fortemente penalizzati. L’utile dei bilanci consuntivi è una conseguenza reale del grande lavoro fatto, risultato che nessuno di noi sperava di raggiungere in così poco tempo. E uno degli artefici è stato sicuramente De Cesaris, parte di una grande squadra e di uno straordinario Consiglio di Indirizzo che, anche durante l’emergenza Coronavirus, ha continuato a riunirsi una-due volte la settimana per mettere sul tavolo idee, proposte, energie per far sì che l’Arena fosse un unicum, un esempio nel mondo. Mesi di lacrime e sangue che la città ha compreso e, infatti, ci è arrivato il pieno sostegno da parte delle categorie, delle imprese e degli investitori certi di non buttare più i soldi in un buco nero ma di sostenere un asset sano, in pieno vigore, fondamentale per l’economia cittadina. Sappiamo che De Cesaris aveva ricevuto altre proposte durate la pandemia ma è rimasto per senso del dovere. Oggi lo ringraziamo per quanto fatto e gli facciamo i nostri auguri per il suo futuro professionale. Quando c’è un ‘calciatore’ fuoriclasse, prima o dopo le grandi squadre giustamente se lo contendono».

«Ringrazio la città e il sindaco per l’opportunità che mi è stata data, come sempre quando ci si saluta c’è dispiacere ma sono anche orgoglioso di quanto siamo riusciti a fare insieme in questi anni – ha detto De Cesaris -. Abbiamo raggiunto risultati al di sopra delle più rosee aspettative, anche in tempi di pandemia, nonostante limitazioni, chiusure e incertezze fino all’ultimo minuto. Frutti dell’impegno di un team che ha fatto proprio il traguardo posto dal sindaco Sboarina, ossia rilanciare Fondazione Arena, uno de principali motori del tessuto economico cittadino. Grazie allo straordinario lavoro artistico della sovrintendente Gasdia, le più grandi star del mondo fanno a gara per venire in Arena. Con Gianmarco Mazzi e tutta la parte live il nostro anfiteatro è tornato ad essere uno dei palcoscenici più importanti e più trasmessi a livello nazionale e internazionale. È stata tracciata una strada anche con il mondo imprenditoriale che proseguirà negli anni. A quattro quinti del mio percorso posso lasciare certo del futuro positivo di Fondazione. Oggi è una realtà solida, completamente diversa rispetto a come l’avevamo trovata. Ringrazio tutto il Consiglio di Indirizzo che ci ha supportato nelle difficilissime fasi della pandemia e gli sponsor che, anche quando i loro fatturati precipitavano, non hanno mai vacillato nel voler confermare il loro supporto».

«Una compagine che ha raggiunto risultati incredibili anche nei momenti bui della pandemia – ha aggiunto Gasdia, in videocollegamento -. Un grazie va al sindaco, che ha saputo dimostrare di essere il primo cittadino d’Italia più vicino alla propria Fondazione cittadina, così come al Consiglio di Indirizzo, alla squadra dirigenziale, fino al Collegio dei Revisori. Abbiamo vinto una sfida, non possiamo che ringraziare De Cesaris per il suo apporto. Ricordo che Fondazione Arena ha continuato la sua programmazione anche con il Covid e l’emergenza, siamo stati un modello per il resto d’Italia e dal primo luglio 2020 i lavoratori hanno sempre lavorato, senza fare un’ora di cassa integrazione. Un risultato non solo dal punto di vista lavorativo ma anche per tutto il comparto artistico e degli spettacoli».

«La proposta che ha ricevuto De Cesaris fuori Verona attesta il grande lavoro fatto in questi anni e la scelta del sindaco Sboarina che l’ha voluto nella squadra – ha concluso Mazzi -. Uno dei suoi straordinari meriti è sicuramente l’aver portato la cultura aziendale all’interno di una Fondazione. Molto spesso, nel mondo dello spettacolo, tutto è centrato sul senso e il lato artistico, quando invece le capacità e le scelte aziendali sono invece strategiche. E noi lo abbiamo visto in questi anni. È un’eredità da preservare e portare avanti».

Non in linea con le celebrazioni della conferenza stampa, l'opinione di Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune: «Il sindaco si è sperticato in lodi nei confronti dell’ormai ex direttore generale di Fondazione Arena Gianfranco De Cesaris che lascia l’incarico per una nuova avventura professionale a Milano di cui non conosciamo la natura ma che sappiamo per certo non riguarderà la Scala. Sboarina sostiene che De Cesaris avrebbe portato la Fondazione dal fallimento al rilancio, confermando così la propensione a dialogare con il proprio ombelico.
Il fallimento della Fondazione Arena è stato evitato grazie ai lavoratori e alle lavoratrici di Fondazione Arena che hanno sacrificato parte del loro stipendio annuale per un risanamento che è stato valorizzato solo in minima parte dall’attuale amministrazione e dall’attuale management di Fondazione Arena. A metterci il sangue sono stati anche gli stagionali che hanno sofferto prima la crisi e poi il lockdown. In cambio, il management di Fondazione Arena ha offerto dei contratti capestro agli stagionali e un deterioramento senza precedenti delle relazioni sindacali ai fissi. Sboarina si è dimenticato pure della promessa di ricostituire il corpo di ballo. Quindi bando alle ciance: Fondazione Arena è ancora lontanissima dall'essere l’ente che dialoga con la città intera, e non solo con alcune sue piccole enclave che puntano soltanto a vivere di rendita di posizione».

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