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Appello da Verona e altre 10 città: «Serve intervento statale contro emergenza abitativa»

Undici assessori, tra cui la veronese Luisa Ceni, si sono riuniti a Bologna ed hanno sottoscritto cinque suggerimenti per il Governo Meloni

Le assessore e gli assessori alla casa di 11 grandi città italiane si sono riuniti a Bologna insieme all'Anci Nazionale ed hanno discusso delle priorità per contrastare l'emergenza abitativa. Tema su cui gli 11 assessori hanno voluto sollecitare il Governo nazionale.

"Un'alleanza munipalista per una politica nazionale sulla casa", questo è stato il seminario a cui hanno partecipato gli assessori alla casa di Bergamo, Bologna, Firenze, Lodi, Milano, Napoli, Padova, Parma, Roma, Torino e Verona, durante una tre giorni di eventi organizzata nel capoluogo emiliano. C'era dunque anche l'assessora veronese Luisa Ceni, che insieme ai suoi colleghi ha constatato: «Negli ultimi venti anni un progressivo processo di regionalizzazione delle politiche sulla casa ha determinato una frammentazione delle politiche per la casa e un sostanziale disimpegno dello Stato verso politiche urbane integrate. Un processo di regionalizzazione e disimpegno dello Stato che è avvenuto mentre rilevanti criticità ed emergenze legate alla casa sono aumentate. Basti solo accennare ad alcuni fenomeni emergenti che accomunano molte di città di medie e grandi dimensioni: dagli affitti brevi per uso turistico alla comunità degli studenti universitari fuori sede che spesso vedono negato il loro diritto all’istruzione superiore perché i costi dell’abitare sono insostenibili; dalla paradossale e troppo lunga vicenda degli immobili dismessi di proprietà di enti statali o parastatali alle esigenze dei cittadini migranti o fruenti di protezione internazionale; dal progressivo impoverimento delle famiglie all’invecchiamento della popolazione, spesso sola, che genera anche nuovi bisogni abitativi».

Per provare a risolvere questi problemi, sono state chieste azioni concrete su scala nazionale: sia iniziative legislative che politiche finanziarie. Le assessore e gli assessori delle 11 città riunite a Bologna hanno quindi concordato su 5 punti da proporre al Governo. «Il primo - scrivono - è una legge quadro sull'edilizia residenziale pubblica e sociale, che restituisca uniformità territoriale nei diritti di accesso e permanenza all’edilizia pubblica. Una legge abbinata al rifinanziamento del programma di interventi per il recupero e la razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Una norma che preveda il trasferimento delle risorse direttamente ai Comuni o alle Città Metropolitane; anche introducendo un sistema stabile di credito d'imposta (con possibilità di cessione) per la manutenzione delle case popolari con una prospettiva decennale. Una legge che stimoli e sostenga anche la nascita di un soggetto come le "housing associations" cioè un settore d’impresa sociale per produrre, acquisire e gestire edilizia sociale per le differenti domande emergenti, capace di mettere al centro non solo la casa ma anche l’abitare, cioè l’insieme dei servizi di accompagnamento alla casa. Il secondo suggerimento è l'assegnazione gratuita ai Comuni degli immobili di enti statali o parastatali inutilizzati, da destinare alla realizzazione di politiche di contrasto all’emergenza abitativa e alla realizzazione di interventi per l’edilizia studentesca. Terzo punto è il rifinanziamento del fondo nazionale locazione e del fondo nazionale morosi incolpevoli, quali strumenti continuativi di supporto agli affitti. Serve poi una legge nazionale di regolamentazione delle piattaforme turistiche, per governare gli impatti negativi generati sul sistema abitativo dal mercato degli affitti brevi turistici. È infine è necessario una misura nazionale che riconosca strutturalmente l'emergenza abitativa e l'homelessness come fragilità cui dedicare interventi e risorse».

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