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«Revoca del project financing di Amia, poi affidamento diretto al Comune»

Affidamento che potrebbe concretizzarsi entro la fine di quest'anno. Ne è convinto il sindaco Sboarina, ma le opposizioni vedono ancora incertezze nel futuro dell'azienda che si occupa di raccolta dei rifiuti e cura del verde a Verona

Minuti contati per il project financing di Amia. È in arrivo la revoca definitiva che darà il via al percorso per mantenere in capo al Comune la raccolta dei rifiuti e la cura del verde di Verona. Entro fine anno si giungerà all'affidamento diretto (e non più indiretto attraverso Agsm, di cui Amia attualmente fa parte), operazione che permetterà di salvaguardare Amia e i suoi lavoratori, oltre che rendere sempre più efficiente il servizio.

La giunta comunale ha approvato lo stop decisivo al project, che giovedì sarà discusso e messo ai voti del consiglio comunale. La prima sospensione del project era stata votata dall'aula già nel febbraio 2018. L'iter del procedimento ha poi subito alcuni rallentamenti dovuti anche alla pandemia. Numerose poi sono state le operazioni che, nell'ultimo anno, hanno visto coinvolte le aziende a partecipazione pubblica. Dall'aumento di capitale di Veronafiere a quello dell’aeroporto Catullo, dove sono già partiti i lavori per la realizzazione del nuovo terminal. Dalla fusione tra Agsm e Aim, attesa da anni, al coinvolgimento di nuovi investitori per Fondazione Arena, alla liquidazione di Immobiliare Magazzini.

«Con la revoca del project di Amia, diamo il via al percorso per arrivare entro fine anno all'"in house" - ha detto il sindaco Federico Sboarina - È un'operazione necessaria per garantire l'efficienza del servizio, del quale usufruiscono 260mila veronesi, così come il futuro dell’azienda pubblica e la tranquillità dei circa 600 dipendenti, e quindi di altrettante famiglie. Un percorso sostenibile dal punto di vista economico-finanziario per il Comune di Verona. Una svolta per tutti quei lavoratori che dal 2013 vivono nell’incertezza. La raccolta rifiuti e la gestione del verde devono rimanere della città. Non possiamo correre il rischio che una gara li metta in mano a società diverse. Il project, che qualche alchimista della precedente amministrazione aveva pensato, avrebbe determinato un bagno di sangue, in primis per l’azienda e i lavoratori che avrebbero dovuto fare i conti con offerte aggressive di soggetti terzi, e poi per le casse comunali. Ci saremmo trovati a dover scegliere se perdere la nostra azienda o se esborsare cifre milionarie per affidare il servizio ad Amia. Un dramma occupazionale o economico. Negli ultimi anni abbiamo messo mano alle nostre partecipate mettendo in sicurezza situazioni che prima erano sull’orlo del precipizio e generando utilità».
«Dopo l'esame e la votazione in consiglio comunale, scatterà il timer per l'in house - ha spiegato l'assessore alle aziende partecipate Stefano Bianchini - Si procede verso una nuova strada, condivisa da tutti. Già in febbraio e maggio scorso, infatti, i consiglieri hanno approvato la sospensione del project. Ora si va verso la tutela della nostra azienda e dei lavoratori. Abbiamo già avviato gli incontri con il gruppo Agsm-Aim per predisporre il percorso che ci porterà, entro la fine dell’anno, all'affidamento diretto. E stiamo studiando lo stesso piano di azione anche per Serit».
«Verrà costituita una nuova società che avrà il perimetro attuale di Amia e alla quale verranno trasferiti lavoratori, beni e mezzi - ha aggiunto il direttore generale del Comune Fabio Gamba - La nuova azienda dovrà essere iscritta al registro Anac per le società affidatarie dei servizi pubblici, il tutto coerentemente con il piano di bacino dei rifiuti. Attenzione e cura saranno riservate al preservare gli equilibri sia aziendali che dell’efficienza del servizio reso al territorio».

Ma per le forze politiche di opposizione il futuro di Amia rimane incerto. «Lo scorporo da Agsm-Aim dei soli lavoratori Amia con l'esclusione degli immobili e dei mezzi di lavoro configura una soluzione che, se confermata, sarebbe pasticciata e pericolosa - ha commentato il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco - Non è questo ciò che si intende quando si parla di riportare una società "in house", e non è questo ciò che era stato raccontato ai lavoratori. La nuova società che nascerebbe con il conferimento dei soli lavoratori, si configurerebbe come una sorta di impresa di intermediazione di manodopera, entrando così in un campo giuridico specifico regolato da regole particolari i cui rapporti con il resto dell’azienda che resterebbe in corpo ad Agsm-Aim non sono ben chiari. Non meno confuso ed incerto è il destino di Serit per la quale si continua a predicare il ritorno "in house" entro la fine dell’anno ma per il momento non è stata convocata nessuna assemblea».
Il movimento Traguardi è stato sempre contrario allo scorporo di Amia da Agms-Aim, facendo tornare l'azienda sotto il controllo diretto del Comune. «Una soluzione che rende l'azienda più debole finanziariamente», ha dichiarato il consigliere comunale Tommaso Ferrari. E alla luce del documento in arrivo in consiglio comunale dopo l'approvazione in giunta, Ferrari non accenna alcun ripensamento. «Non si fa cenno alcuno sui costi dell'operazione né sul piano industriale che ora manca ma che necessariamente dovrà essere predisposto, se si vuole riportare la gestione dell'azienda "in house" - ha detto il consigliere di Traguardi - La proposta ripete le stesse cose annunciate quattro anni fa e mette in luce la totale assenza di strategia da parte dell'amministrazione, che naviga nel buio e a meno di un anno dalle elezioni non può far altro che rassicurare sul tema senza, di fatto, decidere nulla, forse nel tentativo di accontentare tutti. La sensazione è che il dibattito sia focalizzato esclusivamente sul destino dei dipendenti di Amia, un tema sacrosanto, per carità, anche se non sta scritto da nessuna parte che la stabilità dei lavoratori sarà compromessa, se si adotta una soluzione alternativa. Anzi: più un'azienda è efficiente, più i posti di lavoro vengono salvaguardati. Invece non si accenna minimamente al tipo di servizio che verrà erogato ai cittadini, che lo pagano, e che oggi è insufficiente. E va migliorato anche per rispondere all'Unione Europea che ci chiede di recuperare risorse e valore dai rifiuti. Amia, per crescere, deve stare nel gruppo Agsm-Aim e trovare un nuovo assetto e nuove sinergie industriali per assicurare un servizio che attualmente non è assolutamente all'altezza».
«Resta avvolto nell’incertezza il futuro dei lavoratori Amia, il cui comprensibilissimo nervosismo è stato manifestato nei mesi scorsi da alcuni scioperi - ha aggiunto il consigliere del Partito Democratico Federico Benini - I passi futuri sono destinati ad impattare sia sulle casse comunali (nell’ipotesi in cui il Comune debba corrispondere i 20-30 milioni di euro necessari per scorporare Amia da Agsm-Aim) sia negli equilibri interni del gruppo Agsm-Aim, che al tempo della fusione (inizio 2021) erano stati bilanciati con Amia parte integrante nel calcolo dei valori concambio tra il Comune di Verona e quello di Vicenza. Non da ultimo restano intatte le deficienze dell’azienda sul piano impiantistico, altro aspetto che nemmeno la fusione con Aim ha contribuito a supplire».

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