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Hellas, Baroni si presenta: «Fame, voglia e determinazione i capisaldi del mio Verona»

Il nuovo allenatore gialloblù: «Conosco la città, la tifoseria e i valori di questa maglia: sono tutti aspetti che mi sento dentro. Sono consapevole delle difficoltà che ci saranno, ma sia io che il mio staff siamo abituati ad affrontare sfide di questo tipo»

Marco Baroni, nuovo allenatore dell'Hellas Verona, si è presentato in conferenza stampa.

Di seguito le principali dichiarazioni del tecnico ex Lecce, scelto per guidare la squadra dopo la gestione Zaffaroni-Bocchetti, riportate sul sito ufficiale della società scaligera.

Mister benvenuto, 20 anni dopo torna a Verona: quali sono le sue prime sensazioni? «Sono positive. Torno in una città che conosco, in una squadra che mi ha fatto crescere e mi ha aiutato ad essere ciò che sono oggi, sia dal punto di vista umano che professionale. Ho tanta determinazione e voglia di fare bene, sono consapevole dell'impegno importante che ho preso e sono contento di essere qui. Qui ho vissuto anni fa due parentesi diverse, una prima da calciatore e poi una seconda da vice di Alberto Malesani, di cui sono rimasto amico: entrambe mi sono servite. Ora si riparte con grande determinazione: tiriamo una linea e andiamo avanti con forza ed entusiasmo».

Come mai ha scelto proprio Verona? «Sono consapevole delle difficoltà che ci saranno qui, ma sia io che il mio staff siamo abituati ad affrontare sfide di questo tipo. Ho visto la determinazione e la voglia che ha il Direttore Sogliano, che è la stessa che hanno la società e la città. Quando è stato il momento di scegliere non ci ho pensato un attimo: dovremo fare tanto lavoro, ma lo sappiamo. Ci sarà da mettere entusiasmo, che è la cosa fondamentale, da questo punto di vista siamo già al lavoro. Il senso di responsabilità che sento verso la città mi piace, fa parte del mio lavoro, ed è stato uno dei fattori che ha influito su questa scelta. Vengo in una città e in una squadra che conosco, con una tifoseria che conosco: sono fattori che aumentano il mio entusiasmo. Ora dobbiamo iniziare a lavorare: sono convinto che tutti insieme potremo toglierci anche alcune soddisfazioni».

Come si è costruita l'intesa con la società? «Nel Direttore Sogliano ho visto la stessa fame, voglia e determinazione che ho anche io dentro. Non servono molte parole a volte: quando incroci una persona che ti trasmette la sua stima, vedi la stessa grinta, la scelta diventa semplice. Non è servito molto, c'è stata subito una intesa su ciò che ci sarà da fare, senza paura o timori».

Che società ha ritrovato dopo anni? «Conosco la città, la tifoseria e i valori di questa maglia: sono tutti aspetti che mi sento dentro. Ho ritrovato una società cresciuta, e per notarlo basta vederne la sede e il centro sportivo. È una società che viene da un'esperienza difficile, ma che da questo recente passato penso abbia imparato che in questo campionato non bisogna mai abbassare la guardia».

Si sente la persona giusta per guidare questa squadra? «Mi sento la persona che ha la determinazione e la fame giusta per prendermi questo incarico importante, che so sarà anche impegnativo. Lo faccio a testa alta, con entusiasmo e grande voglia».

Il Lecce nella scorsa stagione ha fatto un vero miracolo... «È stato fatto un buon lavoro da parte di tutti. Ora però bisogna guardare avanti. Per me e lo staff è stata un'esperienza importante, ma ora siamo concentrati sulla squadra: non vedo l'ora di iniziare a lavorare con loro».

La squadra l'anno scorso ha avuto la capacità di soffrire: quanto conta oggi questo aspetto? «Credo che tutte le esperienze, sia positive che negative, aiutino sempre a crescere e a migliorare. Da questo punto di vista penso che il trascorso della scorsa stagione possa essere un patrimonio importante. Il nostro sarà un campionato complicato, difficile, dove non bisogna lasciare niente di intentato o trascurato. Questo recente passato può essere un'opportunità. L'obiettivo deve essere sempre quello di migliorarsi, con determinazione ed entusiasmo. Sono stati fatti degli anni in cui alcuni giocatori forse non erano più abituati a lottare per la salvezza, ma ciò che conta oggi è che il percorso fatto lo scorso anno può diventare una ricchezza».

Ci sono giocatori in rosa da rimettere al centro del progetto, come Henry e Lasagna... «Ci sono delle situazioni che il Direttore Sogliano e la società stanno seguendo, ma ciò che importa oggi è tirare una linea e guardare avanti con grande forza e coraggio. Io non sono abituato a guardare al passato, perché c'è sempre il rischio di restare lì ancorati. Ci sarà da lavorare su quelle componenti che sono importanti quando c'è da ripartire: l'entusiasmo e la determinazione appunto. Vogliamo trasferire queste caratteristiche alla squadra: da questo punto di vista siamo aperti a tutte le opportunità, a tutti i giocatori. Il gruppo è la cosa che conta di più».

Mister Malesani l'ha descritta come un 'equilibratore': ci racconta il suo calcio? «Vogliamo portare un calcio dinamico, con anche qualcosa di nuovo. La squadra dovrà assumere la sua nuova identità, perché sarà un campionato difficile. Dovremo essere bravi a trovare in fretta la nostra identità come gruppo ed iniziare a lavorare forte, poi sarà il campo a dimostrare il nostro lavoro. Prima di tutto voglio conoscere la squadra: la cosa importante è la tipologia di calcio che andremo a proporre: una squadra aggressiva, che corre, che ha dinamicità e idee, questi sono gli aspetti principali».

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