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Venerdì, 26 Aprile 2024

Bonus edilizi per lavori mai eseguiti, 8 indagati. Sequestri per 20 milioni di euro

Fermata una sospetta organizzazione criminale che avrebbe creato un meccanismo di frode tramite la cessione del credito d'imposta per il Bonus Ristrutturazione e il Bonus Facciate

I militari della guardia di finanza di Verona hanno eseguito numerose perquisizioni e sequestri nelle province di Verona, Alessandria, Mantova, Vicenza e Roma attuando così un provvedimento di sequestro preventivo d'urgenza, emesso dalla procura scaligera e convalidato dal gip. I beni sequestrati sono riconducibili a 8 indagati a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata all'indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, truffa, autoriciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Inoltre, sono coinvolte due società con sede a Verona e San Giovanni Lupatoto, indagate per le ipotesi di autoriciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
Sono stati posti i sigilli su dei crediti d'imposta di provenienza illecita, su 30 immobili, su disponibilità finanziarie, su quote societarie ed anche su beni di lusso, tra cui un Porsche Cayenne, per un valore complessivo stimato di oltre 20 milioni di euro. Ed è stato anche congelato un credito per quasi 7 milioni di euro che una ditta individuale veronese aveva ceduto ad una società romana. Credito che sarebbe poi stato monetizzato sotto forma di credito d'imposta nei confronti dello Stato.

L'operazione che ha portato ai sequestri è stata denominata "Bonus facili" ed è stata diretta dalla procura scaligera, è stata condotta dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Verona ed ha collaborato anche la sezione territoriale del Nordest del settore "contrasto illeciti" dell'Agenzia delle Entrate. Il fino è stato quello di individuare soggetti in grado di utilizzare in maniera indebita i bonus edilizi introdotti con il Decreto Rilancio. Bonus che prevedono la possibilità di acquisire crediti d’imposta cedibili a terzi e utilizzabili in compensazione oppure monetizzabili presso banche ed altri gruppi di acquisto.

Secondo i finanzieri, gli otto indagati hanno creato un meccanismo di frode tramite la cessione del credito d'imposta in relazione al Bonus Ristrutturazione e al Bonus Facciate che consentono, rispettivamente, detrazioni al 50% e al 90% delle spese documentate per ristrutturazioni edilizie e interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti. E gli inquirenti ritengono che gli indagati abbiano costituito un'organizzazione criminale per generare crediti d'imposta di fatto inesistenti per importi che superano i 15 milioni di euro.
All'esito delle indagini, infatti, è emerso che all'Agenzia delle Entrate venivano comunicati lavori edili su immobili che, in larga parte, non risultavano neppure nella effettiva disponibilità degli indagati e che erano stati commissionati a una ditta individuale veronese solo formalmente attiva in campo edilizio, ma di fatto non operativa. I lavori dunque non sarebbe stati mai eseguiti in realtà. L'organizzazione criminale, però, avrebbe comunque acquisito crediti d'imposta che in parte (7 milioni di euro) sono stati monetizzati mediante cessione a soggetti terzi (acquirenti) che, pagando il 30% sul valore dei crediti ceduti, hanno versato su conti correnti della ditta formalmente incaricata dell'esecuzione dei lavori oltre 4,8 milioni.
Infine, per nascondere la provenienza illecita del denaro, gli indagati hanno reimpiegato i proventi del reato in attività economiche e imprenditoriali apparentemente lecite, acquistando un bar, veicoli di lusso e numerosi fabbricati.

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